Coppie di fatto, ecco la bozza del ddl

In attesa del ddl del governo che la mozione approvata oggi contribuisce a determinare, si conoscono già le linee guida della bozza sulla quale stanno lavorando i ministri Barbara Pollastrini e Rosy Bindi. Saranno 15 articoli, mentre ancora non si conosce il nome del documento. Ma il nodo del confronto non è sul titolo. Piuttosto la disputa è sulla durata che deve avere la convivenza per essere considerata “stabile” e garantire così ai “conviventi” diritti e doveri reciproci: 15 anni per l’ala cattolica; 5 invece per il fronte laico e la sinistra.

Conviventi. La legge disciplina i rapporti tra “due persone, anche dello stesso sesso, legate da reciproci vincoli affettivi e che convivono stabilmente”.

Dichiarazione anagrafica. Per avvalersi di diritti e doveri indicati dalla legge i ‘conviventi’ devono presentare una dichiarazione congiunta all’anagrafe del Comune dove hanno la residenza. La dichiarazione è annotata nella scheda anagrafica. Da quel momento decorrono gli effetti della legge. Stessa dichiarazione si presenta all’anagrafe se la convivenza cessa.

Doveri. I conviventi sono tenuti a prestarsi “reciproca assistenza e solidarietà materiale e morale nel rispetto dei principi di eguaglianza e pari dignità”. Nullità della dichiarazione. E’ nulla la dichiarazione di convivenza se è resa da persone sposate; vincolate da un’altra dichiarazione di convivenza; con condanne (o rinvio a giudizio) per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell’altra o sulla persona con la quale l’altra era ‘convivente’; legate da rapporti di lavoro che obblighino ad abitare insieme, da vincoli di parentela o affinità, di adozione o affiliazione.

Sanzioni. La falsa dichiarazione di convivenza è punita con la reclusione da 1 a 3 anni e la multa da 3000 a 10.000 euro.

Assistenza. In caso di malattia o ricovero del convivente, l’altro ha il diritto di visitarlo ed accudirlo secondo le regole di organizzazione degli ospedali o delle cliniche private.

Decisioni su salute e morte. Ciascun convivente può designare l’altro come suo rappresentante, in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e volere, per le decisioni in materia di salute; e, in caso di morte, per la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e i funerali.

Permesso di soggiorno. La legge regola, sulla base della normativa comunitaria, la concessione del permesso di soggiorno allo straniero convivente con un cittadino comunitario.

Alloggi pubblici. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano tengono conto delle convivenze per l’assegnazione di alloggi di edilizia popolare o residenziale pubblica.

Affitto. In caso di risoluzione anticipata del contratto di affitto della comune residenza da parte del convivente locatario, l’altro può succedergli nel contratto, purchè la convivenza duri da almeno 3 anni o, se ci sono figli comuni, da almeno un anno.

Sede di lavoro. La bozza del ddl fa un rinvio a legge e contratti collettivi di lavoro per regolare i trasferimenti e le assegnazioni di sede dei conviventi dipendenti pubblici e privati per mantenere la comune residenza. La condizione è che siano trascorsi almeno 5 anni (ma altri propongono 3) dall’inizio della convivenza.

Pensioni di reversibilità. Il testo provvisorio rinvia al riordino della previdenza per disciplinare limiti e modalità dell’estensione dei relativi trattamenti al convivente da almeno “15 anni”. Ma anche qui laici e sinistra vorrebbero 5.

Diritti di successione. Sono ancora due le tesi che si confrontano. Da un lato si propone che quando i beni ereditari di un convivente vengono devoluti all’altro, l’aliquota fiscale sia il 5% del valore complessivo oltre 100.000 euro. Dall’altra si vorrebbe che, dopo 10 anni di convivenza, il convivente concorra alla successione legittima dell’altro.

