Avvenire: l’allerta continua sui Dico non si molla

Che i Dico non siano nei 12 punti proposti da Romano Prodi per rilanciare l’azione di un ancora ipotetico governo bis non sembra aver cancellato le spinte centripete sui temi della famiglia emerse con forza in questi mesi. L’impegno «non trattabile» a estendere gli assegni familiari e ad aumentare gli asili nido, sottoscritto l’altra notte dai leader del centrosinistra, segnalerebbe una positiva determinazione, se non fosse che – è stato ribadito – il disegno di legge sulle unioni civili è già approdato in Senato e di lì è pronto a percorrere il suo cammino parlamentare con il sigillo dell’esecutivo. I giochi politici in queste ore sono certo ancora aperti, esponenti della maggioranza hanno invitato esplicitamente a mettere da parte i Dico in questa fase, essendosi rivelati elemento di lacerazione sia nel Paese sia nel Palazzo. Comunque si risolva la crisi, l’iter del ddl pare almeno rallentato, benché il proposito di portarlo a termine rimanga saldo nei suoi promotori. L’ampio e composito fronte di coloro che si oppongono alla regolamentazione (che è riconoscimento) delle coppie di fatto si trova di fronte a un bersaglio che sembrerà inabissarsi per qualche tempo, salvo poi riemergere in circostanze meno coincitate per il centrosinistra. Ciò che risulta allora auspicabile è il mantenimento di una mobilitazione ideale e, in particolare, di una tensione culturale, volta a elaborare una riflessione che finora non era apparsa prioritaria. […]
Che le preoccupazioni suscitate dai Dico non siano soltanto supportate dai dettami della dottrina cattolica, può essere ulteriormente articolato e motivato nell’ambito di un ampio contesto nel quale rilevare tendenze generali della società italiana (invecchiamento anagrafico e sclerotizzazione culturale, perdita di innovazione e competitività). Non sono analisi che si prestino allo sviluppo in poche righe, ma l’assecondare il permissivismo del desiderio e un narcisismo da Grande Fratello tv ha certo a che vedere con il clima generale che poco alla volta conquista il predominio. Vista in questa prospettiva, la contrarietà ad assegnare nuovi diritti alle coppie conviventi in quanto tali assume un significato meno angusto. E per i non credenti magari non epocale. Un impegno di studio e di attenzione sarà funzionale, allora, non a “punire” astrattamente qualcuno, bensì a promuovere la salvaguardia di alcuni capisaldi che finora si sono dimostrati laicamente efficaci.

Fonte: Avvenire.it

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7 commenti

PaleAle (Alessandro)

A me sembrano un poco isterici: e farsi una camomilla? 🙂

Mazzoni Alberto

NON SI MUOVE FOGLIA CHE LA CHIESA NON VOGLIA.
In occasione della recente crisi, ben pochi hanno evidenziato una delle cause della caduta del governo: l’aver proposto un disegno di legge per regolamentare le coppie di fatto sia etero che omo.
Dalle alte gerarchie vaticane sino all’ultimo parroco tutti hanno levato alti i loro lai afferman-
do che i “Dico” sarebbero stati la rovina del matrimonio convenziale chiudendo entrambi gli occhi davanti ad una realtà italiana che non fa comodo alla chiesa, realtà che esiste in tutta la sua drammaticità. I lati negativi dello stato attuale delle coppie di fatto sono stati ben evidenziati dai vari parlamentari favorevoli ai “Dico” (che, fra l’altro sono una forma molto soft dei Pacs, ma occorre accontentarsi:)
Conosco molti giovani che non intendono contrarre matrimonio perchè non credono a questa
forma di unione, separati che attendono anche dieci anni per regolarizare la loro posizione ai fini pratici (reversibilità della pensione, eredità, affitto di casa, assisternza sanitaria ecc.) per non parlare degli omosessuali sempre considerati peccatori dalla chiesa quando vivono la loro natura ma che albergano in gran numero anche fra di loro, per non parlare dei preti pedofili che distruggono la vita dei bambini affidati alle loro cure.
Ritornando alla crisi di governo non molti hano evidenziato il voto negativo di quel fur-bacchione di Andreotti, da sempre molto legato al vaticano, che ha sempre votato per il centro-sinistra.
Perchè questo voltafaccia? Nel programma di governo c’erano i “Dico” e, in occasione della defezioni di due senatori dell’estrema sinistra, quella era il momento favorevole per far cadere il governo sordo ai pressanti richiami della chiesa.
Da tener presente che ci sarebbe stato un altro scoglio per il governo attuale per i “Dico” dato che il ministro cattolico Mastella aveva affermato la sua assoluta contrarietà e che, unitamente ai suoi colleghi di partito, avrebbe dato voto contrario.
E per ultimo, ciliegina sulla torta: nel nuovo programma proposto da Prodi non vi sono più i “Dico”. Ancora una volta i cattolici hanno condizionato il governo perchè tramite i voti dei transfughi del centro-destra (vedi Follini) forse sarà possibile avere una maggioranza al Senato.
Sono scoraggiato e, permettetemelo, anche un pò incazzato. Non ne faccio una questione politica ma ancora una volta vedo un condizionamento della nostra vita da parte della chiesa.
Come in passato, chiedo ai politici laici di sottolineare il comportamento vessatorio della curia romana nei confronti degli atei e degli agnostici e di far sentire forte in nostro dissenso.
Alberto Mazzoni
Messina

trotzky

@Mazzoni Alberto.
E’ inutile rivolgersi ai politici. I favorevoli ai DiCo nel Paese sono la grande maggioranza. Basta manifestare fino a quando questo diritto civile sarà realizzato come negli altri Paesi europei. Perchè dovrebbero prevalere quattro gratti e per giunta anche involuti.

gianni

mi sembra molto lucida l’ osservazione di Alberto Mazzoni, e io andrei anche oltre pensando che la cosa vada bene anche a Prodi e agli altri, almeno nessuno potrà dire ufficialmente che la chiesa, facendo cadere il governo sui Dico , ha condizionato il governo e la colpa ricade su due ingenui comunisti, ingenui ma coerenti, mentre coerenti non mi sembrano i partiti della sinistra così detta radicale che manifestano a vicenza e poi votano una politica estera che non dovrebbero condividere, a Genova in certe situazioni si dice che sembrano i ladri di Pisa che di giorno litigano tra di loro e di notte vanno a rubare insieme

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