Il diessino Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay, lo ripete da tempo: «Sui Pacs vogliono far cadere il governo, Ruini lo ha spiegato anche in una riunione segreta con i vescovi abbruzzesi che bisogna scardinare i poli per far nascere un nuovo centro…». Non sono solo le eccessive preoccupazioni di chi, di fronte a un’invadenza strabordante della Chiesa nelle faccende del governo italiano, non ne può comprensibilmente più. Che il cardinal Camillo Ruini, presidente in uscita della Conferenza episcopale, non dedichi ogni sera una preghiera per la buona sorte del governo Prodi è noto. Ma con la sua avversione nei confronti dell’Unione avrebbe contagiato anche papa Ratzinger. E lo avrebbe convinto, appunto, che questo governo deve andare a casa. La voce circola nelle alte sfere, come si suol dire. E’ certo che la campagna forsennata contro la legge sulle coppie di fatto, il pressing quasi senza precedenti sui ministri e sui parlamentari cattolici nel merito di uno specifico testo di legge ha messo in seria difficoltà Romano Prodi.
Lo scatto d’orgoglio in nome dello stato laico del cattolico Prodi – che di fronte all’insistenza dei vescovi ha deciso di spingere sull’acceleratore per varare il ddl – si è comunque accompagnato in questi giorni a una sua preoccupata attenzione alle voci fragorose che arrivavano da Oltretevere. Sta di fatto che per il momento la Cei e il Vaticano hanno avuto la loro soddisfazione, stando al testo varato dai ministri. O meglio. La Chiesa dovrebbe aver avuto la sua soddisfazione, perché invece i vescovi comunque disapprovano l’inziativa del governo: «E impossibile riconoscere le unioni di fatto come bene sociale», dice a Radio vaticana monsignor Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio famiglia della Cei. E il presidente della Commissione episcopale per la famiglia e la vita, Giuseppe Anfossi, va giù duro: «La legge non doveva essere fatta», dunque i vescovi «dovranno tenere una posizione severa». Non solo: al papa in persona non è piaciuto nemmeno il nome che il governo ha dato ai Pacs all’italiana: «Dico», diritti e doveri dei conviventi.
Dal canto suo, il premier ha, per il momento, evitato l’esplosione della Margherita, del Partito democratico e del suo stesso governo. Ma, appunto, il gioco al ribasso non è servito a placare la Cei né Clemente Mastella. E la sinistra dell’Unione attende il testo definitivo, ma già si dice insoddisfatta. Il pessimo compromesso raggiunto ieri sul provvedimento sarà frutto anche dei contatti tra esecutivo e santa sede? Sulla Stampa di ieri veniva riportata la notizia di un incontro tra Prodi e il segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone. In quell’occasione sarebbe stato stilato un patto sul dopo Ruini: il nuovo presidente della Cei sarà l’arcivescovo di Taranto, Benigno Luigi Papa, un vescovo e non un cardinale, che resterà nella sua diocesi e non avrà il piglio «interventista» di Ruini. In cambio, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano, a Prodi sarebbe stata chiesta una maggiore prudenza sui temi cari alla Chiesa. La notizia dell’incontro ieri è stata seccamente smentita non solo dal portavoce di Prodi, Silvio Sircana, ma anche dal direttore della sala stampa vaticana Federico Lombardi. Un’iniziativa insolita, per la santa sede, che in genere non ricorre alle smentite. La lettura della Stampa ha provocato molta irritazione in Vaticano, il che significa quantomeno che la questione è molto delicata. Sarà stato per le indiscrezioni di stampa o perché il disegno di legge alla fine è stato varato, ma ieri si è saputo anche che il cosiddetto candidato prodiano alla Cei, cioè Papa, è uscito di scena. E la tregua è saltata.
Intanto nei palazzi si parla di un altro accordo, questa volta tra i vescovi e il vicepremier leader della Margherita Francesco Rutelli: il disegno di legge in consiglio dei ministri non doveva passare, e per questo Rutelli si è impuntato fino all’ultimo chiedendo continuamente modifiche. Se il vicepremier sgomita per conquistare l’approvazione delle gerarchie ecclesiastiche, è certa nel frattempo l’attenzione del centrosinistra nei confronti di quello che accadrà il 7 marzo, giorno in cui dovrebbe essere annunciato il nome del successore di Camillo Ruini alla guida della Cei. Il nome di Papa era circolato negli ultimi giorni scalzando quello del cardinale patriarca di Venezia Angelo Scola. I totonomine ora invece parla di un nuovo cambio di rotta: si è deciso di tornare a puntare su un cardinale. In ambienti vaticani danno comunque per scontato che il successore di Ruini sarà un «ruiniano» anche per la totale sintonia tra l’attuale capo dei vescovi e Ratzinger, cui spetta il placet. La partita è aperta e in questo contesto va inquadrata la rivolta dei 70 popolari della Margherita che al non possumus dell’Avvenire hanno risposto con una lettera sulla «laicità dell’impegno politico».
