Diversi ministri si sono irritati perché l’arcivescovo Paolo Romeo, durante i funerali dell’ispettore Filippo Raciti, più che a quelle del morto ha prestato attenzione alle gesta della patrona di Catania, Sant’Agata. Saputo del disagio procurato, anziché scusarsi ha dichiarato (“Repubblica” di oggi, pagina 13): “Un’omelia non è un comizio, ma una preghiera a Dio, un’invocazione rivolta all’intercessione dei santi, nel caso di Catania, di Sant’Agata. A politici come Giovanna Melandri, dico solo che prima di dire a un vescovo cosa dire all’altare dovrebbe prima imparare a pregare”. Dichiarazioni che trasudano una certa boria bimillenaria, a mio modesto parere. Ai politici presenti, l’invito a commemorare i “martiri di Stato” in separata sede: ormai i gerarchi clericali vivono letteralmente fuori dal mondo (vedi anche il cardinal Poletto: “Satana è all’opera contro la famiglia”).
L’arcivescovo a Giovanna Melandri: “Impara a pregare”
21 commenti
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E tutti dovremmo dire all’Arcivescovo: “Impara a tenere la lingua fra i denti!” 😉
l’arcivescovo dovrebbe imparare a farsi i fatti suoi.
Quel ciarlatano siculo e’ ancora piu’ trombone del mago Otelma.
e anche quello torinese, che invece di indirizzare gli schizofrenici da uno psichiatra, gli manda i suoi ciarlatani esorcisti, sta bene… E’ al livello di Vanna Marchi…
Propongo che d’ora in avanti le cosiddette autorità, in casi del genere,(che tutti ci auguriamo non si debbano ripetere, anche se è fallace speranza) accompagnino il feretro fino alle soglie della chiesa e poi se ne tornino a casa.
L’atto di presenza l’hanno fatto, non è obbligatoria la genuflessione alla tonaca.
Caro vescovo: impara a pensare prima di parlare!
Purtroppo la commistione tra Stato (che merita la maiuscola) e chiesa (che non la merita) è ancora molto forte nelle forze armate e nei corpi come polizia, guardia di finanza, ecc.
Ancora ci sono gli “ordinari militari” e i “cappellani”. A quando gli imam in servizio permanente effettivo? O i rabbini?
Ma vi immaginate un carabiniere o un poliziotto morto in servizio che per sua volontà espressa in vita ottiene un funerale laico? Fantascienza, mai visto.
[CATTOTROLL MODE ON]
Beh, io ve l’avevo detto, le preghiere non servono a chiedere, ma sono manifestazioni di amore verso il Signore nostro Dio!!
[CATTOTROLL MODE OFF]
L’arcivescovo ha peccato di superbia, ma anche questa volta (come avvenne per i funerali di Welby), la Chiesa c’ha azzeccato: non è suo diritto né tanto meno dovere immischiarsi negli affari terreni. Prima o poi i seguaci di Nazinga se ne renderanno conto.
però ha ragione il vescovo!
sappiamo tutti che sono fatti così, ‘sti preti! il problema è dei ministri: se non condividono lo stile pretesco possono fare un favore a loro stessi e , soprattutto a noi, semplicemente non frequentandoli.
Se Melandri deve imparare a pregare, allora l’arcivescovo deve imparare a stare al mondo. A lui un cordiale: ma va’ a laurà, pelandra!
Ancora un insulto allo Stato, ancora parole piene di arroganza rivolta a un Ministro, come se si sentissero al di sopra di tutto e di tutti.
Auguriamoci che i nostri politici stavolta comincino a mostrare un pò di dignità, non dando loro più retta e rispondendogli per le rime.
AL TEMPORANEO CATTOTROLL:
hai perfettamente ragione! pensiamo alla formula “sia fatta la tua volontà”: che senso ha pregare qualcuno affinchè faccia quello che gli pare??!!
Ma sai che questa mi pare che sia una delle prime domande che mi sono posto da bambino?
Io la prima domanda che mi son posto da bambino, dopo aver visto il cartoon di Asterix, è stata:”Ma che fine hanno fatto gli dei dell’Olimpo?”.
Quando posi la questione alla maestra questa non riuscì a rispondermi …
“A politici come Giovanna Melandri, dico solo che prima di dire a un vescovo cosa dire all’altare dovrebbe prima imparare a pregare”. sogno che un giorno spero non lontano la Chiesa cattolica venga condannata per le ripetute ingiurie e calunnie contro l’uomo
Lo spero anche io Davide!
anche se purtroppo visto lo stato attuale delle cose è destinato a rimanere solo un bel sogno
«Un’omelia non è un comizio, ma una preghiera a Dio, un’invocazione rivolta all’intercessione dei santi, nel caso di Catania, di Sant’Agata. A politici come Giovanna Melandri, dico solo che prima di dire a un vescovo cosa dire all’altare dovrebbe prima imparare a pregare»
Lasciamo da parte l’incivilita’, la superbia, la rozzezza, l’indelicatezza di queste parole stizzose.
Ebbene il vescovo ha ragione.
Dall’altare sa lui cosa dire.
L’interrogativo e’ da rivolgere ai rappresentanti delle istitizioni: ma che ci stavano a fare li’, a sentire/subire queste parole?
Che ci vadano da persone cumuni in chiesa durante una funzione religiosa, non come rappresentanti istituzionali.
Le commemorazioni a pubblici ufficiali morti in servizio si facciano in un luogo di tutti, in un municipio, in una piazza, in una caserma, e in tale luogo i rappresentanti della Repubblica si presentino come tali e dicano pure due parole, non le lascino dire a un vescovo!
Roberto Grendene
quoto in toto Roberto!
Se qualcuno di noi conosce qualche politico (qualsiasi) dovrebbe veramente “tarmarlo” con una e sola domanda: che ci stanno a fare le istituzioni di uno stato laico a qualsivoglia cerimonia religiosa? r.s.v.p.
Giovanna Melandri, ospite danzante nella villa di Briatore, più che pregare dovrebbe chiedere scusa ai suoi elettori. Sia per esserci stata, vip tra i vip, sia per aver negato di esserci stata.
Giovanni