Successione. Il convivente ha diritto alla metà dell’eredità se alla successione concorre un solo figlio e ad un terzo se concorrono due o più figli. Se non ci sono figli (nati nel matrimonio o fuori), ascendenti, fratelli o sorelle, al convivente si devolve l’intera l’eredità.

Alimenti. E’ previsto se la convivenza dura da almeno 5 anni, “con precedenza sugli altri obbligati”, per un periodo stabilito “in proporzione alla durata della convivenza”.

Dal sito Repubblica.it

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35 commenti

Andrea

La famiglia basata sul matrimonio è l’unica possible, sacra e inviolabile.
Il resto è pattume a uso dei trogloditi

domenico de simone

PACS: si poteva avere tanto (vedi la proposta della Rosa nel Pugno), forse si otterrà poco. Dico che poco è meglio di niente.
Spero anche che tutti ricordino, alle prox elezioni, come hanno votato i politici in parlamento….e si regolino di conseguenza!

Rudy

Io ricorderò, facendo la tara di tutto il pragmatismo necessario, della delusione dei partiti “progressisti” che ho sempre votato….me ne ricorderò.

Lamb of God

Buona, buona, sono i lamenti di un disperato.
Oggi si sprecano le buone notizie, trattiamo bene i nostri Troll un pò depressi.
Sono ancora sconvolto per l’intervista della Binetti, se in senato vota la legge prometto che vado a messa …

emel

@Domenico

>Dico che poco è meglio di niente.

no, secondo me l’elemosina delle cattobestie andrebbe rifiutata.
La dignita’ non e’ un cappellino da riempire, non si puo’ avere un pezzettino per volta.
O ce l’hai o non ce l’hai.

Quello che si doveva chiedere senza mezzi termini e’ la possibilita’ di sposarsi per tutti.

emel

Mi fannno un po’ compassione i poveracci come Gabbana che vanno sui giornali a dichiarare che “il matrimonio gay non ha nessun significato”…
per lui che ha solo meta’ del cervello perche’ l’altra meta’ gliel’ha mangiata il verme cattolico sicuramente non ha significato.
Per chi se ne fotte di farsi sposare da uno stupido prete il matrimonio (civile) non e’ nient’altro che sancire che l’affetto che si prova per il/la propria compagna e’ identico (se non tante volte piu’ grande) a quello etero.
Non e’ un pene che penetra una vagina a legittimare il volersi bene, anche perche’ per il 99,9999% delle volte che questo avviene NON nasce nessun bambino, con buona pace degli idioti che insistono che sono i figli a fare la differenza.

Alessandro

@Domenico

>Quello che si doveva chiedere senza mezzi termini e’ la possibilita’ di sposarsi per tutti.

Solitamente sono una persona che apprezza le scelte ‘responsabili’, come è stata quella delle associazioni e parlamentari GLBT nel chiedere ‘solo’ i PACS, senza adozioni, ma visto come stanno andando le cose, stò cominciando a pensarla come te, Domenico: forse si doveva chiedere di più … 🙁

Barbara Monea

Sia 15 che 5 anni di convivenza sono troppi. Bastavano 1 o 2 anni.
Questa proposta non mi soddisfa x niente, non che avessi molte speranze.

Alessandro

Chiedo scusa a @emel e a @Domenico per un ‘taglia incolla’ sbagliato

emel

5 anni di convivenza e’ pura follia, FOLLIA…

Sopratutto perche’ la media di un matrimonio non arriva neanche a 3 anni. 😀

Alzi la mano chi NON conosce almeno una coppia giovane che si e’ separata dopo meno di due anni dall’essersi sposata.
Cazzo che se ci penso, tra i venti/trentenni, sono piu’ quelli che conosco che hanno divorziato prima dei 3 anni che non gli altri…

