Roma: presentazione del libro “Un’etica senza Dio”

Roma, 17 febbraio 2007, ore 18, presso la Libreria Croce di Corso Vittorio Emanuele II 156 

Presentazione del libro

UN’ETICA SENZA DIO

di Eugenio Lecaldano (docente di filosofia morale, La Sapienza) 

Intervengono:

Raffaele Carcano (responsabile http://www.uaar.it/)

Piergiorgio Donatelli (docente di storia della filosofia morale, La Sapienza) 

Sarà presente l’autore. 
 

«Non solo non è vero che senza Dio non può darsi l’etica, ma anzi è solo mettendo da parte Dio che si può veramente avere una vita morale» 

«Solo colui che è agnostico o ateo può effettivamente porre al centro della sua esistenza le richieste dell’etica, e solo colui che è senza Dio può attribuire alla morale tutta la portata e la forza che essa deve avere sia nelle scelte che riguardano la sua propria esistenza, sia un quelle che riguardano l’esistenza altrui. L’ateismo è la cornice intellettuale più favorevole all’affermarsi di una moralità»  

Circolo di Roma dell’UAAR, c/o Casa della Pace,
viale Trastevere 66, 00153 Roma
Tel. 3460227998, Email roma@uaar.it, website www.uaar.it/roma

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23 commenti

Guidus

Mi ha sempre affascinato, fin da bambino, il curioso esempio di “morale” e di “etica” che si trae dalle pagine della bibbia. Ho cercato per anni – anni!- di farmi spiegare dai preti quale fosse l’insegnamento morale degli innumerevoli episodi di inaudita violenza e crudelta’ contenuti in quel libro che si ostinano a chiamare sacro. In anni di tentativi, ho ottenuto sempre e soltanto risposte evasive. Solo un prete una volta mi bofonchio’ che la bibbia “non e’ tutta parola di dio” (eresia?). Che non fosse parola di dio ci ero arrivato da solo a otto anni…

Maurizio

Dice Richard Dawkins (tratto da qui):

Michael Shermer, ne La Scienza del Bene e del Male, pronuncia su questo la parola definitiva: se tu sei capace di affermare che, in assenza di Dio, ‘commetteresti furti, stupri ed omicidi’, allora tu mostri di essere una persona immorale, ‘e noi tutti faremmo bene a stare alla larga da te il più possibile’. Se, al contrario, ammetti che continueresti a comportarti in modo retto anche senza sorveglianza divina, hai demolito la tua stessa affermazione che Dio è necessario per essere una persona retta.

Chiara P.

Un po’ di tempo fa avevo visto un’ intervista di Corrado Augias a Eugenio Lecaldano a proposito di questo libro. Mi sono piaciute molto le sue argomentazioni. Credo proprio che andrò a cercare in libreria.

Jean Meslier

Esiste anche il saggio di un vescovo scozzese, Una morale senza Dio, che non ho letto e quindi non so quali
siano le sue conclusioni, ma che dalle premesse sembra interessante.

http://www.ponteallegrazie.it/scheda.asp?editore=Ponte%20alle%20Grazie&idlibro=3991&titolo=UNA+MORALE+SENZA+DIO

Possiamo essere buoni senza Dio? Possiamo costruire un sistema morale
che sia autonomo dalla religione? Richard Holloway, vescovo di
Edimburgo, crede di sì. Crede che Dio debba essere tenuto fuori dal
dibattito morale, che in una società come la nostra non sia più
possibile costruire un’etica basata sulla religione e sull’autorità. Una
buona morale, valida per tutti in una società pluralistica come quella
in cui viviamo, deve fondarsi sull’osservazione delle conseguenze del
comportamento degli uomini: un atto sbagliato è un atto che danneggia
gli altri o viola i loro diritti o è fonte di ingiustizia. E’ per
questo che il vescovo Holloway scende in campo e si confronta con i temi
più dibattuti dei nostri tempi: l’aborto, le droghe, l’ingegneria
genetica, l’omosessualità, consapevole dei conflitti, delle lacerazioni
e dei tormenti che portano l’uomo a scegliere una strada piuttosto che
un’altra, conscio del fatto che la morale del consenso sia una strada
più difficile da percorrere di quella dell’autorità, del dogma, del
divieto. Ma proprio per questo sempre magnanimo, saggio e pieno di
speranza quando afferma che «siamo creature straordinariamente creative
perché in noi la sete di avventura e la sete di conoscenza sono
insaziabili. Da qui provengono difficoltà infinite e affascinanti ma
questo è anche il nostro vanto, ciò che ci rende umani, e di questo
dovremmo rallegrarci».

