AN politeista? Scoppia un putiferio

Gianfranco Fini ha un bel dire che non servono «furori», sono inutili «crociate», non si deve «imbracciare polemiche che non hanno ragioni di esistere». In Alleanza Nazionale è già pandemonio sul documento elaborato dal responsabile cultura Fabio Granata come base di discussione per il ‘Forum di idee di An’, think-tank che darà alla luce il ‘manifesto’ delle coordinate politico-culturali di An. Una traccia condivisa dal leader ma per alcuni in An indigesta, dove si legge tra l’altro che «l’humus della civiltà italiana è ricco e fecondo in quanto fin dalle origini ibrido, meticcio, contaminato». E ancora «culla del cristianesimo e quindi del cattolicesimo, l’Italia è però anche erede di una antropologia intimamente politeista». Parole che a qualcuno nel partito sembrano indicare l’ennesima ‘svolta’ solitaria del leader di An, una possibile abiura dei valori della destra, la stonata apertura ad una identità plurale e politeista. Così nei giorni scorsi Francesco Storace ironizzava «di questo passo An fonderà i circoli ‘Preferisco Venere’», Italo Bocchino parlava di «un frullato indigesto di tesi», Carmelo Briguglio puntava il dito contro la svolta Fini-Granata. Anche Daniela Santanché si schierava contro. E oggi Alfredo Mantovano chiede conto direttamente a Fini – nel terzo dibattito del ‘Forum’ – di questi «assiomi indiscutibili, anzi inaccettabili per le conseguenze politiche che ne potrebbero derivare», invitandolo a «non sovrapporre multietnicità a multipluralismo». «Se la prospettiva da Fiuggi è cambiata ditecelo e faremo le opportune riflessioni», chiosa. Fini cade dalle nuvole. «Sono francamente allibito – stoppa le polemiche – nel vedere il furore con cui ci si è scagliati contro un aggettivo, ‘politeista’, che determina ovviamente grande scandalo se concepito in una visione religiosa, ma la cui lettura è molto più semplice: sta per plurale, variegato, portatore di sensibilità, storie e culture diverse». Il presidente di An difende l’idea del modello italiano «pensato e declinato in una logica di inclusione e contaminazione, motivo non di scandalo ma di oggettivo orgoglio nazionale». Nel 2007 – dice, fermamente intenzionato a camminare sulla strada delle aperture del francese Sarkozy e dell’inglese Cameron – «non è il caso di dar corso a crociate ridicole tra sostenitori di De Maistre o di qualche pensiero positivo o ateo-materialista». […]

Fonte: Il Gazzettino Online

3 commenti

Soqquadro

Sono stati i Romani a darci il diritto (e le strade, e il Colosseo, e…) , cosa ha detto di tanto sconvolgente?

archibald.tuttle

«di questo passo An fonderà i circoli ‘Preferisco Venere’»

questo spiegherebbe finalmente cosa combinava sottile con le vallette…

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