fabiomilani

ma come si permettono ancora di giudicare.
Adesso stanno facendo dei giudizi a livello temporale sulla “bontà” delle coppie.
Devono durare un tot di anni?
Ah si?
E se una delle due parti muore dopo 14 anni e 11 mesi cosa succede niente pensione?
E se uno dei due si ammala dopo 3 anni di convivenza l’altro non puo’ andare in ospedale ad assisterlo? Ah si? Motivo?
Perche’ chi invece si sposa gode subito di tutti i diritti?
Eppure non ha dimostrato che la sua unione e’ valida, potrebbe finire da un momento all’altro.
Cosa dire, ad esempio di chi si sposa e divorzia dopo essere tornato dal viaggio di nozze?
Non ci siamo proprio….siamo ancora lontanissimi dalla meta.
Questa proposta ha troppo il sapore di uno zucchierino che e’ stato dato per calmare gli animi.
L’importante e’ continuare a lottare.
E a proposito di “ROSA NEL PUGNO”: che fine hanno fatto?

Lamb of God

Ho letto un dato recente dove era indicato che il 43% dei matrimoni, contratti dal 1996 ad oggi, finisce nel giro di 5 anni. Probabilmente è per questo che la Pollastrini ha indicato questo lasso di tempo nel DDL, cmq io non sarei così catastrofista, pensavo molto peggio invece come primo passo è accettabile.

PS: la RNP è uscita dalle elezioni con le ossa rotte, ora nel governo conta meno di niente e non ha nemmeno un senatore.

Vassilissa

A parte l’aberrazione dei 5-10-15 anni (devi dimostrare di essere bravo il doppio x “guadagnarti” un diritto ? come le donne lavoratrici che prendevano la metà dello stipendio? ma che è?!) rimane aperta l’anomalia dei parlamentari e giornalisti che godono di tutti i diritti, non è incostituzionale?

emel

>E a proposito di “ROSA NEL PUGNO”: che fine hanno fatto?

semplice sono boicottati dai giornali su ordine del vaticano.
L’Italia ha una liberta’ di stampa da terzo mondo (valutazione di Freedom House… che ironia ), ultima di tutta l’Europa e a pari merito col Botswana. 🙁

Quanto si parla di quel bisteccone di Mastella ?
Quanto ha preso alle politiche ?

…appunto.

emel

@Vassilissa

>devi dimostrare di essere bravo il doppio x “guadagnarti” un diritto ?
>come le donne lavoratrici che prendevano la metà dello stipendio?

Gia. E’ esattamente cosi’ 🙂

Cosi’ funziona in un paese dove la democrazia e’ solo di facciata e la meritocrazia manco si sa cosa sia.

Paolo

legate da rapporti di lavoro che obblighino ad abitare insieme, da vincoli di parentela o affinità, di adozione o affiliazione.
Come già sperimentato in Francia, ciò è sbagliatissimo!

Silvia Viterbo

Concordo sul fatto che poco è meglio di niente. La politica secondo me deve servire a “fare”, sono inutili i muro contro muro che lasciano tutto così com’è.
però è vero che discutere sulla durata della convivenza è una vera presa per culo (scusate il francesismo). I diritti (e i doveri) devono scattare da subito come per il matrimonio, e non è solo una questione di principio… ne va della attuazione pratica della legge. Per lo stesso motivo trovo assurdo escludere dalla tutela i parenti, poniamo ad es. il caso di due sorelle vedove conviventi che volessero tutelare diritti e doveri: a che santo dovrebbero votarsi?
Ho poi un dubbio: per persone sposate (anch’esse tra gli esclusi) si intendono anche i separati ma non ancora divorziati? In questo caso, sarebbe gravissimo.

fabiomilani

>Per lo stesso motivo trovo assurdo escludere dalla tutela i parenti, poniamo ad es. il caso di due sorelle vedove conviventi che volessero tutelare diritti e doveri: a che santo dovrebbero votarsi?
Ho poi un dubbio: per persone sposate (anch’esse tra gli esclusi) si intendono anche i separati ma non ancora divorziati? In questo caso, sarebbe gravissimo.

