C’è un paese più dell’India che faccia del misticismo il suo carattere essenziale? Anche se inquadrata più sulle dimore, comunque intimiste, dei Maraja che su templi e simboli di culto, la sfilata alta moda di Giorgio Armani cade con qualche titolo in una giornata ad alto contenuto pseudo-mistico dove si è palesata la più alta presenza di pseudo-Madonne mai viste prima d’ora in passerella. «Ma senza intenzione d’essere né blasfemo, né provocatorio », chiarisce lasciando comunque qualche sacrosanto dubbio Jean Paul Gaultier, autore d’una collezione monotematica con modelli che si chiamano Regina Mundi, Sulla terra come in cielo, Salve Regina. «La mia è soltanto una ricerca estetica e non credo — aggiunge forse riflettendo sul modello Regina Coeli — che qualcuno si possa offendere: tempo fa ho dedicato una collezione agli ebrei Hassidim e una alle chiese ortodosse, ma nessuno ha obiettato».
Dopo aver esordito nell’alta moda in punta di piedi («ho voluto fare un po’ di gavetta»), Armani questa volta gioca più sulla spettacolarità portando in passerella 70 modelli, ispirati a un viaggio non minimale in Rajasthan («eravamo un bel gruppo su cinque mercedes bianche») e soprattutto al fascino di quella terra. Ma siccome il sahri, l’abito femminile per eccellenza, non gli è mai piaciuto, Giorgio fruga nel guardaroba maschile dei Maraja adattando l’adattabile: in fondo negli anni ’80 non aveva creato il tailleur per la donna manager pescando dal formale maschile?
Ma torniamo a Gaultier che ha spiegato la sua folgorazione stilistica per la Madonna come un’esigenza di serenità, di calma inmezzo a tanto stress, recuperando sui vestiti certi simboli cari alla sua giovinezza. «La Vergine — spiega Jean Paul a una adorante Catherine Deneuve — è una mamma. Tutte le donne sono Madonne no?». Di sicuro vorrebbero esserlo, certo in modo più profano che sacro, quelle che sfilano qui oggi con il velo, le lacrime disegnate sotto l’occhio, il sacro cuore, l’ostensorio ricamato sul petto, la croce, vari tipi di aureola, immagini di Gesù e degli angeli e il modello Incarnazione forse incinta.
Dato il contesto, è chiaro che la sposa con il giglio, ultima uscita, è destinata a sposarsi in chiesa. Finale in musica tra gli applausi laici delle fans, se mai rimanessero dubbi, con «Like a virgin» cantato da Madonna che Gaultier voleva vestire per il suo peccaminoso tour, ma lei ha detto di no. Comunque Jean Paul non è l’unico oggi a seguire questa incerta via per il paradiso. Anche Franck Sorbier ci ha provato con modelli di Madonna, lunghi capelli, corona, bambolotto-bambinello in braccio. È un anno così.
Panico alla CEI: nessuno sa come si traduce “fatwa” in latino. Cosa scrivere sui comunicati stampa?
Di solito le “fatwa” cattoliche erano semplicemente le “bullae” pontificie.
Sì, la CCAR ha qualcosa di equivalente.
Ma invece di madonne che piangono, perchè non le fanno spanciare dalle risate? Sarebbe più originale!
Che simpatica idea! :-))
Spero vivamente che i capoccia del Vaticano ne possano trarre spunto per creare un nuovo escamotage per attirare i giovani: dopo le schitarrate rock in chiesa, i raduni oceanici alla “Woodstock”, ci mancano solo le sfilate di moda clerical-style.
Non vedo l’ora di ammirare Ruini mentre volteggia in passerella agghindato di pizzi e merletti.
Almeno così potrà dare libero sfogo al suo lato femminile da troppo tempo soffocato.
Sinceramente subito dopo i preti e i VIPs di professione (tipo Paris Hilton o Costantino, quelli che manco hanno un lavoro finto) gli stilisti sono una categoria di gente che vorrei vedere con carriola di catrame e badile ad asfaltare la Salerno-Reggio Calabria sotto al sole di Agosto….
Ahem… sarò un MCP, ma… ‘sta modella nella foto… gnam gnam! 😀
Concordo con SydBarret (complimenti x il nick), pero’ non mi angoscia piu’ che tanto, vedrete che prima o poi tireranno fuori anche la moda anticristo, con tanto di forcone e corna :), anzi qualcuno l’ha gia’ fatto se non ricordo male. E poi quello che si vede sulle passerelle chi lo segue oramai? E’ piu’ che altro un modo per dimostrare forzatamente la propria originalita’ o presunta tale….
a daniele gallesio
oh beh, anch’io avrei un bel regalino da farle…
Ad Artaserse
Ruini con un bel “modello Giuditta”, magari??? 😉
Io non sono contrario agli stilisti, la moda italiana va forte in tutto il mondo e costituisce per l’Italia un grosso contributo economico. Occorre dire che i vestiti delle passerelle non sono quelli realmente commercializzati, a meno che non li voglia acquistare qualche persona particolarmente stravagante. Quei vestiti servono più che altro a dare un’idea della bravura e del gusto dello stilista.
Io non amo per niente la moda, ma debbo ammettere che le donne vestite da Valentino sono il non plus ultra dell’eleganza e del fascino. Gli altri stilisti valgono molto meno.
In queste sfilate a base di madonne piangenti vedo molta ironia sulla Chiesa, che negli ultimi tempi si è scagliata contro i gay (e gli stilisti sono spesso gay) con troppa forza.
Ruini non ha bisogno di abbigliamenti particolari. E’ già buffo così com’è.
anche il traffico di droga fattura un bel po’ e impiega un sacco di gente, non per questo ci si ferma a questo aspetto nel giudicarne gli effetti e la “moralità”.
La moda, come tante altre cose, ha effetti negativi quanto la religione nel creare falsi miti, interessi e bisogni e nel processo di lobotomizzazione del genere umano. Per non parlare dei problemi sociali che l’imposizione di certi modelli estetici porta.
Che i vestiti di Valentino o Armani possano essere belli sono anche d’accordo (poi però armani gira in pantalone e t-shirt…), ma JP Gautier o quelli che fanno i vesitit con le impalcature, le biste della mondezza, le pettinature col filo spinato e altre demenzialità simili, dovrebbero essere costretti a trovarsi un lavoro come il resto della popolazione mondiale.
HEHEHE, dai, il tuo è un giudizio eccessivamente tranchant. La moda è arte. Ci sono grandi artisti e pessimi artisti. Gli abiti di Valentino hanno un costo pazzesco, sono solo per donne ricchissime, ma sono un vero capolavoro, su questo non ci piove. Mettere la moda sullo stesso piano della droga mi sembra abbastanza buffo 🙂 Tutto è droga, anche la TV, anche Internet, anche la pittura, la scultura, la letteratura… 🙂
Sono d’accordo con RazionalMente.