Il Manifesto è pronto, per veder nascere il partito “di popolo, radicato e diffuso sul territorio, capace di rendere partecipati e condivisi i processi di riforma” bisognerà aspettare invece il 2008. E’ quanto si legge nel “Manifesto per il partito democratico”, scritto in tre mesi dai 12 “saggi” dell’Ulivo. “Sottoscrivendo questo Manifesto – affermano – ci impegniamo a lavorare con piena convinzione, determinazione e lealtà per fare, a tutti gli effetti, entro la fine del 2008, dell’Ulivo il Partito dei democratici, il nostro partito”. […] Il documento, che nelle intenzioni dei promotori dovrebbe essere un primo mattone nella costruzione di un nuovo sistema politico, si apre con una dichiarazione patriottica: “Noi, i democratici, amiamo l’Italia”. Il manifesto affronta anche i nodi della collocazione europea, della scelta del leader e della laicità. […] L’importanza della laicità. “Abbiamo ben chiari – prosegue il testo – i limiti della politica, non crediamo nella onnipotenza dello Stato, difendiamo la sua laicità, abbiamo a cuore la difesa dei diritti civili e lottiamo contro tutte le discriminazioni. Secondo noi la politica e la legge devono intervenire con cautela sui temi che hanno a che fare con la scienza e la tecnica in riferimento alla vita umana, al suo inizio, alla sua fine e alla sua riproduzione. Si tratta di questioni che vanno acquisendo una rilevanza centrale nel dibattito pubblico, perchè sollevano inediti e radicali interrogativi di natura etica, che sfidano l’intelligenza e la coscienza”. Dignità e libertà come valori. “Noi riteniamo – prosegue ancora il Manifesto – che solo il dialogo tra diverse visioni religiose, etiche e culturali può portare a soluzioni normative ragionevoli e condivise, rispettose del criterio irrinunciabile della dignità della persona umana e capaci di far incontrare il valore della libertà di ricerca e di scelta col principio per cui non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente lecito”. Il faro della Costituzione. “In questo quadro – conclude in proposito il documento – riteniamo che i rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica siano stati validamente definiti dalla Costituzione e che ogni sviluppo di quei rapporti debba muoversi nel solco fissato dalla stessa Carta costituzionale”. I dodici “saggi”. A redigere il manifesto, dopo l’abbandono di Giorgio Ruffolo, sono stati: Rita Borsellino (che però precisa di non aderire automaticamente al Pd), Liliana Cavani, Donata Gottardi, Roberto Gualtieri, Sergio Mattarella, Ermete Realacci, Virginio Rognoni, Michele Salvati, Pietro Scoppola, Giorgio Tonini, Salvatore Vassallo, Luciano Violante. […] Gioca sul sarcasmo anche Cesare Salvi, che ironizzando su ideali e valori, indicati dai saggi, conclude: “Ora l’obiettivo è più ambizioso: riconciliare illuminismo e cristianesimo. Dopo il tentativo di Emanuele Kant, la palla ora passa a Fassino e Rutelli”.
A mio avviso, Kant nemmeno ci provò: provò a conciliare l’illuminismo con una morale genericamente religiosa, senza peraltro grande successo (thanks Arthur!). Ma questi sono molto, molto distanti anche da filosofi molto, molto meno degni di nota…
“In questo quadro – conclude in proposito il documento – riteniamo che i rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica siano stati validamente definiti dalla Costituzione e che ogni sviluppo di quei rapporti debba muoversi nel solco fissato dalla stessa Carta costituzionale”.
Ecco un buon motivo per non votarli. Non che mi fossi illuso…
I rapporti tra Stato e Chiesa saranno ben definiti quando l’art.7 citera:
“Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani e quest’ultima è vivamente tenuta a farsi i cazzi suoi e a non sfondare le pile al prossimo” 🙂
neanch’io mi ero illusa, la verità è che questo partito avrà un grave deficit di laicità e di autonomia nei confronti della chiesa.
http://uncyclopedia.org/wiki/Emperor_Palpatine
due risate di intermezzo 😉
Leggiamola in positivo. Dopo la presentazione del manifesto adesso almeno sappiamo con certezza quale sarà l’orientamento del nascente Partito Democratico(-Cristiano), no?
E pensare che si parlava tanto di riforme… mi che si finirà piuttosto con una “benedetta” controriforma. Giusto per precauzione, occhio ai falò gente!
Macché cristiano: partito di Confindustria.
Kaworu, grazie!
de profundis diessino, Diliberto e Giordano staranno gia stappando lo champagne…