“Avvenire” contro lo “sbattezzo” della Stazione Termini

[…] Ieri ancora qualche eco sui giornali, p. es. “Messaggero” (p. 61) e “Corsera” (p. 29) della curiosa faccenda della “dedica” della Stazione Termini. Fatta e dis/fatta, battezzata e sbattezzata. Solo “una stele”, hanno scritto tanti, minimizzando l’evento, ma anche la rimproverata marcia indietro. Le intenzioni sono sempre segrete, e si può discuterne all’infinito, ma quel giorno – ne fanno testo fotografie in tante pagine e riprese Tv – sul grande schermo elettronico che troneggiava dietro la stele, mentre politici ed uomini di Chiesa celebravano l’evento, la scritta era chiarissima: “Stazione Termini Giovanni Paolo II”. Inequivocabile! Poi qualcuno – non certo il popolo di Roma – ha protestato e si è ingranata la retromarcia. Nel complesso una brutta… storiella. Roma ne ha viste tante, da Nerone ad Alarico, ai Lanzichenecchi, a Napoleone. Resisterà, e con essa anche la Sede di Pietro. […]

L’intervento di Rosso Malpelo – Gianni Gennari è stato pubblicato sul sito di Avvenire

12 commenti

Daniele Gallesio

Ieri eravamo noi a “rosicare”, mo rosicate un po’ voi! 😆

Artaserse

Ma sì, che quelli di Avvenire credano pure nella resistenza ad oltranza! 🙂
La gente, un pò alla volta, si sta svegliando e la fine ingloriosa del sanguinario impero Vaticano è sempre più vicina, nonostante i proclami di immortalità di questa fantomatica “Sede di Pietro”. Anche gli imperi, come tutto il resto nella storia umana, seguono un cammino di evoluzione a parabola: nascono, si sviluppano, arrivano all’apice e infine all’inesorabile declino, anticamera della scomparsa. In fin dei conti 2000 anni possono sembrarci tanti, ma se rapportati all’età geologica del pianeta in cui viviamo non sono che un battito di ciglia!
Non sarà originale affermarlo, ma NIENTE DURA PER SEMPRE. I cattolici si mettano pure l’anima in pace!

Giuseppe C.

Gennari f a trapelare un malcelato sarcasmo. Oh, come rosica…

Se continua prendere uno stipendio dalla RAI potrebbe farmi il favore di andare a dire ai suoi colleghi(e) di non ostentare quelle benedette croci quando conducono i TG?

Grazzie, grazzie di quore.

ignazio

Nel complesso una brutta… storiella. Roma ne ha viste tante, da Nerone ad Alarico, ai Lanzichenecchi, a Napoleone … e per completezza BONIFACCIO IIX, PIO IX, solo per citare i migliori.

Simmaco

“Roma ne ha viste tante, da Nerone ad Alarico, ai Lanzichenecchi, a Napoleone. Resisterà, e con essa anche la Sede di Pietro.”

– Le persecuzioni di Nerone sono state storicamente molto ridimensionate, ben peggiori furono quelle di Valeriano e Diocleziano. Comunque checché ne dica la pubblicità non esistono prove di Cristiani morti nel Colosseo, e la mega croce che vi campeggia dentro ci sta bene quanto la M del MacDonald…ne abbiamo già tanti di posti che ricordano senza motivo le loro idee, almeno Termini ha resistito.

– Alarico, visigoto, fu l’artefice del grande e terribile sacco di Roma del 410…peccato che anche lui era cristiano.

– I lanzichenecchi vennero a Roma perché papa Clemente VII prima provò a sistemare Carlo V, poi gli si riavvicinò perché era lui che stava per essere sistemato per poi tradirlo nuovamente. Un’altro dei sacchi peggiori della storia di Roma, decine di migliaia di morti, stupri, violenze, saccheggi e monumenti tragicamente distrutti, per colpa dei magheggi politici di un incapace. Tra l’altro gli amici crucchi ci portarono anche la peste!

– Napoleone non era proprio amicone del Vaticano, però guarda caso fu proprio un papa che gli ha messo la corona in testa (non sono mai troppo schizzinosi con i potenti di turno)! E guarda caso fu proprio un altro Napoleone, il III, a spargere sangue italiano su tutta Roma e in particolare sul Gianicolo proprio per riportare l’assolutista Pio IX in Vaticano.

Direi che l’articolo in fondo vada riscritto in altro modo. Si, Roma comunque resisterà, NONOSTANTE la “Santa Sede”

Aldo

Perché non si propone di dare a vie, piazze, stazioni, ecc. il nome di alberi, fiori, animali, oggetti… sarebbe un modo come un altro per evitare contestazioni. In certe città d’oltreoceano, se non sono male informato, usano invece i numeri, come nella battaglia navale. Pensate alla poesia e al calore di nomi come “Corso Faggio”, “Piazza Papavero”, “Via Formica Rufa” o “Ponte Termosifone”. Quanto austeramente pratico sarebbero invece “Largo C-6″ o “Viale F-48″!

Sottolineo che NON C’E’ IRONIA NE’ SARCASMO IN QUESTO COMMENTO. Mi pare un’idea nel contempo politicamente/religiosamente neutrale e praticamente altrettanto efficace del sistema commemorativo attualmente in uso, esente però dai difetti di quest’ultimo.

Non so perché, ma ho come l’impressione che non si farà…

Aldo

Un’altra proposta carina (questa, però, sarcastica).
Perché non intitolare una delle vie principali di Roma all’attuale pontefice? Pensate che bell’effetto farebbe una bella fila di targhe con su scritto: “Via Benedetto XVI”! 😀

Tapioco

La cosa poteva risolversi tranquillamente così: quando cominciò la fregola di intitolare qualcosa al Giovanni Paolo II, si propose via della Conciliazione (poi, vista la solita lungimiranza italiana, i politici lecchini vollero strafare, mettendo in mezzo la stazione). Se si fosse fatto così, non si sarebbe creato nessun casino: il problema è la politica troppo cedevole e ossequiosa rispetto al clero (che si limita a fare, come nella sua “logica”, il suo mestiere).

Sulle persecuzioni – cavallo di battaglia del vittimismo cristiano – basterebbe ripensare alle considerazioni che fa Nietzsche sui martiri, per chiudere l’argomento. Inoltre, fonti storiche e analisi serie (nonchè le stesse testimonianze cristiane!) ci dicono che sono state molte di più le vittime di persecuzioni fratricide tra cristiani eretici e “ortodossi” e molte, molte di più, quelle attuate dall’impero cristianizzato contro i “pagani” (che vietò addirittura il politeismo, cosa mai fatta prima verso il cristianesimo, dal quale si pretendeva solo l’ossequio dei riti pubblici all’imperatore e il rispetto dell’ordine pubblico). Non mi sembra si ricordi tutto questo, quando si insegna la storia. E’ un po’ come quando si ricorda – giustamente – il genocidio nazista ma si tace su quello attuato dagli ustascia cattolici (che nel suo “piccolo” fece 700.000 morti almeno).

paolino

Proporrei anche di estendere il reato di negazionismo a quelli che sostengono che la CCAR non ha mai ucciso nessuno!

Non riesco poi a capire cosa GP2 ha fatto per l’Italia…

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