Sciamana dall’occhio d’oro La protesi di 5.000 anni fa

Era alta una spanna più delle altre donne e non passava inosservata. Aveva tra i venticinque e i trent’anni, la fronte un po’ sfuggente, il mento deciso e la pelle bruna. Si vedeva che era straniera e probabilmente veniva dalla Penisola arabica, ma ciò che la distingueva da tutti era un occhio finto ricoperto da una sottile sfoglia d’oro, inserito nell’orbita sinistra.
Questa signora davvero speciale visse quasi cinquemila anni fa a Shahr-i Sokhta, in Iran, non lontano dal confine con la Battriana, l’attuale Afghanistan. Una città ricca e vivace dove transitavano le carovane dei mercanti che facevano affari tra Oriente e Occidente e che forse, un giorno, portarono con loro quella straniera dall’aspetto tanto singolare. Non sappiamo che cosa la spinse laggiù, nel lontano deserto del Sistan ma, date le sue caratteristiche fisiche e la presenza di quell’occhio d’oro, gli archeologi non scartano l’ipotesi che si trattasse di una sacerdotessa o di una sciamana. Quando morì fu sepolta col suo occhio posticcio, una collanina di turchese, uno specchio di bronzo dalla forma un po’ esotica e una trentina di vasi e coppe di fattura locale. […]
Quindi un occhio d’oro, che però non aveva l’aspetto di un occhio naturale. E questo può avere una spiegazione. Poiché l’abilità degli antichi artigiani di Shahr-i Sokhta avrebbe permesso loro di realizzare un occhio finto molto somigliante al vero, vien da pensare che quella protesi avesse soprattutto la funzione di lanciare «sguardi lampeggianti», che conferivano alla donna un alone misterioso e soprannaturale. Sguardi adatti a chi doveva vedere quello che gli altri non vedevano; una sciamana, appunto.

Fonte: Corriere.it

5 commenti

Vassilissa

Che terra affascinante la Battriana! Peccato non ci sia una foto

g.b.

Forse da quelle parti, per quanto riguarda la condizione femminile, 5000 anni fa erano più progrediti di oggi.

davide

a g.b.
anzi se dai un’occhiata alla cultura di quei popoli e di tutti quelli precristiani vedi che la donna era considerata inun modo tutto particolare, quasi come una sacerdotessa dell’irrazionale e del dionisiaco (non a caso in Grecia erano donne le messaggere di Apollo e le addette al culto di Dioniso, le Baccanti). Di conseguenza, considerando il dionisiaco come demoniaco, il Cristianesimo e l’Islam hanno trasformato la donna da un ponte con il soprannaturale a un essere che deve essere servo (per non dire schiavo) degli uomini, unici intermediari tra la divinità e l’umano. Perciò più passa il tempo più sono convinto che non ci sia nulla più del paganesimo (anche da un punto di vista ateo più intellettualmente corretto) che promuova in pieno la dignità e la totalità della persona umana

Vassilissa

Aspetto con ansia che si decidano a fare una mostra sul tesoro ritrovato della Bactriana.

Hanmar

Del resto la dea primigenia era la dea madre, Gea presso i greci.
Poi sono arrivati gli Ebrei, e addio divinita’ femminili…

Saluti
Hanmar

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