Silvia

che si escludano i separati è a mio avviso corretto, perché un separato è ancora sposato (quindi, p.es. ha ancora il diritto di successione sui beni del coniuge).

Ho temporeggiato a prendere una presa di posizione precisa in tema pacs, ma questa bozza di legge è assurda… I PACS, così come sono, hanno poco senso…
– Se devono dare un matrimonio alle coppie omosessuali è discriminatorio
– se devono dare dei diritti alle coppie di conviventi, pongono però anche dei doveri che sono spesso estranei a tale coppie, che proprio per tali doveri non si sposano (vedi alimenti e successione: ma siamo matti??? convivo e voglio gli alimenti??? o sono *obbligata* a dare la legittima???).
Il problema è che la gente contrarrebe un pacs o perché non può sposarsi, o perché non accetta l’idea di un divorzio decennale. Altrimenti in genere sarebbe anche dell’idea di un rapporto libero.

A mio avviso la strada corretta sarebbe la seguente:
– matrimonio assolutamente equiparato per coppie omo- ed etero-sessuali
– divorzio breve, anzi BREVISSIMO
– possibilità di contrarre patti prematrimoniali che possanto sovrascrivere quanto stabilito in materia di alimenti, successione etc. la legislazione vigente
– possibilità di contrarre PACS (indipendentemente dal sesso dei contraenti) che garantiscano i diritti (cioè diritto ad assistersi reciprocamente, locazione, decisioni eticamente sensibili), naturalmente a partire dal giorno stesso in cui si contrae il PACS (e in questo caso potrebbero essere estesi anche a pacsanti non ancora divorziati).

Non credo che un programma così sarebbe immediato (non lo sono neppure i pacs…), ma almeno risponderebbe in maniera più precisa alle esigenze. Questi pacs mi sembrano davvero una salsina scipita ed insoddisfacente per tutti…

Silvia Viterbo

@Silvia
concordo con alcune delle soluzioni che proponi ma trovo che in Italia, se non si riesce neanche ad approvare una legge decente sui pacs, difficilmente si potrebbe arrivare ad un vero matrimonio per le coppie omosessuali.
Quanto alla questione dei separati, ribadisco quanto già affermato perché non trovo giusto garantire certi diritti all’ex coniuge, con cui magari si è stati sposati anche un solo giorno, piuttosto che al convivente, con cui invece si è vissuto per 14 anni, 11 mesi e 29 giorni.

Lilith

Penso che comunque questo sia un piccolo passo avanti! La Bindi si è impegnata a sottolineare che queste unioni non verranno assolutamente equiparate al matrimonio (non penso che chi decida di fare un DICO voglia equipararsi al matrimonio(non tutti dico) altrimenti si sposerebbe no?)
gli anni per poter accedere ai diritti sono davvero troppi visto che comunque oggi sia i matrimonio che le convivenze molte volte durano di meno(non parlo di tutti naturalmente ^^) potrebbero ridurre almeno gli anni a 5… 9 sono davvero troppi!! Penso che prima che questa legge possa uscire verrà molto tagliuzzata

Carla

Io vorrei togliermi qualche dubbio: ma se uno si sposa e ha figli, poi lascia la moglie e si mette con un’altra, dopo un anno muore, la moglie non avrà nulla della sua eredità?? E la nuova compagna avrà più dei figli??

