Sedici articoli “light”. Niente assegni familiari. Sulla reversibilità della pensione un’indicazione di massima. Carcere e pene pecuniarie per chi dichiarasse la falsa convivenza. Eppure questa è la bozza sui “Diritti e doveri delle persone unite in stabile convivenza” che potrebbe non vedere mai la luce, non ricevere cioè il nullaosta del governo da cui dovrebbe essere esaminata il 9 febbraio, nel prossimo consiglio dei ministri.
A metterla a rischio è proprio l’articolo 1, l’impianto cioè di tutta la legge, il pilastro senza il quale – per come le norme sono state pensate – imporrebbe una riscrittura complessiva. Ai cattolici Mastella, Rutelli e Fioroni quella formulazione non piace.
Parla l’articolo 1 della dichiarazione anagrafica. Cassati i registri presso i Comuni (che fanno troppo Pacs alla francese), la soluzione che sembrava non turbare la sensibilità cattolica ed evitare la creazione di “parafamiglie” (per dirla con il ministro dell’Interno Amato) era appunto il ricorso alla annotazione sul certificato anagrafico.
Strumento già esistenze, da aggiornare. “Qualora due persone maggiorenni anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi e che convivono stabilmente intendono avvalersi di diritti e, conseguentemente, adempiere ai doveri individuati dalla presente legge, ne fanno dichiarazione congiunta (secondo l’idea del ministro delle Pari opportunità, Barbara Pollastrini) all’ufficiale dell’anagrafe del Comune dove hanno stabilito la comune residenza, il quale annota la data della dichiarazione e la integra nella scheda anagrafica…”.
Semplice, ma non idoneo per i cattolici, trattandosi del riconoscimento della coppia sia pure solo davanti all’anagrafe e non dei diritti e doveri dei singoli conviventi.
Ecco i 16 articoli della discordia
7 commenti
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devono proprio odiarsi, i cattolici, visto che odiano il prossimo loro…
Minacciamo di togliergli l’otto per mille se non si fanno i cavoli loro: vedrete come staranno zitti, questi parassiti…
io l’8X100 lo ho tolto in tempi non sospetti
sarebbe degno e giusto togliere l’otto per mille alla chiesama chi ci pensa? Mastella? Rutelli?purtroppo la politica è in mano loro, è veramente ora di contarci e farci sentire!
“non idoneo per i cattolici, trattandosi del riconoscimento della coppia sia pure solo davanti all’anagrafe e non dei diritti e doveri dei singoli conviventi.”
ma porca puttana, DA QUALCHE PARTE DOVRANNO PURE SCRIVERE CHI CONVIVE CON CHI… al comune no, all’anagrafe no, DOVE BISOGNA SCRIVERE CHE CONVIVONO?
Abbiamo dei parapolitici che son dei gran paraculi, che problema c’è ad avere delle parafamiglie?
i legislatori dimenticano che fra le copie di fatto, ci sono moltissime persone che non possono permettersi di comtrare un nuovo matrimonio, anche se vedove, perche’ le pensioni di reversibilita’ di cui godono, sono la LORO UNICA CERTEZZA DI SOPRAVVIVENZA.
Questa categoria di persone non chiede nulla, tranne i diritti elementari: vivere assieme , assistersi a vicenda, poter prendere decisioni in favore dell’altro e intervenire in caso di malattia.
Io ho convissuto da oltre 12 all’estero con il mio compagno. Ora sono rientrata in Italia. L’unica cosa che mi interessa e’ poter continuare a vivere con lui, ma rientro nella categoria delle persone che per ragioni econimiche non possono contrarre matriminio.Come viene tutelata questa categoria di persone?
Grazie,
SC