Ingerenza delle gerarchie ecclesiastiche

Gentile direttore, quando saranno rese pubbliche le note orientative della Cei, riguardo alla legge sulle coppie di fatto, sarà interessante confrontarle con un documento che molti sembrano aver dimenticato, e che i prelati della Cei saranno costretti in gran parte a copiare, magari con altre parole, giacché non sarà facile inventare nuovi pretesti. Si tratta del documento: Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, approvato (28 marzo 2003) da Giovanni Paolo II e firmato dal cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto, e da Angelo Amato, Segretario. Certamente però, per non rendere il documento vincolante come il precedente, saranno anche costretti a cambiare un passo emblematico: “Nel caso in cui si proponga per la prima volta all’Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale” (n. 10). Passo che dimostra chiaramente come la Chiesa non si allontani mai dal Vangelo: “Ed egli disse loro: «Date dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»” (Mt 22,21).

La lettera di Elisa Merlo è stata pubblicata su Vanity Fair

Un commento

paolino

Ma i vescovi della CEI sono cittadini italiani?
Se sì c’è il reato di attentato ai diritti civili e politici del cittadino.

Commenti chiusi.