Ric

Che cosa succede se un uomo lascia la prima compagna con la quale ha avuto figli per un’altra con la quale supponiamo sta per 9 anni, poi si mette con una terza, con la quale sta per 2 anni, poi lui crepa.
L’ultima ha diritto a tutto?
Magari le prime due sono andate in depressione perchè lo amavano molto mentre alla terza gliene frega un fico. Pero’ avrà l’eredita. Avrà magari anche la possibilità di assistere il compagno ma non lo farà perchè non le importa proprio…….
Non so, sono dubbi che mi vengono.
E poi tutte queste possibilità che i conviventi avranno sono anche impegni, ma chi convive di solito non vuole niente di tutto cio’……. eccetto l’eredità ovviamente…..

examicodimaria

Le persone con pregiudizi che continuano ad ostacolare i PACS con le loro stupide convinzioni sulla famiglia dovrebbero essere messe al bando

Cristina

Io ho scelto di convivere senza legami e senza che questa unione debba essere registrata.
E se dovessi stare male o morire, vorrei che i diritti restassero ai miei genitori.
Nel momento in cui cambiero’ idea andro’ dal notaio e ratifichero’ le mie volontà in un testamento.
Nel mio caso, tutta la discussione è inutile.

lupodelupis

Ma se i giusti diritti dei conviventi sono meno di una decina, valeva proprio la pena una legge ad hoc oppure si poteva intervenire diritto per diritto su leggi già esistenti. Mi pongo questo problema perchè ho il serio dubbio che l’unico significato di questa legge sia di dare una legittimazione alle convivenze omosessuali. Quasi che tali convivenze avessero un significato sociale comparabile a quello di una famiglia. Giusti i diritti per le coppie omosessuali, ma nessuna interferenza con la famiglia per quello che è, ovvero il nucleo fondante della nostra società. In questo senso sono assolutamente contrario al fatto che si diano dei diritti che vadano a ledere i diritti della famiglia. Un esempio evidente sono le graduatorie per la assegnazione di alloggi. Persone conviventi non posso avere gli stessi diritti di persone sposate!

marta

La Costituzione dedica alla famiglia tre articoli (collocati all’interno
del Titolo II intitolato “Rapporti etico-sociali”).

L’art. 29 stabilisce che “La Repubblica riconosce i diritti della
famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è
ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti
stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”.

–Il concetto di naturale dovrebbe essere specificato… Poichè se per
“naturale” si intende “come vuole la natura”, allora le unioni fra
“esseri viventi” dello stesso sesso dovrebbero rientrare nella
categoria, poichè anche nel mondo animale ciò avviene.
Ma per “naturale” si può anche intendere “che si formerebbe anche senza
la qui presente legge”. E’ infatti questo il senso con cui i 3 articoli
sono nati. Perciò non vedo perchè la regola dovrebbe valere solo per le
coppie di sesso opposto.
Non metto in mezzo le idee della Chiesa Cattolica sul concetto di “naturale”, poichè la Costituzione stessa afferma che lo Stato e la Chiesa sono indipendenti.
In ogni caso, credo non ci sia niente di più naturale dei sentimenti
d’amore fra le persone, omo o eterosessuali che siano.–

L’art. 30 stabilisce che “È dovere e diritto dei genitori mantenere,
istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. Nei
casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i
loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni
tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della
famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca
della paternità”.

L’art. 31 stabilisce che “La Repubblica agevola con misure economiche e
altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei
compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.
Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti
necessari a tale scopo”.

I paesi in cui l’unione civile fra persone dello stesso sesso è permessa
sono: Olanda, Belgio e Spagna (in Europa), Canada (in America) e
Massachusetts (negli Usa, nonostante il dittatore-Bush stia cercando di
immettere un articolo nella costituzione che specifichi che i matrimoni
siano possibili solo fra eterosessuali…io dico che prima che ci riesca
lo mandano in esilio a calci), Sud Africa.

Vi consiglio di visitare il sito
http://it.wikipedia.org/wiki/Matrimonio_omosessuale
perchè ci sono degli approfondimenti interessanti sulla storia delle unioni fra persone dello stesso sesso.

I primi articoli della Costituzione recitano:

Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo,
sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di
solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione
politica, economica e sociale del Paese.

Art. 13
La libertà personale è inviolabile.
E’ punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque
sottoposte a restrizioni di libertà.

