Il regalo di Dio

Gentile direttore, mettiamo il caso che io generosamente le regalassi un prezioso dipinto in una bella cornice. Ovviamente, anche per gratitudine verso di me, lei avrebbe gran cura di simile dono. Passa il tempo, ed un giorno lei si rende conto che i tarli hanno fatto scempio completo della bella cornice: il legno si sfarina e cade a pezzi. Mettiamo anche il caso che lei non abbia la possibilità di cambiarla, e che faccia invano tutto il possibile per ripararla; che dice, le sembrerebbe mancanza di riguardo verso di me, amorevole donatrice, liberare il dipinto dall’ormai inutile telaio destinato inesorabilmente a diventare polvere? Penso proprio di no. Il dono più importante è salvo. Pazienza per la povera cornice diventata orribile, che lo teneva prigioniero, e che lei in qualche modo è costretto a gettare via. Ora immagini che il dipinto sia la vita eterna, e la cornice la vita terrena; e si renderà conto che l’affermazione ai credenti tanto cara, che la vita è «dono di Dio», non implica necessariamente che in determinate particolarissime circostanze non possiamo disporre della parte terrena di essa. Io donatrice amorevole, buona, comprensiva e intelligente, non mi offenderei; figuriamoci il buon Dio! Un’offesa invece sarebbe per me se lei deliberatamente sciupasse la cornice, o se ne disfacesse pur non essendo essa irrimediabilmente rovinata; e peggio sarebbe, se lei non tenesse nel massimo conto il dipinto, il vero dono.

La lettera di Elisa Merlo è stata pubblicata sul quotidiano “Il Riformista”

16 commenti

Paolo

Se il regalo non mi piace lo riciclo, lo metto in cantina o lo getto. Come dev’esser “perbenino” e buonista questa lettrice, magari il direttore le regalerà la sua foto in cornice…

Michele

Beh, l’unica cosa realmente vera ed accertabile è che IO ADESSO SONO QUI’ e voglio starci nel modo migliore possibile ! Poi se ci sono altre realtà dopo la morte, beh, ne avrò la certezza solo troppo tardi…

Stefano Chiaudano

Un dono può essere anche rifiutato, il proprio concepimento no. Per cui la vita più che un dono sarebbe un’imposizione.
Inoltre queste cornici non è che siano sempre così belle.

Vassilissa

Un po’ traballante come metafora, ma se serve a fargli accettare e capire il diritto della persona di disporre della propria vita…. :I

Lamb of God

Che la vita sia un dono del fantomatico “Buon Dio” è la più grossa baggianata di tutta questa storia. Poi, che pessimo e banale esempio, se la cornice è completamente andata la butto e ne prendo una nuova, ne guadagnerà anche il dipinto.

Damiano

Mah… tutto si basa sempre sull’ipotesi implicita e non dimostrata che si tratti di un dono, si da il caso che nel mio caso non sia così, quindi ritengo di poter SBATTERMENE se il dio di qualcun altro si offende.

Daniele Gallesio

Ora immagini che il dipinto sia la vita eterna, e la cornice la vita terrena; e si renderà conto che […]

…si renderà conto di aver ricevuto in regalo una cornice vuota! 😉

Gianfranco

Su Ebay si è scatenata la svendita dei doppi regali o dei regali non graditi dell’ultimo natale…

Aldo

Sottoscrivo in pieno l’affermazione di Stefano: “Un dono può essere anche rifiutato, il proprio concepimento no. Per cui la vita più che un dono sarebbe un’imposizione.”

Possibile che gli aspiranti genitori non ci pensino? Viene il sospetto che la tanto vantata “genitorialità per amore” non sia altro che un’abile forma di autoinganno (sicuramente nella più pura buona fede) per nascondere l’egoismo di fondo che sta alla base della generazione di nuove vite. Bisognerebbe chiedere lumi a uno psicologo abbastanza cinico da essere in grado di guardare la questione con distacco. Ne esistono? Dubito.

Daniele Gallesio

Bisognerebbe chiedere lumi a uno psicologo abbastanza cinico da essere in grado di guardare la questione con distacco. Ne esistono? Dubito.

Non ci metterei la mano sul fuoco, ma penso che qualcuno ci sia quantomeno in letteratura.
Non chiedermi chi perché non lo so.

Ma l’idea non mi sembra del tutto implausibile.