Damiano

Se la vera etica e’ quella cattolica… allora è meglio stare senza.

papa Nazinger

L’empatia è biologicamente molto sviluppata negli uomini, in quanto animali sociali. Penso che questo sia uno dei presupposti fondamentali per sviluppare delle norme che impediscano ad una popolazione di autodistruggersi.
Personalmente mi reputo una persona spregevole ma l’eccezione conferma la regola.

orso_zen

Penso che la religione serva a difendere la società dai comportamenti antisociali.
Secondo me la religione tende ad ingannare i credenti, ma a vantaggio della società nel suo complesso.

Esistono persone che hanno necessità di sentirsi importanti, a volte indispensabili, e in realtà non lo sono. Se queste persone lo scoprissero avrebbero allora comportamenti antisociali, violenti, rivendicando con la forza una posizione che nella società non possono ottenere.
A questo punto interviene la religione convincendoli che loro sono “eletti”, “buoni”, “importanti per l’umanità”, soddisfacendo i loro desideri. Per costoro credere di essere scelti niente meno che da un “dio” è motivo di grande orgoglio; poi la religione gli dice di non essere violenti, non uccidere etc. e questo libera la società dai comportamenti potenzialmente aggressivi di queste persone.

La religione diventa un pericolo quando le sue regole non sono più utili alla società, o peggio, quando entrano in conflitto con la società stessa.

Emilio Gargiulo

Spesso invece la religione è un facile lavacoscienza per coloro che commettono i più vigliacchi crimini. L’esempio più calzante è la pedofilia, diffusa tra i sacerdoti, ma anche l’ ostentata religiosità di quasi tutti gli esponenti di spicco dei vari clan mafiosi e camorristici.
In pratica: Gesù lava più bianco.

Damiano

Penso che la religione serva a difendere la società dai comportamenti antisociali.
Secondo me la religione tende ad ingannare i credenti, ma a vantaggio della società nel suo complesso

Non tutte, molte religioni esistono solo come filosofie di vita e vissute in modo assolutamente personale, se invece con religioni intendi i monoteismi allora ti do ragione fino ad un certo punto: ingannano i credenti a vantaggio non della società che nel complesso ne perde (basta guardare le condizioni di vita dei paesi in cui le religioni sono forti) ma a vantaggio di qui pochi che detengono il potere. Che poi questi siano in buona fede o meno non fa nessuna differenza.

La religione diventa un pericolo quando le sue regole non sono più utili alla società, o peggio, quando entrano in conflitto con la società stessa

E’ sul significato di utile o non utile che si gioca tutto il pericolo. Se intendo la società come un qualcosa di omogeneo ed indivisibile allora siamo nei guai perchè si va verso l’omologazione (forzata come molto spesso accade nelle teocrazie e nei regimi totalitari di destra e di sinistra).
Se intendo la società come mezzo utile alla convivenza pacifica dei singoli individui allora le cose cambiano radicalmente, è il singolo individuo ad essere titolare di diritti e non la società!.

Daniele Gallesio

L’etica atea umanista è più forte di quella teista perché frutto di riflessione, e non di accettazione aprioristica.

Con Dio non c’è vera etica.

Bobbi

Ho molto apprezzato questo libro, anche se in proposito il mio preferito rimane sempre Trattato di Ateologia di M. Onfray, in cui il ragionamento è ancora più radicale.
La religione deve stare lontano dalla vita, perché serve solo per la morte (creare belle anime da mandare in paradiso)

monia

Il cattolicesimo è immorale oltre ad essere completamente privo di logica e di senso della realtà.