–Anche in questo caso sarebbe opportuno specificare di che libertà si
sta parlando. E di conseguenza spiegare perchè non permettere a tutti di
unirsi civilmente non possa essere considerata come una restrizione
della libertà.
Non sembra a tutti voi che questi articoli dimostrino quanto sbagliata siano gli atteggiamenti discriminatori che si tengono nei confronti delle coppie omosessuali?–

Concluderei con un quesito che mi pongo continuamente e che continuamente mi tormenta…: siamo in uno stato etico o in uno stato democratico? o forse, meglio ancora, siamo in uno stato etico mascherato da stato democratico?

Dario

Ho letto la bozza dei Dico licenziata dal consiglio dei ministri e devo dire che è proprio minimale e un po’ deludente. Ciononostante, credo che un primo passo sia sempre meglio di nulla, considerata anche la maggioranza che siede in parlamento. Non abbiamo al governo un Zapatero, non siamo la Spagna nè, purtroppo, un paese veramente laico: per raggiungere la vera indipendenza dalla Chiesa dovremo ancora batterci.
La domanda fondamentale cui dobbiamo rispondere è, secondo me, se è accettabile in Italia un modo diverso di fare famiglia, o se vogliamo arroccarci ancora su un modello unico di famiglia, come di religione, come di etica.
Democrazia, libertà, pluralismo, multicultura sono concetti vuoti se non si concretizzano in modi di fare e di pensare che sappiano includere le diversità linguistiche, religiose, etiche, etc che animano il nostro paese. Dobbiamo batterci contro i monopoli culturali, che sono molto forti in Italia, ed in primo luogo contro quello della Chiesa, che cerca sempre di accreditarsi come l’unica voce autorevole in materia etica.
Dobbiamo comprendere che la Chiesa combatte oramai da anni una battaglia di retroguardia, che finora l’ha vista inadeguata e perdente nei confronti delle sfide della modernità: questo è un dato di fatto. Non si combatte l’AIDS con la castità, non si elimina l’omosessualità negando ai gay il diritto di sposarsi, non si combatte l’integralismo islamico contrapponendogli l’integralismo cattolico, non si aumentano le vocazioni ostinandosi a negare ai preti il diritto di sposarsi. Sembra tutto semplice, eppure la Chiesa continua a comportarsi così. Come mai?
Questa Chiesa combatte per la propria sopravvivenza, per riaffermare la Verità dei dogmi sui quali si fonda; nel fare questo combatte chi non crede, combatte chi porta in sè un’altra verità, diversa, ma non per questo meno degna di quella cattolica. In sintesi, la Chiesa si batte per affermare la verità di un libro (e della sua “autentica interpretazione”) e per fare questo calpesta l’Uomo, negando alcuni aspetti fondamentali del nostro essere (sesso, pari dignità tra uomo e donna, diversità culturali, etc). Inoltre, e questo è peggio, nell’ansia di dare riposta a certe domande fondamentali, tenta di impedire ogni forma di ricerca (come quella scientifica) che miri a fornire altre risposte, diverse, e forse anche migliori.
Una domanda aperta è uno stimolo per la mente, uno sprone a crescere a imparare; una risposta chiusa e dogmatica è la fine della curiosità, la morte dell’intelletto.
Il nocciolo è tutto qui: la Chiesa tenta di ancorarsi ad un’unica Verità, ad un unico modo di essere, di vivere, di fare famiglia, e nel fare questo cerca di portarci indietro nel tempo, di vincolarci a vecchi valori eterni (?) e indistruttibili; la Chiesa ci toglie la libertà di scegliere ciò che è meglio per noi stessi a vantaggo di ciò che è meglio per la sua propria sopravvivenza.
I valori di una comunità devono essere funzionali sia al singolo sia alla comunità: per secoli l’individuo è stato schiacciato sotto il peso di una società chiusa, poco libera e democratica, ed i valori riecheggiavano questo tipo di ordine costituito. Oggi, finalmente, viene dato più spazio al singolo, oggi possiamo scegliere cosa è meglio per noi.
Come sempre, c’è chi si oppone a tutto questo, e vorrebbe insegnarci come vivere, come vestirci, come parlare, quali pensieri formulare e quali no. Non c’è solo la Chiesa: tutti i centri di potere che detengono una posizione dominante cercano di distorcere l’informazione e plagiare la mente della gente per fare i proprio interesse, per rafforzarsi. Se ce ne rendiamo finalmente conto, forse avremo una visione più ampia della battaglia che stiamo combattendo, che è una battaglia per la libertà dell’individuo, innanzitutto, a prescindere che l’individuo sia gay o no.

