La comunita’ islamica di Imperia ha chiesto l’uso esclusivo della piscina comunale per le donne musulmane. La piscina dovrebbe aprire un’ora prima la domenica per permettere alle donne che portano l’hijab di nuotare senza gli sguardi maschili piu’ o meno indiscreti. Secondo la comunita’ islamica, qualora questo privilegio non fosse garantito, si tratterebbe di un “atto discriminatorio”. A nostro avviso sarebbe discriminatorio permettere l’uso esclusivo di una struttura pubblica ad una comunita’ per la loro razza, religione, o qualunque altro discrimine. Cio’ che pretende la comunita’ islamica di Imperia ci ricorda infatti quel famoso motto “equal but separate” (uguali ma separati) con cui la Corte suprema degli Stati Uniti ha legittimato per decenni una vera e propria politica di apartheid nelle scuole pubbliche, sugli autobus e nelle piscine.
Nulla vieta alla comunita’ islamica, come a qualsiasi altro gruppo di cittadini, di “affittare” una piscina pagandone i costi. Ma pretendere che questo avvenga a spese del Comune, e quindi di tutti i contribuenti, ci pare fuori luogo. Allora perche’ non creare spogliatoi separati in scuole pubbliche per le studentesse musulmane per le ore di educazione fisica? O per assurdo, perche’ non concedere l’uso esclusivo di una piscina comunale a quei cittadini sovrappeso che altrimenti si vergognerebbero a farsi vedere in costume? Non crediamo che i contribuenti debbano farsi carico a proprie spese, particolarmente nel caso di attivita’ ricreative, dei dettami di nessuna religione. Chi non vuole condividere i beni pubblici con gli altri cittadini, paghi di tasca propria.
Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
Infatti, il bagno lontano da occhi indiscreti se lo possono fare nella vasca da bagno…
E continueranno a rompere su ogni cosa…perchè? (mi rivolgo ai credenti non laici) perchè siamo in uno Stato che concede privilegi in cambio di voti e non rispetta le minoranze. In uno stato laico le mie pretese di ateo si scontrano con le vostre (cattoliche, valdesi, islamiche ecc) per cui si annullano o si compensano, comunque non per sempre (meno che mai con una legge blindata nella costituzione)
se fan veramente una roba del genere, avrò un motivo in più per non andare al mare in liguria…
secondo me la vera discriminazione sono queste autoghettizzazioni.
Io proprio non capisco… Mai stato razzista in vita mia e credo che mai lo sarò ma certe volte sembra che facciano di tutto per farmici diventare..
concordo in toto con Kaworu!
Vorrei che qulcuno mi levasse una curiosità: nei paesi mussulmani duri e puri le donne non possono studiare, gli uomini non possono maneggiare vulva e dintorni di donne “altrui”: come fanno le donne per avere una visita ginecologica ? Anche perche’ credo che la prolificita’ sia da quelle parti molto ricercata.
a modena sono anni che la piscina dogali è aperta un giorno alla settimana per le sole donne islamiche…..
la nostra tolleranza al servizio dell’apartheid delle donne.
Un’ osservazione:
ma gli uomini musulmani, sono liberi di andare quando vogliono e lanciare “sguardi maschili piu’ o meno indiscreti” alle donne ( e perchè no, anche agli uomini) che nuotano?
Se passasse la proposta (e noto con rammarico che la misura già esiste in altre città), la discriminazione sarebbe doppia. Ma tanto, come dice Homer Simpsons, due torti fanno una ragione!
Semplicemente VERGOGNOSO.
Se vogliono fare il bagno da sole, si costruiscano la loro piscina privata. O se ne tornino a casa loro.
Invece, se si vieta ai musulmani maschi di entrare nelle piscine frequentate da donne non musulmane, sarebbe discriminazione….
