Vietare la tradizione secolare dei matrimoni combinati dai genitori con le ragazze “date” in sposa per placare i conflitti familiari. Eliminare le procedure che permettono di togliere alla moglie la sua parte di eredità familiare. Sono due degli obiettivi del progetto di legge “prevenzione di atti contro le donne” presentato oggi in Parlamento dal governo guidato dal Pakistan Muslim League, il partito del presidente Pervez Musharraf. La moderazione illuminata, come il presidente ama definire questo corso della vita politica pachistana, passa ora attraverso il riconoscimento dei diritti alle donne che ancora, soprattutto nelle aree povere e rurali, subiscono discriminazioni e violenze. Già a novembre, nonostante le dure proteste dei gruppi conservatori, il governo ha fatto una legge per penalizzare lo stupro. Musharraf ha promesso di andare avanti con le riforme. Dopo l’abolizione dei matrimoni forzati presentata oggi – ma la cui discussione avverrà nei prossimi mesi – il presidente ha annunciato una riforma della legge sulla blasfemia che, secondo quanto denunciato dagli attivisti per i diritti umani, viene spesso usata per opprimere le minoranze religiose. […]
Pakistan, no ai matrimoni forzati
8 commenti
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http://www.ilpiave.it/modules.php?name=News&file=article&sid=3592
se non sei in grado di fare un intervento pertinente… evita.
non ci vuole tanto, devi solo trovare un passatempo diverso.
comunque riguardo all’articolo, non è male quel che stanno cercando di fare, specie visto il paese…
Temo però che queste leggi resteranno a lungo lettera morta…
E’ già positivo che qualcosa si stia muovendo. Non si può pretendere che di punto in bianco venga stravolta una cultura che vede le donne come semplice merce di scambio.
Il rischio che la legge rimanga inapplicata c’è, soprattutto nelle aree più arretrate del paese, ma mettere nero su bianco alcuni diritti delle donne mi sembra il miglior modo di cominciare un lungo percorso…
“una cultura che vede le donne come semplice merce di scambio”
Si. si chiama “cultura” (??????) giudaico cristiana, ed e’ stata completamente recepita dalla superstizione islamica.
il decimo comandamento (quello che e’ scritto nella cosiddetta “bibbia”, non quello calmierato che fanno imparare al catechismo) recita:
“Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo”
mettendo allegramente la moglie tra le cose di proprieta’; stranamente, avanti all’asino, ma dietro alla casa, come ordine di importanza…
La lettura del libro della smorfia dei trogloditi del Sinai – quello che gli iddioti credon sia la parola di JVH – e’ sempre molto interessante, ci si possono far piu’ risate che sul sito delle barzellette. Purtroppo, c’e’ qualcuno che lo prende sul serio….
Il libro della smorfia riveduto e corretto, quello con la copertina verde, quello che l’arcangelo Gabriele, quello che aveva scopato la vergine, avrebbe dettato al barbuto malcometto (penso gli abbia riservato pure lo stesso trattamento…. gli angeli non han sesso, maschio o femmina, tutto fa brodo…) non fa altro che sottolineare quella valutazione….
“Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo”
Mi sono sempre chiesta come, questo comandamento, si applichi alle donne. In teoria noi possiamo desiderare tutti gli uomini delle altre. E poi se l’ultimo è rivolto così espolicitamente agli uomini devono esserlo anche tutti gli altri. Di conseguenza i 10 comandamenti non riguardano le donne!
Un paese dove il popolo è culturalmente arretrato, ed il governo cerca di modernizzarlo. In italia, le persone sono culturalmente avanti, ed i governi cercano di instupidirlo e di renderlo più arretrato.
In quanto riguarda la blasfemia, quando diversi anni fa, il presidente volle cambiare la legge da pena di morte in ergastolo, scoppio quasi una rivoluzione con le parole ” Il governo è diventato ateo !! Scacciamolo ! ”
Shuya, shuya, anche il Pakistan cambia…