Essere o sentirsi?

Mario Gabriele Giordano torna ad affrontare, sulle pagine dell’Osservatore Romano, il tema dell’omosessualità nelle fiction RAI: «A ben considerare, però, di fronte all’intera vicenda, più che di lungimiranza, bisogna parlare di coerenza, di quella coerenza, naturalmente, spicciola e lucrosa che è propria della Rai da quando, entrata in concorrenza con le emittenti private, si è piegata alle tiranniche esigenze dell’audience e che consiste nella passiva subordinazione agli umori, alle mode, ai gusti anche deteriori di momento in momento maggiormente diffusi nelle più larghe zone del pubblico».
L’omosessualità, quindi, non sarebbe che una moda: essere o non essere gay equivarrebbe ad aggiungere o togliere un bottone dalla giacca, aumentare o diminuire la lunghezza della gonna, scegliere un paio di scarpe dalla punta più o meno arrotondata.
L’argomento non è nuovo: lo stesso (ineffabile) Luca Volonté, in un suo recente “redazionale” sul tema dei Pacs, affermava che «intervenire per una legge-privilegio a favore di poche migliaia di persone, solo per il semplice fatto che essi dichiarino di sentirsi omosessuali, è un aborto giuridico».
Ce ne voleva, obiettivamente, per partorire un’argomentazione addirittura più offensiva di quella in base alla quale l’omosessualità consisterebbe in una malattia: eppure, incredibile ma vero, i nostri beniamini vaticani e i loro infaticabili servi sono riusciti nell’impresa; a prezzo, bisogna ammetterlo, di chissà quali inenarrabili sforzi di immaginazione.
Chissà se ai dispensatori di simili idiozie accada, sia pure occasionalmente, di sentirsi un po’ coglioni: ancorché di questi tempi la moda di provare un barlume di vergogna risulti assai poco diffusa.

Alessandro Capriccioli sul blog Metilparaben

4 commenti

RazionalMENTE.net

Se c’è gente che ancora nega il darwinismo (i creazionisti), non mi meraviglio che ci sia ancora gente che considera l’omosessualità una malattia o un vizio.

In TV assistiamo spesso a programmi di divulgazione scientifica nei quali l’evoluzionismo è considerato un dato di fatto. Se ne parla insomma senza mai minimamente metterlo in dubbio ed è giusto che sia così.

Sull’omosessualità invece non vi è alcuna informazione. Addirittura c’è chi la confonde con la pedofilia ecc.

Quindi se almeno in Italia l’evoluzionismo è ormai accettato da tutti come una realtà scientifica, non è possibile dire altrettanto per l’omosessualità.

Il problema di fondo è la disinformazione, l’ignoranza. E l’unico rimedio a mio avviso è informare la gente.

La prima cosa che le associazioni GLBT dovrebbero fare è fare pressione sulla RAI e su altri media mainstream. Sappiamo bene che la politica da sola non basta. Oggi un discorso passa se e solo se lo dice la TV.

archibald.tuttle

ma almeno i gay nella visione teocratica vaticana potranno evitare di pagare il canone rai? no eh?

paolino

Razionalmente, io di persona non conosco dei gay, ma ho sentito da più persone di ragazzi riformati dalle FFAA con articoli psichiatrici (e i problemi che essi comportavano) perchè gay. Non so ora, ma ancora una ventina d’anni fa le FFAA italiane consideravano l’omosessualtà una malattia mentale vera e propria.
Non è solo disinformazione, quindi: molte persone con in mano le leve di comando mentono sapendo di mentire! E purtroppo non tutti questi mentitori vestono una tonaca, nè una divisa: LV non credo abbia indossato mai nemmeno la seconda!

ah

Ciao Paolino,
se non conosci dei gay ci sono due motivi:
a) vivi in un ambiente omofobo e quindi le persone che ti circondano non possono esprimersi liberamente… o comunque non lo vogliono fare..
b) hai dei prosciutti sugli occhi 🙂

Non volermene, ma le persone gay sono tantissime (esclusi gli uomini e le donne sposate con una doppia vita). Mi sorprende che tutta questa vergognosa situazione all’italiana, che vorrebbe i gay confinati nell’abnormalità non provochi un enorme turmoil :-). Io che sono gay ti posso dire per certo che non si tratta di una moda ma di un profondo sentimento, di un’identità forte.

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