Sull’altro versante, quello della destra, si è segnalato il ratzingheriano forzista Marcello Pera che ha criticato Silvio Berlusconi per aver lasciato libertà di coscienza sulle coppie di fatto. Come a dire che ha sbagliato a non voler mettere ulteriori bastoni tra le ruote dell’Unione. Al contempo, un fanatico teocon (certo, sui generis) come Giuliano Ferrara, su questo tema sta recuperando in laicità. Indizio, se non segno, che anche Berlusconi vive con preoccupazione la vicenda: perché alla fine, come – secondo quanto riferisce Grillini – spera Ruini, la sconfitta della legge sarebbe la vittoria di Casini e dei suoi fratelli e cugini centristi.
All’ombra dei «Pacs» la guerra tra la chiesa e il governo
13 commenti
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Nella cultura dei barbari(di ieri e di oggi) l’omosessualità viene associata alla mollezza e alla dissoluzione, viene concepita come una forma di degenerazione della natura umana: la cultura greca, invece, vi vedeva una delle più alte espressioni dell’eros e la considerava idonea ad educare gli animi al culto della bellezza, del valore umano e civile e della libertà.
http://gattomalvagio.blog.espresso.repubblica.it/il_gatto_malvagio/
Fossi in Prodi mi vendicherei brutalmente; cose da fare:
1) mettere fuori combattimeto tutti i parlamentari dell’UDEUR e della Margerita col Polonio,
2) abolizione del concordato, con l’8permille e tutto il resto,
3) invasione del Vaticano da perte dei bersaglieri, e sua successiva riannessione allo stato italiano,
4) Ratzinger non avrebbe più l’immunità da capo di stato per i suoi processi pendenti causa pedofilia negli USA, dove sarebbe quindi arrestato e internato ad Alcatraz, levandocelo finalmente dai coglioni,
5) abolizione dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche e taglio totale ai finanziamenti alle scuole private
6) abolizione di tutti, ma proprio tutti, i privilegi fiscali della Chiesa Cattolica,
7) abolizione della CEI per decreto
8) esilio per Ruini e Bertone, entrambi per attentato agli organi costituzionali.
E finalmente l’Italia sarebbe libera!!!!
assurdo, come diamine fa un Paese come l’Italia a cedere alle richieste di unaltro Stato, non capisco, eppure potrebbe togliergli potere, togliendogli i viveri.
I vaticani sono ancora incazzati di quando Veltroni si è accorto che lo staterello rubava acqua al comune di Roma e gli ha chiesto gli interessi…… e non ha rinnovato il regalo….. per questo ce l’anno a morte con il centro sinistra
Sembra che le basi per abolire il Concordato per violazione dello stesso dalla parte che sappiamo siano piu’ che evidenti. A troppi politici fa comodo non considerarle.
Ernesto non mi fare sognare che poi mi sveglio! 😀
Il Vaticano tenta di nascondersi dietro un dito, ma i fatti parlano chiaro.
Da la Repubblica del 9 febbraio 2007
Il “non possumus” dello Stato di Gustavo Zagrebelsky
Perchè la presa di posizione del giornale della Cei costituisce un inaccettabile vulnus agli accordi concordatari.
http://eddyburg.it/article/articleview/8324/0/19/
Da la Repubblica del 9 febbraio 2007
La politica debole e l´offensiva della Chiesa di Stefano Rodotà
Un attacco non solo al principio di laicità, ma allo spirito della nostra Costituzione. E alla nostra democrazia sempre più fragile.
http://eddyburg.it/article/articleview/8319/0/19/
Ma perchè quel bravo magistrato che ha indagato su Vittorio Emanuele e Vallettopoli, non fa una seria indagine per vedere chi finanzia i partiti?
>8) esilio per Ruini e Bertone, entrambi per attentato agli organi costituzionali.
mi sembra un po’ poco.
Per entrambi piuttosto propongo l’impiccaggione per i testicoli sopra a un recinto di porci affamati da una settimana.
Via, sono entrambi uomini anziani, ed è nostro dovere morale mostrare quanto siamo magnanimi col nemico sconfitto e umiliato…
Bisogna rapire Ruini e portarlo in una stanzetta con letto ad acqua, specchi sul soffitto, musica sensuale di sottofondo e – a sua completa disposizione – un gran pezzo di figa tipo Milly D’Abbraccio e un gran pezzo di maschione tipo camionista muscoloso e peloso dall’alito fognato e dai genitali sovradimensionati. Non si scappa, non potrà che ritornare sulla retta via.
RazionalMENTE i tuoi gusti in fatto di uomini fanno proprio schifo, lasciatelo dire.
I glabri non mi piacciono, oh!!! 🙂 🙂 🙂
Però i miei gusti in fatto di donne non sono male 🙂
Milly D’Abbraccio non sarà di primo pelo, ma… a me mi arrapa di brutto.