D’altra parte, se trovano i soldi per le moschee, li possono trovare anche per le piscine. Sono molto piu’ utili.
sarò cinica, ma fosse per me lascerei le donne islamiche rosolare nel loro brodo finché non diventano furbe. Se gli piace vivere in queste restrittezze faccian o pure, se vogliono andare in piscina alle spese dei contribuenti si attachhino. Se non vogliono più vivere nello stato di schiavitù che subiscono, scappino di casa, vadano in un consultorio, denuncino alla polizia e si facciano adottare dalla Santanché che le ha a cuore tutte.
Noi donne occidentali nessuno ci ha mai aiutato a liberarci, abbaimo fatto tutto da sole, abbiamo lavorato, abbiamo fatto la guerra, le rivoluzioni e la Resistenza, scioperi, occupazioni di fabbrica, manifestazioni, siamo finite in galera e ci siamo fatte ammazzare per la diventare persone di pari dignità e avere qualche diritto, se queste sono così pigre peggio per loro.
La mia religione mi impone di andare in piscina esclusivamente da solo.
Chiedo al Comune di Genova di mettermi a disposizione un’ora di piscina comunale solo per me.
Seriamente, conosco Imperia, ci ho vissuto un anno. E’ una città con poca popolazione, la maggior parte vecchia e molto benestante. quasi tutti i giovani scappano dopo la maturità per andare a vivere a Milano, Genova e Torino. In questo modo quasi tutta la manodopera è in mano agli extracomunitari, che hanno una buona condizione di vita e occupazione. E’ ovvio che avendo questa importanza in quanto quasi unica forza lavoro, soprattutto per i lavori “pesanti”, gli sia dato questo diritto, nonstante la città sia il feudo forzitaliota della Liguria.
Scusate, ma io sono timido… voglio la riviera romagnola tutta per me!!! 🙂 🙂
Scherzi a parte, io penso che la libertà di religione sia una cosa, le pretese su piano religioso un’altra. Insomma non possiamo allestire degli altari per permettere a qualche “veterotestamentario” di bruciare vitelli in pubblico. Un limite dovrà pur esserci. Lo Stato dovrebbe garantire tutte quelle cose che abbiano un senso concreto, ad esempio le rampe per i disabili. Se la religione impedisce alle donne musulmane di fare il bagno davanti a tutti, visto che non è una questione di salute o di vita o di morte, non se lo facciano oppure rispettino di meno la religione.
Insomma in una società civile dovremmo cercare di semplificarci la vita, non di complicarcela.
Le suore possono andare in motocicletta? No, perché non possono indossare il casco avendo già il velo. E fino ad ora nessuna suora ha preteso motociclette apposite o caschi particolari o strade particolari.
Scusate la mia ignoranza , ma ho un dubbio in merito all’argomento: ma le donne mussulmane con quale tipo di costume vanno in piscina?…..Non avranno mica intenzione di nuotare col burqua…….in questo caso, a parte il serio rischio di annegamento, zavorrate da un quintale di panni inzuppati, non si presenterebbero anche seri rischi per l’igiene? Se ricordo bene prima di accedere ad una piscina pubblica ci si doveva fare la doccia…….. anche quella la farebbero col burqua???
Non so cosa dire ma non sono molto convinto che la linea dura sia sempre la migliore. Siamo atei e per questo c’è in noi il rispetto delle diverse sensibilità (anche religiose). La pretesa di avere la piscina tutta per se è una provocazione alla quale dobbiamo rispondere, con intelligenza, non cedendo ma proponedo soluzioni alternative. L’obiettivo deve essere quello di spezzare l’incomunicabilità che c’è fra noi e le comunità islamiche. Certo, sono loro che la cercano, ma a rimetterci sono sempre e solo le donne. A mio parere dobbiamo puntare ad un maggior dialogo soprattutto con le nuove generazioni.
