Scuola: fuga dalle classi multietniche

Famiglie italiane (ma anche straniere) in fuga dalle scuole elementari torinesi dove la presenza di figli di immigrati è massiccia. Alla vigilia della chiusura delle iscrizioni (sabato), il fenomeno preoccupa in un quartiere multiculturale come San Salvario, dove l’istituto comprensivo «Manzoni» – 392 iscritti, 189 non italiani – lancia un Sos. «Temiamo di non riuscire a formare una terza classe prima, pur sapendo che i bambini del territorio in età da debutto alle elementari sono almeno un centinaio. Ne abbiamo già persa una l’anno scorso…», dice la dirigente Marisa Deangelis. E va oltre. «Purtroppo, nel quartiere ci sono italiani che non accettano l’idea che il proprio figlio sia in classe con figli di immigrati. E mettono in giro voci che screditano la scuola. Così, chi è venuto a vedere come lavoriamo, chi ha visitato la scuola, si è fermato da noi. Tanti, invece, hanno dato retta al pregiudizio».
In centro, a due passi da piazza Castello, va anche peggio. L’elementare «Pacchiotti» riuscirà a formare una sola classe prima, come da anni a questa parte. Stessa situazione nella sede «Sclopis» di via del Carmine. Entrambe 10-15 anni fa erano state apripista dell’integrazione dei piccoli arrivati dalla Cina e dal Maghreb. […]
Se la fuga non c’è alla «Parini» di Porta Palazzo – anche perché, spiega il dirigente Bruno Piovano, «i residenti italiani sono sempre meno» – in Barriera di Milano Nunzia Del Vento, direttrice della «Gabelli» e presidente dell’Asapi, Associazione delle scuole autonome piemontesi, ammette che problemi ce ne sono anche con gli stessi immigrati.
«Nella nostra sede “Pestalozzi” gli italiani sono ormai rari. Nella vicina materna comunale sono rimasti il 10%… Io ho già ricevuto genitori stranieri che mi dicono di non voler iscrivere i propri figli lì». Per Del Vento «la mescolanza dà ottimi risultati, i bambini si stimolano. E’ chiaro, però, che mantenere equilibrio tra italiani e stranieri sia la cosa migliore». Ma il problema, affrontato anche da Fioroni nella circolare sulle iscrizioni, non è semplice. «Il ministro suggerisce di promuovere patti con gli enti locali per distribuire gli alunni stranieri sul territorio. Volentieri. Ma il problema è anche occupazionale: se da me vanno verso scuole vicine, allora dovrei ricevere altrettanti italiani… Ma se una zona è ormai abitata da immigrati? Poi, il Comune si farà carico del trasporto?». […]

Fonte: laStampa.it

13 commenti

Sua Beatitudine Marcinkus IV Patriarca di Ciaparat in Gattonia

L’importante è che non venga a mancare l’insegnamento della religione cattolica impartita dai leccapiedi ruffiani scelti dai vescovi e “LAUREATI” dalle Università Pontificie di Studi Religiosi.
Ma che cazzo interessa a mussulmani,buddisti, indiani,albanesi,nigeriani,cinesi se la madonna era vergineprima,durante e dopo il parto,che san giuseppe era un convivente non padre del figlio illegittimo e che il santo padre è infallibile anche nelle previsioni del tempo?
Raus dalle scuole a questi “insegnanti” amici di Ruini,scelti dai vescovi e poi sul libro paga del contribuente italiano. La scuola serve per dispensare cultura ed educazione civica: il catechismo
lo facciano in Sacrestia dove non ci sono i preti pedofili,nelle cappelle,santuari,conventi.

Gavinu di Nuoro

Allah uakbar! Sahlam

Mio nome Mohamed Abdullah io essere originario di Casablanca, avere figlio fare primo anno squola italiana non interessato a convertirse catolìco ed imparare catecismo cristiano.
Chiedo a Ministro aprire corso di sostegno legge coranica in quanto nella scuola tutti 27 scolari
prima classe essere musulmani, nessuno catolìco. Salham Allah uakbar !

callis

I genitori che scelgono di far studiare i propri figli in scuole con un numero basso di figli di immigrati, a mio avviso, hanno paura che i livelli qualitativi dell’insegnamento in quelle scuole, siano scarsi a causa anche delle molteplici difficoltà linguistiche di questi bambini di immigrati (livellamento dell’insegnamento verso il basso). Il compito delle scuole sarebbe quello, di fornire un’ottima qualità di formazione per tutti i bambini…. e di dimostrarlo, quindi, concretamente nei risultati ottenuti. Avere il coraggio di dare un nome alle cose, creando forse anche delle classi + equilibrate dal punto di vista della loro composizione (bambini di origini italiane/bambini di genitori immigrati) è a mio avviso diventata una concreta necessità.