RazionalMENTE.net

Ma la vita è un dono fatto a chi? Puoi regalare qualcosa a qualcuno, non puoi regalare qualcuno a se stesso, non ha senso. Tanto più che tale “dono” non può essere rifiutato, quindi che dono è? E’ un dono che hanno ricevuto tutti, non c’è nessuno che non l’abbia ricevuto. Chi non ha ricevuto tale “dono” semplicemente non esiste e quindi non può dirsi scontento per non averlo ricevuto. Quindi chi lo ha ricevuto perché dovrebbe dirsene contento?

Damiano

” Bisognerebbe chiedere lumi a uno psicologo abbastanza cinico da essere in grado di guardare la questione con distacco. Ne esistono? Dubito”

Condivido, è capitato anche a me di pensarlo. Alla stessa conclusione arrivano anche gli evoluzionisti, solo che ad essere egoisti non sono gli individui ma i geni. Da uno punto di vista biologico siamo dei vettori per i nostri geni, se non fosse così non potremmo essere qui a raccontarcelo.

Roberto Grendene

Aldo:
«”Un dono può essere anche rifiutato, il proprio concepimento no. Per cui la vita più che un dono sarebbe un’imposizione.” Possibile che gli aspiranti genitori non ci pensino?»

Da ex-aspirante genitore, ora genitore due volte, ci ho pensato.
Poi ho deciso (non da solo, ovviamente) per una genitorialita’ responsabile: tirar su due bimbi dandogli ovviamente molto di mio ma cercando di lasciargli/fargli crescere una coscienza critica e alla fin fine una liberta’ che non e’ altro che la responsabilita’ delle proprie scelte.

Prima di avere figli biologici, percorsi la strada dell’adozione: furono illuminanti alcune spiegazioni degli assistenti sociali, che devono fornire una relazione al tribunale dei minori sugli aspiranti genitori adottivi. Dissero che molto spesso gli capitano coppie che fanno domanda di adozione per spirito caritativo, fatto che ostacola la pratica perche’ e’ uno degli approcci piu’ sbagliati all’adozione (lo e’ ovviamente anche per figli biologici).

Ciao
Roberto Grendene

Elisa Merlo

La brevità obbligata di una lettera ai giornali non mi ha acconsentito di ampliare con altri esempi la metafora, il cui scopo era solo quello di far capire a molti credenti che anche se la vita fosse “dono di Dio”, non si capisce per quale motivo non possiamo disporre di essa in determinate disperate situazioni. Se la vita è dono, lo è anche la libertà di potersene liberare. L’immortalità terrena potrebbe essere una terribile condanna!
Avendo maggiore spazio, avrei potuto, per esempio, fare il caso in cui la “cornice” è già deteriorata all’inizio, ecc.
Riguardo all’espressione “dono di Dio”, bisogna rilevare che in realtà non si potrebbe affermare né che la vita è un dono, né che è un’imposizione. Infatti, si dona o si impone qualcosa a qualcuno, ma come affermare, tornando ad elementi della metafora, di donare una cornice ad una cornice? Il dono e il ricettore del dono (vita e persona) si identificano, e quindi l’espressione è sbagliata. E’ giusta inoltre, l’osservazione di un lettore, che un dono presuppone il gradimento da parte di chi lo riceve; ma come chiedere al “dono” se gradisce il “dono”? Di fronte alla nascita e alla morte le parole perdono il loro senso. Così è, ad esempio, per l’espressione “diritto alla vita” riferita alla nascita di un essere deforme nel corpo e nella mente; il diritto infatti reca un vantaggio, e quindi sarebbe come dire che si ha diritto, ad esempio, ad un fracco di legnate…
Io mi sono adeguata al linguaggio contorto ma di comodo della gerarchia ecclesiastica.
Elisa Merlo

Francesco M.Palmieri

Una breve riflessione su una delle tante fesserie che a noi nati in un paese cattolico, hanno rifilato fin da piccoli.
Chiedete ad un credente se è più importante la vita terrena o la vita eterena.
Non c’è dubbio che vi risponderà:” La vita eterna!”
Allora fategli osservare che secondo la dottrina è invece la vita terrena a condizionare in modo determinante e irreversibile quella eterna e non viceversa…..se non si muore in grazia ecc. ecc.
Consiglio di porre la domanda solo dopo essersi procurati uno specchio da offrire al credente in modo che si possa esercitare in un sesto grado superiore.

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