I diritti dei non credenti e delle loro associazioni

Sul sito della Camera è stato pubblicato il resoconto stenografico dell’audizione dei giuristi consultati in merito alla nuova legge sulla libertà religiosa. Sembra che l’audizione UAAR del giorno precedente abbia sortito l’effetto sperato: molti ‘tecnici’ hanno infatti convenuto che all’interno di questa legge debbano essere codificati anche i diritti degli atei e degli agnostici e delle associazioni in cui si uniscono.

9 commenti

Emilio Gargiulo

Buona notizia. Questa è l ragione fondamentale per la quale sono iscritto all’UAAR.

Giuseppe

http://www.camera.it/_dati/lavori/bollet/frsmcdin.asp?percboll=/_dati/lavori/bollet/200701/0111/html/01/&pagpro=3n2&all=off&commis=01

E’ interessantissimo, vale la pena leggerlo.

Alcuni passaggi per invogliarvi (poi lo leggerò per intero anch’io ;-))

SARA DOMIANELLO, Professore ordinario presso l’Università di Messina
[…]
«in tutti gli articoli dei progetti dove è usata l’espressione «diritto di professare liberamente la propria fede religiosa o credenza», sostituirei l’espressione «diritto di professare liberamente le proprie convinzioni in materia religiosa».
[…]
Se la volessimo premettere, questa è la nozione di confessione religiosa che mi sentirei di sottoscrivere, non solo le fedi religiose, ma anche le credenze in campo religioso, cioè anche quelle che in tale ambito esprimono convinzioni di tipo negativo. Questo è l’ateismo, non è un pensiero filosofico astratto su qualunque tema, è una professione di fede contraria all’utilizzo di certi schemi che sono adoperati da tante confessioni religiose.»
(mmm… vabbe’)
« Con questo mutamento – cioè, dire diritto di professare liberamente le proprie convinzioni in materia religiosa -, la riforma chiarirebbe anche che essa non riguarda esclusivamente le confessioni e le associazioni aventi una tendenza a caratterizzazione religiosa positiva, ma è destinata a segnare i limiti dell’esercizio della libertà degli individui, anche quelli che si professano atei o agnostici in campo religioso, sia a livello individuale che come aderenti a gruppi istituiti per diffondere queste convenzioni con una tendenza a caratterizzazione religiosa negativa.»

NICOLA COLAIANNI, Professore ordinario di diritto ecclesiastico presso l’Università di Bari:
[…]
«Per quanto riguarda il problema del sostegno finanziario, questa sarebbe l’occasione adatta per estendere tale sostegno alle confessioni senza intesa e a quelle che negli emendamenti ho definito (riprendendo un’espressione contenuta nel trattato di Amsterdam e nella Costituzione europea, che è stata ratificata, anche se non è ancora in vigore), anche alle organizzazioni filosofiche e non confessionali, cioè alle organizzazioni che professano ateismo o agnosticismo. Ciò per i motivi già indicati, ad esempio, dalla professoressa Domianello, che mi trovano perfettamente d’accordo. Quindi, si tratterebbe, innanzitutto, di estendere il finanziamento a tutte queste organizzazioni, ma anche di rimodulare la norma, nel senso di prevedere che questo finanziamento sia riconosciuto, secondo attese della società civile finora sempre trascurate, anche a tutte le organizzazioni di carattere umanitario, che svolgono in favore di paesi non facenti parte dall’OCSE attività di carattere umanitario, sociale e assistenziale, ossia che svolgono lo stesso tipo di attività degli organismi cui è attribuito l’otto per mille. Non si capisce perché questo 8 per mille debba andare soltanto alle organizzazioni confessionali – ed io dico anche alle organizzazioni filosofiche non confessionali – e non, invece, a qualsiasi altra organizzazione, tipo Amnesty International o Medici senza frontiere, che svolga lo stesso tipo di attività umanitaria in favore del terzo mondo.
Occorre affrontare anche un altro problema, ugualmente avvertito dalla società civile a vari livelli: bisogna attribuire alle confessioni, alle organizzazioni, a tutti questi enti, solo quella parte dell’8 per mille che riguarda le scelte espresse. Infatti, lo scandalo è che ormai la maggior parte dei contribuenti non sceglie a quale confessione – o magari, un domani, a quale organizzazione filosofica non confessionale – attribuire l’8 per mille. Quindi, il finanziamento che attualmente ricevono tutte le confessioni è in massima parte determinato proprio da coloro che non scelgono, anziché da quelli che scelgono. Il meccanismo è diventato talmente perverso che mi sono permesso di presentare un emendamento di carattere aggiuntivo su questo aspetto.»

Daniela

ma gli atei e gli agnostici non hanno nessun tipo di credenza in campo religioso, questo deve essere chiaro, noi siamo una associazione filosofica non confessionale, non abbiamo dogmi, nè profeti, non abbiamo niente a che spartire con le religioni, siamo persone libere che credeno nel pensiero razionale e critico. Io credo che l’unica cosa che ci si può aspettare da questa legge è solo l’affermazione che esistono altre posizioni aldilà di quelle religiose, tutto qui, il resto la laicità dello stato e tutto quello che ne consegue (togliere i crocifissi dai luoghi pubblici, i funerali laici etc.) deve essere combattuta al di fuori di questa legge, perchè tutto ciò fa parte di quelle caratteristiche che fanno di uno stato un paese libero e democratico.

Giuseppe

Comunque nel dibattito si riflette sul fatto che l’art.7 della costituzione (il concordato) è in contrasto con il principio di pari trattamento di tutte le confessioni religiose, anche se dubito che si prenda in seria considerazione la possibilità di rivederlo.

Enrico Bacciardi

Daniela, credo che il concetto sia comunque tutelato!
Rispetto in “materia religiosa” è comprensivo di professare l’ateismo, mi pare. Anche se non è una religione è cmq una scelta (una non-scelta) in tale ambito.

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