Orso_zen

@Damiano
Sì, parlavo di “religioni”, intendevo i monoteismi.
Il vantaggio di cui parlo x la società è quello di far sentire importanti persone che altrimenti sarebbero escluse dalla società. Che poi le gerachie detengano il potere, dipende un po’ da qual è l’organizzazione della religione stessa (es. chiesa cattolica e protestante sono un po’ diverse).

Certo che i devono essere garantiti i diritti dei singoli, effettivamente x società intendo riferirmi all’insieme dei singoli.

C’è un altro punto su cui bisognerebbe riflettere: il fatto che molte persone preferiscano accettare un’etica stabilita da altri e accettata dal “gruppo”, piuttosto che dover riflettere personalmente e rischiare di andare in conflitto con la “maggioranza”.
Questo atteggiamento secondo me è sbagliato, ma temo che per molti credenti sia indispensabile l’accettazione passiva.

monia

la religione ti dispensa dal riflettere, basta che vai dal confessore e ti dà una risposta preconfezionata a tutto. è molto più impegnativo ragionare con la propria testa.

Damiano

Credo faccia parte per lo più del “sistema di valori” che i genitori dovrebbero costruire: se i genitori abituano i figli a non pensare, non riflettere, e a seguire passivamente l’autorità religiosa, il risultato comporterà molti adulti incapaci di pensare con la propria testa.

Damiano

C’è un altro punto su cui bisognerebbe riflettere: il fatto che molte persone preferiscano accettare un’etica stabilita da altri e accettata dal “gruppo”, piuttosto che dover riflettere personalmente e rischiare di andare in conflitto con la “maggioranza”.

Credo faccia parte per lo più del “sistema di valori” che i genitori dovrebbero costruire: se i genitori abituano i figli a non pensare, non riflettere, e a seguire passivamente l’autorità religiosa, il risultato comporterà molti adulti incapaci di pensare con la propria testa.

Diego

Damiano e company,

lo sapete qual’ è il vostro problema ? Che voi non discutete sulla religione, ma sull’ idea che voi avete sulla religione e sui credenti, idea spesso molto lontana dalla realtà, a volte veramente risibile !
Come potete avere la presunzione di sapere quello che accade nel cuore dell’ uomo, le sue motivazioni e le sue intenzioni profonde ? I vostri sono giudizi molto superficiali, spesso frutto di pregiudizio, o semplicemente di esperienze personali generalizzate.
A parte il fatto che siamo tutti diversi, e quindi ciascuno vive la sua fede in modo diverso, a volte parlate dei credenti come dei poveri stupidi, gente senza intelligenza, che accetta passivamente e acriticamente tutto, quasi dei robot. Se questo vale per la fede, deve valere per tutti gli altri ambiti di vita della persona : chi è credulone per una cosa, lo è per tutto, l’ intelligenza umana non va a compartimenti stagni ! Ma questo non è vero !
La fede non è un ideologia, accettata la quale poi essa rimane uguale a se stessa, ma è spesso una lotta, un continuo porsi domande, dubbi e interrogativi che nascono anche dal confronto con se stessi con l’ altro e con il reale, è un percorso di crescita, quindi anche la fede si evolve.
Purtroppo il problema è proprio questo, che si cresce in eta e ( si spera ) intelligenza, ma a volte a livello di fede e spiritualità si rimane bambini, ed è normale che a un certo punto ciò che ti bastava a 6 anni a 30 40 50 etc. non ti basta piu’, certe risposte non ti soddisfano.
In molti vostri interventi vedo proprio questo, ragionamenti infantili sulla fede, spesso frutto di ignoranza, siamo proprio all ABC, ecco perchè è necessaria una nuova evangelizzazione, che possa far sperimentare a ciascuno di noi che la Bibbia è veramente parola di Dio, e che Gesu’ Cristo è il Figlio di Dio.
Vi invito a guardare il sito http://www.nuovaevangelizzazione.it o http://www.koinoniagb.org

fabrizio

evangelizzazione? io non sono contro nessuno ma se sento dire da qualcuno che è necessaria una nuova evangelizzazione allora sono contro. la bibbia da sperimentare su ciascuno di noi? guarda in tutta franchezza provaci e ti sbrano.

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