Bisogna sedersi ad un tavolo e mettere sul piatto i due temi principali: loro vogliono rispettare i dettami della loro religione, noi vogliamo difendere e garantire la libertà di tutti e non possiamo accettare nessuna forma di ghettizzazione nè di autoghettizzazione. Cerchiamo un punto di contatto: questo farebbe onore a chi si vanta di essere razionalista
a volte i compromessi sono soltato deleteri, io credo che nelle strutture private ognuno può organizzarsi come vuole, ovviamente nei limiti della legge, ma nelle struttre publiche non ci devon essere nè limiti nè imposizioni di alcun genere (religiose,politiche o sessiste). Questa è la laicità, fondamentale ed importante per un paese civile, poi si può discutere e far capire loro che non devono aver paura degli altri e di non considerarli gli estranei come degli impuri da scacciare. Io credo che le religioni siano estremamente deleteree per una società, fomentano la separazione, la ghettizzazzione e l’isolamento e rendono le persone più indefesi ed escluse, in definitiva le rendono più infelici.
IL TG DELLA LIGURIA HA APPENA ANNUNCIATO CHE LA RICHIESTA DELLE DONNE MUSULMANE DI AVERE LA PISCINA TUTTA PER SE E’ STATA RIFIUTATA.
Con una logica ed elementare spiegazione, ammette orari diversi ad ogni gruppo è irrealizzabile e crea disordini di gestione e poi questo diminuisce l’integrazione.
LA LORO PORTAVOCE DICE “NON SIAMO SODDISFATTE”.
PEGGIO PER TE, COMPRATI UNA PISCINA, AFFITTALA (pagando), O DIVENTA UN PO’ MENO OSSERVANTE
Tra l’altro avevo sentito al tg, che non gli bastava che volevano un turno tutto per loro, ma che il comune avrebbe dovuto spendere dei soldi per oscurare i vetri per evitare che qualcuno potesse guardarle!
A tal punto il comune giustamente le mandate a ……… Si facciano il bagno a casa loro, e non rompano gli zebedei con queste onerose e ridicole richieste, ci pare che in italia siamo cosi’ messi male, che donne non ne abbiamo viste mai, MA CHI VI FILA!!!!
Cartman666:
Al contrario… siamo così sovraesposti a veline, letterine, liceali e onorevoli cattotradizionaliste con cosce, chiappe e tette in bella vista che ormai…
…io mi arrapo solo se vedo un burqa!!!! 😀
si si qUli, TeTtE e così via
viva il burqa per la via
cuanto guadagna un vescovo in Italia? prima domanda; 2da domanda vogliamo una guerra santa , tutta questa attivita musulmana catolica non fa che aumentare lo scontro religioso?
ci rischia di provocare spargimenti di sangue, il iluminismo lo ricordate?, continuate cosi’
nelle controversie religiose non ha senso cercare soluzione razionale perche e’ dogmatismo
senza soluzioni di continuita
Questo non lo sapevo! Anche se a pensarci era ovvio… Tra l’altro depone a favore della CCAR, dato che invece i Sikh pretendevano di essere esonerati dall’uso del casco…
Saluti
Hanmar
A Londra negli anni 80/90 tutti i controllori della metropolitana avevano il classico cappello a visiera “stile carabiniere” col logo della London Transport, tranne gli indiani che avevano un turbante con tale logo.
(e fino a qui NON è una battuta)
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La mia religione mi impone un cappello a cono…
Scusa, Daniele, non l’ho capita!
IL cappello a cono era usato come gogna dall’Inquisizione spagnola, o dai vecchi maestri di scuola!
Paolino:
non c’era nessun simbolismo particolare che volevo legare al cappello a cono (anche se mi sono ispirato a Mago Merlino versione Disney). Ho scelto quel cappello perché era il più stravagante che mi è venuto in mente.
Era solo per dire: se vado a lavorare alla metropolitana di Londra o mi fabbricano un cappello a cono con il logo della Compagnia oppure è una discriminazione religiosa.
🙂
(Inoltre dovranno alzare i tunnel pedonali perché alcuni sono così bassi che con un cappello da fata turchina toccherei il soffitto!)