Chiese a perdere? Giammai

L’inserto femminile di “Repubblica”, in edicola oggi insieme al quotidiano, propone un’interessante servizio di Femke Bijlsma sul riutilizzo delle chiese anglicane nel Regno Unito. Dal 1970, infatti, a causa della progressiva perdita di fedeli, la Chiesa d’Inghilterra ha chiuso circa 1.700 luoghi di culto. Il servizio è corredato da alcune fotografie che testimoniano tale riutilizzo: chiese che ora sono pub, appartamenti, gallerie d’arte e studi di registrazione. Già l’ottimo libro di Steve Bruce, God is Dead: Secularization in the West, aveva in copertina l’immagine di una chiesa riconvertita a emporio di tappeti.

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7 commenti

Pantzini

Sarebbe interessante conoscere meglio il meccanismo della riconversione: essendo la chiesa anglicana finanziata dallo stato come quella cattolica in Italia, immagino che gli inglesi “costringano” i prelati a chiudere le chiese annunciando un taglio dei fondi?
L’Italia è piena di chiese vuote, e gli alloggi scarseggiano… 😉

mimmo

Le chiese potrebbero pure restare tali, a me non danno fastidio.
Il fastidio che mi porta all’intolleranza nei confronti della chiesa, è dovuto all’enorme e quotidiana ingerenza nella vita sociale, familiare e soprattutto economica di noi cittadini italiani.
Se dipendesse da me, lo stato vaticano lo sposterei su un’isola deserta e sperduta dell’Oceano Pacifico, ma dato che ciò sarà impossibile, sto prendendo in considerazione seriamente l’idea che ad espatriare sia io.

RazionalMENTE.net

In Italia chiedono soldi per costruire sempre nuove chiese, nelle province e periferie probabilmente perché le città sono piene. Ma le costruiscono davvero? Che fine fanno i soldi?

Pantzini

Ogni tanto in pronvincia si vedono sorgere delle vere cattedrali nel deserto, ma se l’affluenza effettiva è quel 20% recentemente evidenziato…
Le chiese come il suono del territorio o croci e crocifissi marcano fisicamente il territorio anche quando spiritualmente l’influenza cattolica è inesistente. Intanto però la posizione “istituzionale” della chiesa viene ritenuta indiscutibile.

Nikky

A proposito di Chiese questa mattina ho ricevuto una notizia che ha migliorato notevolmente il mio umore: la Chiesa del mio paese è stata chiusa a causa del prete che si è rifiutato di dire la messa perché l affluenza di fedeli sta calando notevolmente. E come se non bastasse vogliono portare via le campane.. che felicità non mi dovrò più svegliare alle sei della mattina! 😀

Raffaele Carcano

Già che ci sono, segnalo anche la vignetta di Bucchi a pagina 25: c’è un Ratzinger mefistofelico che prorompe in questa frase: “Meglio di potere temporale est potere uragano”. Se su Repubblica passano di queste cose vuol dire che il vento sta cambiando.

Roberto Grendene

Ricordo dell’esistenza del contributo a Chiese riconosciute dallo stato per parte degli oneri di urbanizzazione secondaria. Qui la quota oscilla sull’8 per cento (si’, per cento, non per mille), a seconda della legge regionale che l’ha stabilita secondo le intenzioni della legge statale.

Questo contributo serve per costruire nuove chiese, ristrutturare quelle esistenti, ma anche per comprere terreni per costruire pertinenze, quali oratori, campi sportivi…

Per dare una idea di cio’ di cui si sta parlando, basti sapere che a Bologna la quota annua devoluta alle chiese (quasi tutta alla Curia Arcivescovile) sfiora gli 800.000 euro.

Carta canta:
http://uaarbologna.altervista.org/files/ous_bo_2004.pdf
http://uaarbologna.altervista.org/files/ous_bo_2003.pdf
http://uaarbologna.altervista.org/files/ous_bo_2002.pdf
http://uaarbologna.altervista.org/files/ous_bo_2001.pdf

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