Sangue sulla spianata delle Moschee

Venerdì di sangue sulla spianata delle Moschee di Gerusalemme est, con 15 poliziotti israeliani e 20 militanti palestinesi feriti. Gli scontri sono scoppiati al termine delle preghiere, quando 150 manifestanti hanno lanciato pietre per protestare contro i lavori di ristrutturazione avviati da Israele sul terzo luogo sacro dell’Islam. Duecento agenti israeliani in tenuta antisommossa hanno fatto irruzione nel complesso della moschea di Al Aqsa e, senza entrare nel tempio, hanno sparato granate stordenti per disperdere i facinorosi.
Al termine degli scontri, 17 manifestanti arabi sono stati arrestati. Nessuno dei feriti è in condizioni gravi ma nove agenti sono stati ricoverati in ospedale. Il muftì di Gerusalemme, Mohammed Hussein, ha parlato di «un’aggressione contro la moschea» ed è tornato a scagliarsi contro i lavori che stanno interessando la rampa di accesso alla moschea. Israele li difende con la motivazione che sono necessari per la «sicurezza» dei visitatori dopo che il terremoto li danneggiò nel 2004 mentre gli arabi, spalleggiati in questi mesi dai governi egiziano, giordano e saudita, hanno parlato di una «giudaizzazione strisciante» della Spianata (il Monte del Tempio per gli ebrei).
Ora anche dagli Usa è arrivato un invito a Israele a tener conto delle altrui «sensibilità» nell’affrontare lavori di ristrutturazione su un luogo sacro. «Quando c’è una qualsiasi attività attorno a un sito sensibile – ha sottolineato il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tom Casey – vorremmo che di queste sensibilità si tenesse conto e che questo tipo di attività procedessero in modo da non infiammare gli animi o causare problemi».
l presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, aveva preannunciato che questo venerdì sarebbe stato «il giorno della rabbia palestinese». Per questo 2.500 poliziotti erano stati schierati attorno alla Città Vecchia; l’accesso alla moschea era stato permesso solo alle donne e agli uomini di età superiore ai 45 anni e muniti di cartà di identità israeliana. La spianata della Moschea, venerata anche dagli ebrei come il sito in cui fu distrutto il Tempio nel 70 dopo Cristo, fu il punto di partenza della seconda Intifada, scattata nel 2000 per reazione alla ’passeggiatà che vi fece l’ex primo ministro Ariel Sharon.

Fonte: laStampa.it 

Un commento

Francesco M.Palmieri

E poi dice che le religioni (tutte) non sono un guaio serio !

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