francis

MA SE VOLETE DIVERTIRVI CON UN COMPAGNO DELLO STESSO SESSO CHI VE LO VIETA ?
MA NON CERCATE DI ROMPERE I CAZZI A CHI CIHIEDE DIRITTI PERCHE’ SI E’ IMPEGNATO NEI DOVERI. ANDATE A QUEL PAESE FIGLI DELLA VERGOGNA!!!!!!!

ziz

Ke tristezza mi fate venire…Vorrei vedervi tutti da vecchi,in una società totalmente individualista e relativista,dove la sola etica e morale è quella del capriccio individuale,e dove l’amore non è più ke una merenda quotidiana…spero non accada mai

bertoli giuseppe

ho 79 anni e sono sposato da 50 anni (fatti il 15 dicembre scorso)
non sono uno stinco di santo, anzi tutt’altro, tuttavia mi sento di affermare che il matrimonio é veramente un qualcosa di sacro e come tale concepibile solo se le intenzioni sono serie da entrambe le parti.
se ho mai fatto le corna? col pensiero tante tante volte e con donne che corrispondevano al mio ideale di forma femminile (per intenderci Audrey Hepburn o Katherine Hepburn ad esempio) ma ad una sola ho voluto, voglio e vorrò bene: a mia moglie, santa a sopportarmi.
abbiamo avuto due figli che abbiamo lasciato liberi di avere idee e concetti politici e religiosi assai diversi dai nostri tuttavia sono figli che apprezziamo per come si comportano nella vita, nelle loro famiglie anche se conviventi.
personalmente sono contro i PACS così come vengono richiesti da molti, ed il mio no si basa sull’osserazione scientifica di quanto avviene in natura, oltre che per convinzione di fede cristiana cattolica apostolica romana.
i meccanismo riproduttivi sono due, partenogenesi e gametogenesi.
partenogenesi siginifica riproduzione senza intervento di sessi diversi, tuttavia anche gli organismi che seguono questa via riproduttiva, ad un certo momento hanno un meccanismo riproduttivo che implica la partecipazione di due elemeti, uno maschile ed uno femminile.
nella gametogenesi la riproduzione necessita di due individui, uno maschile ed uno femminile.
la motivazione scientifica di questa necessità appare assai lunga da spiegare, ma se qualcuno lo desidera sarò lieto di darne notizia (quindi autorizzo esplicitamente la pubblicazione del mio indirizzo e-mail)
concludendo, a mio parere, il matrimonio é sacdro per motivi etici, fisiologici ed anche religiosi, mentre occorre regolamentare le cosiddette unioni di fatto, ad esempio con un accordo di tipo diritto privato davanti ad un notaio o ad un ufficiale di stato civile, un contratto direi quasi commerciale come l’acquisto di una casa o qualcosa di simile.
infine, non capisco perché la Chiesa non possa esprimersi su questioni comportamentali con affermazioni vincolanti per chi crede: il diritto di parola é inalienabile e qualsiasi limitazioni é per l’appunto contraria alla morale naturale e tipico delle filosofie materialistiche e totalitarie.
bertoli giuseppe

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