Damiano

Questo non è altro che il frutto dell’assenza di una reale politica d’integrazione (che eviti i “ghetti”) e della effettiva volontà politica di disinvestire nella scuola pubblica per favorire quella privata, di questo passo in italia avremo solo scuole private : quelle cattoliche e quelle coraniche.

callis

anch’io ho l’impressione che sia in corso un processo pericoloso, che prevede pochi investimenti per la scuola pubblica (investimenti economici e morali). Ne fa parte anche una politica che dà poco peso alla qualità professionale degli insegnanti (le famose ssis ne sono un esempio clamoroso).

Kaworu

io sarei felice di mandare mio figlio in una classe non composta solo da italiani…

ma evidentemente l’italiano medio è un borghesuccio pieno di paure e pregiudizi.

callis

hai ragione… penso anch’io che sia un arricchimento… una classe mista però, va organizzata e gestita con particolare attenzione alle necessità di tutti… Temo che questa sia una componente che ogni tanto viene a mancare…

Daniele Gallesio

Anche io sarei felice di mandare mio figlio in una classe con degli stranieri.

Anzi, io ho fatto le medie in una classe in cui c’era una straniera… e mi piaceva pure!

Solo che questa straniera capiva bene l’italiano, anche se aveva più difficoltà degli altri a scriverlo, e comunque era una.

Nelle classi con il 50% di stranieri, però, ne risente la didattica dell’intera classe se questi stranieri sono nati all’estero e non parlano italiano come prima lingua.
Un conto è affrontare difficoltà linguistiche moderate di uno o due alunni. Un conto è trovarsi una classe prima dove a 15 alunni devi insegnare a scrivere una lingua che già parlano e ai rimanenti 15 devi proprio insegnare l’italiano.

Kaworu

uhm io credo che nelle prime questo problema di lingua sia relativamente ridotto…

se un bimbo straniero nasce qui, volente o nolente impara l’italiano. idem se ci arriva da piccolissimo.

non credo siano così tanti i bimbi in età scolare che arrivano, ma ci vorrebbero statistiche che non ho.

Kaworu

il problema non è tanto di lingua (almeno, nel caso di questa scuola), quanto di “oddio il mio pierluigimaria sarà in classe con un marocchino, un cinese, un indiano…”

mstatus

Kaworu: sottoscrivo il tuo post. Diversi bambini (conoscenza diretta), hanno il “terrore” a giocare con altri bambini “diversi”. La cosa non parte tanto dai bambini, ma piuttosto dai genitori. Papini nel 1914 scrisse “Chiudiamo le scuole”: così si risolve il problema.

pointbreak

Inviterei a non scherzarci sopra,
a non liquidare come “stolti” i genitori torinesi che hanno optato per iscrivere il loro (spesso unico) figlio ad una scuola distante kilometri.
E’ una scelta dolorosa, partorita da lungo ragionamento , calcolo e confronto con l’esperienza maturata da amiche e parenti che anni prima hanno avuto tale problema in classe.
Che un ateo italiano liquidi il tutto come genitori ignorantelli scredita l’ateo di ragionamento.

Non solo vi sono problemi di apprendimento che rallentano la classe,
problemi di convivenza, di cultura, tradizione, costume.
Spesso questi immigrati hanno anche problemi economici, figli trascurati anche dal puntoi di vista educativo.
Ci sono storie allucinanti….

Che poi è strano che i politici di sinistra filo immigrati hanno invece i figli tutti in zone urbane costose cosi vanno nelle scuole con i figli dell’alta borghesia!
Parlare A ma comportarsi Z il contrario di quel che si sacerdota in pubblico!
Vogliono gli immigrati si ma che se li “cucchino” gli altri loro sanno ben invece “proteggerseli” i loro figli!

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