Barragan: Non litighiamo sulla vita

Javier Lozano Barragan è il ministro della Salute del Vaticano. O meglio: è il presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per la Salute. E come tale ci ha parlato su alcuni dei temi etici più controversi: la fine della vita, il destino degli embrioni, i profilattici… E lo ha fatto spiegando bene il suo ruolo, mai dandoci opinioni personali. E allora nell’ufficio del Consiglio, al numero 3 di via della Conciliazione, la grande strada che collega Roma e il mondo delle terrene cose alla Basilica e alla Santa Sede, dobbiamo far conto di avere davanti i 36 alti prelati che Giovanni Paolo II ha voluto mettere insieme nel Pontificio Consiglio. Barragan rappresenta la Pastorale, ascolta il mondo e compila le ricette di una scienza che si scrive altrove, dall’altra parte delle mura, dentro la città del Vaticano, nella Congregazione per la Dottrina della Fede: il luogo dei si può e non si può, spesso a prescindere, ci pare, dalle drammatica realtà che la Pastorale si trova a gestire. Il cardinale Barragan ci parla, allora, nella più ufficiale delle vesti: un buon segno perché alcune delle cose che ci ha detto faranno tirare un sospiro di sollievo a molti politici impegnati sui temi etici.

Eminenza, l’agenda politica è piena di questioni che dilaniano le coscienze e su cui si rischia di cadere in facili contrapposizioni e strumentalizzazioni che generano solo inquietudini. Eppure dialogare su questi temi tra uomini e donne di diverso orienamento è l’unico modo per individuare soluzioni condivise. Ma i toni si alzano e gli steccati ideologici sembrano insormontabili. Perché?

“Il problema è la confusione tra il benessere e la felicità. Il mondo occidentale si è secolarizzato nella negazione della trascendenza, e dunque ha costruito la sua visione del mondo attorno a una coincidenza tra vita e benessere. Tutti i problemi che pone l’etica e che sembrano ostacolare il benessere generano discussioni accese, finiscono col raggiungere un’opposizione tale che è impossibile capirsi perché si parlano lingue diverse. Se uno parla una lingua totalmente secolarizzata e l’altro parla una lingua totalmente cristiana, c’è bisogno di una traduzione. Di un dizionario. E questo è un compito importante della Chiesa: trovare un dizionario”.

Quindi è della Chiesa il compito di farsi capire?
“Quando è in gioco un rapporto, ci sono sempre diversi soggetti che devono mettersi in relazione e capirsi. E in questa domanda, mi scusi, si vede l’inizio dell’incomprensione: chi è il colpevole? La Chiesa! Le risposte alle questioni etiche provengono sempre da una maniera di concepire l’uomo, se si hanno diverse concezioni, si hanno diverse risposte. D’altra parte, quando si parla della Chiesa tante volte si è pensato che la Chiesa sia la gerarchia. No, è una parte, ma non il tutto. La Chiesa è un mistero d’amore: come ha detto il papa, l’amore che include l’amore terreno”.

A proposito di amore terreno, la stampa ha raccontato di un documento redatto dalla Pastorale in materia di Aids e di profilattico. Il documento è all’esame del papa: sarà pubblicato?
“Il papa mi ha chiesto di avviare un dialogo con la Congregazione per la Dottrina della Fede sul preservativo. Io ho cominciato il dialogo: non fatto nessun documento. Ho fatto uno studio scientifico e teologico, e l’ho inoltrato come uno studio interno per integrarsi nello studio totale. La Dottrina della Fede, sotto la sorveglianza del Santo Padre, risponderà, quando lo riterrà opportuno”.

Ma sappiamo che l’Aids si può prevenire con l’utilizzo dei profilattici. E molti vescovi hanno chiesto alla Chiesa di aiutarli a rendere in questo modo felice la vita di molte coppie in cui uno dei partner è sieropositivo. Perché non promuovere l’uso del profilattico per contrastare la diffusione del virus?
“Il mio dicastero opera nella Pastorale. E nella cura pastorale ho visto visto fortemente la presenza dell’ Aids. In un giorno a Kylongo, in Uganda, ho sotterrato due persone. Ero in un campo dove non c’era che caldo orribile, polvere orribile, fame orribile. E Aids. Ho visto più di mille persone in ospedale che mi dicevano: ‘Faccia qualcosa per noi’. Mi hanno presentato 200 bambini di meno di otto anni che mi dicevano: ‘Faccia qualcosa per noi’. Io cosa ho fatto? Ho parlato col Santo Padre e lui ha fatto la Fondazione Buon Samaritano che sta distribuendo antiretrovirali ai più poveri che nessuno aiuta, ad esempio. Il 27 per cento dell’assistenza ai malati di Aids nel mondo è svolto dalla Chiesa. La faccenda non è così semplice da potersi ricondurre a condom sì, condom no”. […]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito dell’Espresso 

5 commenti

statolaico

E già: “il 27 per cento dell’assistenza ai malati di Aids nel mondo è svolto dalla Chiesa. La faccenda non è così semplice da potersi ricondurre a condom sì, condom no”. Infatti:qui si tratta di buisness! Come si fa a rinunciare al 27% della torta?! Il mercato è mercato, mica pop corn! Alla faccia dei duecento bambini di otto anni e dei morti che ha dimenticato non appena ha finito di seppellirli mi viene da dire…

Steve

E certo che fa comodo al prete curare più malati possibili.

Meglio dei malati da curarew che persone sane che nopn hanno bisogno di pietire dai preti.

La cheisa cattolica è responsabile del contagio e della morte per AIDS di decine di milioni di persone.

archibald.tuttle

“Javier Lozano Barragan è il ministro della Salute del Vaticano.”

ah, hanno gia annunciato il nuovo governo? speriamo sia meglio della turco…

archibald.tuttle

“E questo è un compito importante della Chiesa: trovare un dizionario”.

missione compiuta direi:

laicita->laicismo, laicita cattiva
parlamentare cattolico->laico buono
opinione->verita
relativismo->nichilismo
fede->ragione allargata
liberta->capriccio, voglia
essere umano->fedele
diritti civili->orgoglio diabolico
respiratore artificiale->fine naturale della vita
omosessuale->malato, debole e deviato
scienza->scientismo
creazionismo->disegno intelligente
evoluzione->ipotesi speculativa
eccetera eccetera eccetera eccetera eccetera, fino al vomito…

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