Il clericalismo alimenta il laicismo?

L’uomo può essere autonomo dalla religione? Cercare se stessi basta a realizzare la ricerca del senso della vita? È iniziata ieri, con il tema “Laicismo: nuova religione?” la serie di dibattiti organizzata in Pescheria nuova fino a venerdì, ogni pomeriggio alle 18, dalla Famiglia missionaria della redenzione e dal Centro di educazione alla mondialità. Gli incontri, all’interno della mostra “La pace inizia con… la regola aurea della reciprocità” (e cioè “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te”), proseguiranno oggi mettendo a confronto i rappresentanti di varie identità religiose: gli imam di Ferrara Hassan El Maghraoui e di Padova Alìsheik Nour, con rappresentanti delle chiese battista, luterana, ortodossa, metodista evangelica e delle comunità ebraica e valdese. Ieri un politico (l’ex sindaco di Rovigo Paolo Avezzù), un religioso (don Giampietro Ziviani) e un laico (Livio Simonetta), interrogandosi se il laicismo sia «una nuova religione», hanno concluso che la reazione laica è conseguenza di «certo clericalismo» all’interno della comunità ecclesiastica. Tuttavia, l’autonomia dai precetti religiosi dovrebbe limitarsi a trovare il baricentro nell’affermare e riconoscere i valori di tutti, anziché annullarli, per evitare i motivi dialettici. «Cosa resta senza l’etica e i valori delle religioni?», ha chiesto alla platea Avezzù. Citando Aleksandr Solzenicyn («Se Dio non c’è, tutto diventa possibile»), l’ex primo cittadino ha affermato che «fatti come l’uccisione dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, o la strage di Erba, finiscono per essere vissuti come quotidianità se non hanno di fronte i valori della vita», da intendere come i valori che differenziano e qualificano le religioni. Don Ziviani, così, ha aggiunto che il modello laicista francese («eliminare nei luoghi pubblici i simboli religiosi potenzialmente fonti di conflitto») non funziona. Piuttosto che togliere il crocifisso dalle classi, sarebbe meglio aggiungere, a fianco, un simbolo islamico.

Cronaca vera sul Gazzettino Online

Avezzù deve aver letto un libro dal titolo “I fratelli Karamazov nell’arcipelago Gulag”

6 commenti

archibald.tuttle

“Piuttosto che togliere il crocifisso dalle classi, sarebbe meglio aggiungere, a fianco, un simbolo islamico.”

che in realta significa: “piuttosto che rispettare il laicismo, seconda religione nazionale (se non la prima), meglio concedere i nostri stessi privilegi alla terza religione nazionale, ignorando tutte le altre.”

Bobbi

Quello che dico sempre, mettiamo la riproduzione di un bel dipinto rinascimentale, anche con soggetto religioso, che ne so “La Vergine delle Rocce” così accontentiamo i cattolici e i colti (di solito gli atei sono colti)

Chiara P.

Cosa resta senza l’etica e i valori delle religioni?

Restano i valori non religiosi. Quelli del vivere civile. Ogni bambino impara a evitare di picchiare la gente molto prima di andare in chiesa. Essere atei non significa essere nichilisti come crede qualcuno.
Il problema è che quando si ha a che fare con un credente si parte dal presupposto che sia una brava persona con buoni sentimenti. Quando invece ci si trova di fronte un ateo lo si vede come un’incognita. In cosa crederà questo strano essere? Mi devo preoccupare se gli do le spalle?
La mentalità diffusa nel nostro paese è questa. I cattolici sono buoni, gli altri non si sà.
Chi è convinto che la morale venga da dio vede con diffidenza chi la morale se la fabbrica da sè attraverso la ragione.
Io non considero il laicismo una nuova religione. Il laicista vive sereno e tranquillo senza religione e si tiene stretti tutti i suoi prezziosi dubbi.

raphael

A volte mi chiedo se sotto sotto non ci sia una istigazione alla violenza…..
“Che il non credente diventi violento e cada in contraddizione con le sue pretese laiche per cancellarlo del tutto.”

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