Martini apre, Ruini chiude

Probabilmente era stata una giornata di sorpresa e timida soddisfazione, quella di domenica, per gli appassionati lettori del domenicale del “Sole 24 ore”, lo storico inserto culturale del quotidiano economico italiano, che in prima pagina accoglieva l’intervento del Cardinale di Milano Carlo Maria Martini. […] Non passano infatti neanche le fatidiche “24 ore” che danno nome alla testata ospitante, che si leva forte e chiara (oltre che vagamente autoritaria e arrogante), la voce del clericalismo più bieco e bigotto, fedelmente rappresentato dal presidente-padrone della Cei, quel Cardinale Camillo Ruini il quale, come Martini non aveva bisogno di questa ultima esternazione per dimostrare la sua profonda interpretazione del messaggio cristiano, non ha esitato a ricordarci una volta ancora di che pasta sia fatto il suo attaccamento a un conservatorismo religioso, degno della miglior tradizione controriformista. […] Le esternazioni di Ruini spaziano poi dall’eutanasia all’accanimento terapeutico, dai pacs alle unioni di fatto, sempre distinguendosi per una malcelata discriminazione nei confronti di diversità a suo modo di pensare inaccettabili. Il passaggio sulle rivendicazioni dei diritti omosessuali appare in tal senso emblematico. Il Cardinale ha infatti osservato che alcune coppie gay spingono per i pacs perché intenderebbero aprire la strada per il matrimonio omosessuale, e “una simile rivendicazione”, ha chiosato il porporato, “contrasta con fondamentali dati antropologici e in particolare con la non esistenza del bene della generazione dei figli, che è la ragione specifica del riconoscimento sociale del matrimonio”. Sarebbe interessante chiedere al Cardinale Camillo Ruini cosa secondo lui intendesse Gesù Cristo, quando ci esortava ad amare il nostro prossimo come noi stessi, senza distinzione alcuna. Ma erano altri tempi. Oggi pare che da parte della Chiesa la priorità sia quella di arginare certe aperture verso l’altro, pericolosamente diverso da sé. Anche se si tratta di coinvolgere nella disputa un uomo di vera fede.

Il testo integrale dell’articolo di Emiliano Sbaraglia è stato pubblicato su Aprileonline 

8 commenti

Daniela

giocano a fare il poliziotto buono e quello cattivo, giocano ad agitare le acque, ma una vera apertura a questi temi, seppur minima, non ci sarà mai da parte di entrambi, non hanno l’onestà intellettuale per amettere di essere in torto e di essere intolleranti. E comunque per credere alle loro parole si deve essere proprio pezzenti intellettualmente.

davide

a Daniela
Fatto sta che Martini da come mi ricordo nell’articolo di ieri pare desiderare un confronto sereno con la società pluralista, cosa che come risaputo Ruini non si sogna nemmeno di fare

Daniela

per davide
ma martini, prima della morte di welby, aveva mai detto qualcosa a favore della battaglia di piergiorgio, che io sappia niente, sempre e solo le solite parole di circostanza, ma niente di sostanziale che potesse far dire che nel vaticano ci fossero due linee di pensiero diverse. Anche in questi giorni, io non vedo tutta quuesta differenza di vedute, le diversità di pensiero sono minimali e quindi non riesco minimamente ad apprezzare le parole di martini, sono dette troppo tardi e in maniera troppo ambigua.

Nicola

Il coraggio che è mancato a Martini lo ha avuto Don Luigi Verzè, peccato che il parere del fondatore del San Raffaele non abbia avuto un seguito mediatico. Come sempre succede, del resto …

davide

a daniela
Forse perchè la posizione di rilievo è una cosa a cui tutti sono più o meno attaccati. Comunque secondo me come dice Nicola anche dentro al clero c’è un’ala progressista e un’ala conservatrice. il problema è che il peso politico di coloro che hanno il coraggio di andare contro corrente seriamente è pressochè nullo. Anzi non credo che gente come don Verzè, don Gallo, don Vitaliano, ecc. stia molto simpatica alle rispettive curie…

netzer zuin

uno che crede in un falegname che gioca a fare il prestigiatore, si fa crocifiggere, muore e risorge svolazzando via stile “red bull ti mette le ali!!” che caspita può capire di dati antropologici????

MAC

“contrasta con fondamentali dati antropologici e in particolare con la non esistenza del bene della generazione dei figli, che è la ragione specifica del riconoscimento sociale del matrimonio”

Ma allora se in un matrimonio “normale” uno dei partners non è fecondo, che si deve fare?
Ci si rivolge alla sacra rota per l’annullamento, o si va una/due volte l’anno da padre pio a vedere se ci mette una pezza?

Inoltre, se si sa PRIMA del matrimonio di non essere fecondi, a sposarsi in chiesa si commette peccato?

(Non che la cosa mi stravolga,per carità : è una semplice curiosità metodologica)

RazionalMENTE.net

C’è sempre la possibilità di un miracolo. Santa Elisabetta partorì che era vecchia. La Madonna addirittura senza fare sesso. Un miracolo è sempre possibile per le coppie etero. A volte il miracolo è più vicino di quanto si pensi. A volte è nascosto nell’armadio 🙂

Secondo il Vangelo di Luca, Elisabetta era moglie di Zaccaria, membro della classe sacerdotale ebraica. I due coniugi erano ormai di età avanzata quando Zaccaria, mentre svolgeva il suo servizio nel Tempio di Gerusalemme, ebbe la visione dell’arcangelo Gabriele (nascosto appunto nell’armadio) il quale gli annunciò la prossima nascita di un figlio (fino a quel momento non ne avevano avuti). Poiché Zaccaria non gli credette, per convincerlo Gabriele lo fece diventare muto fino a che il suo annuncio non si fosse adempiuto (le minacce a volte servono). Zaccaria riacquistò la parola dopo che il bambino fu nato e, durante il rito della circoncisione, gli fu imposto il nome di Giovanni, come l’angelo aveva ordinato (MIEZZECA!!! 🙂 ).

Al sesto mese di gravidanza, Elisabetta ricevette la visita di Maria, che nel corso dell’Annunciazione era stata avvertita che sua cugina era incinta (l’arcangelo si dava un gran daffare 🙂 ). All’udire il saluto di Maria, Elisabetta “fu ripiena di Spirito Santo” (pensavo di uvetta e pinoli) e riconobbe Maria come la madre del Salvatore. Maria rispose intonando l’inno del Magnificat (ma era talmente stonata che intervennero due cherubini per farla smettere). Questo episodio è ricordato nella dottrina cristiana come la “Visitazione” (dal latino Visitatio).

AZZIO!!! 🙂

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