Divorziare in Italia

Sono in attesa di un bambino, mi trovo mio malgrado a vivere una condizione di profondo disagio… il mio compagno, legalmente separato da sei anni, non può sposarmi perchè non è ancora stata emessa sentenza di divorzio dalla sua ex moglie (che, per inciso, ha già da anni una storia con un altro uomo). Questa situazione ci fa enormemente soffrire, ed è davvero triste e sintomatico dello spirito vecchio e conservatore di questo stato che con le sue leggi tutela vecchi vincoli per lasciare prive di tutela nuove famiglie che vorrebbero formarsi, lasciandole nella tanto deprecata condizione di coppie di fatto. Mi chiedo a quale razza di buon senso siano ispirate simili leggi e procedure!, che trasformano uno stato laico, quale dovrebbe essere il nostro per costituzione, in uno stato etico, sottoposto ai dettami della chiesa cattolica! Dieci anni per un divorzio sono tanti!… troppi! perchè qualsiasi cosa si dica, questi sono i tempi quando vi è una separazione giudiziale come presupposto. Ringrazio chiunque leggerà e terrà in considerazione le mie parole, magari facendosi portavoce di un disagio molto diffuso e sentito, che va ben oltre la singola storia personale. Nutro ancora la speranza che quanto detto trovi ascolto e riscontro presso il legislatore, spingendolo ad andare oltre i dettami e le costrizioni del cardinale Ruini & Co. Rivendico lo stato laico di cui mi sento cittadina, e l’art. 7 della costituzione che proclama rispetto reciproco nei rapporti con la chiesa cattolaca, ma anche LIBERTA’ da qualsiasi sua ingerenza sui temi sociali di maggior interesse. La politica ha il dovere di attenzionare la realtà concreta vissuta nel paese dove opera e regolamentarla, al fine di rendere più agevoli e trasparenti i rapporti che ne derivano. La chiesa rimanga pure a sbraitare le sue verità dai pulpiti delle parrocche, e chi si sente veramente cattolico li segua alla lettera, lasciando libero, chi cattolico non è, di fare diversamente; lo stato ha il dovere di tutelare tutti, cattolici e non, credenti e atei. Desidero solo un’informazione da chi leggerà questa mail, esiste attualmente la possibilità concreta di un cambiamento? c’è un modo per risvegliare le coscienze e far valere i diritti dei non cattolici, in uno stato che, in teoria, assicura libertà di pensiero e che non proclama nessuna religione come religione di stato? possiamo difendere il senso della nostra democrazia, evitando che di fatto divenga una teocrazia?
Grazie.

Messaggio inviato a soslaicita@uaar.it

Vi sono diverse proposte di legge che possono, in un modo o in un altro, migliorare la normativa sul divorzio. Le riportiamo sul nostro sito, all’interno dell’osservatorio parlamentare:

www.uaar.it/laicita/osservatorio-parlamentare/xv-legislatura/disegni-legge/ddl-2006-1174.html
www.uaar.it/laicita/osservatorio-parlamentare/xv-legislatura/proposte-legge/pdl-2006-262.html
www.uaar.it/laicita/osservatorio-parlamentare/xv-legislatura/proposte-legge/pdl-2006-529.html
www.uaar.it/laicita/osservatorio-parlamentare/xv-legislatura/proposte-legge/pdl-2006-656.html
www.uaar.it/laicita/osservatorio-parlamentare/xv-legislatura/proposte-legge/pdl-2006-1813.html

Le reali possibilità che vadano in porto sono in realtà un po’ basse: stiamo già vedendo cosa accade al progetto sui Dico, che è uscito dal programma di governo, raccogliendo il voto determinante di Andreotti. Purtroppo l’influenza della Chiesa cattolica sembra proprio non avere termine.

7 commenti

davide

Data la situazione attuale , dato che l’uso dei carri armati contro il Vaticano, pur desiderabile che sia, è solo contro producente credo che l’unica cosa sia tentare il più possibile di mettere davanti e spingere all’azione pratica tutti quei cattolici che dicono:”La chiesa fà male a intervenire continuamente, dovrebbe capire di più la gente, a sentire alcune cose della Bibbia passerebbe la voglia di credere…, ma nonostante ciò continuo ad essere cattolico praticante (messa la domenica, frequentare gruppi di ispirazione cattolica) perchè voglio credere in qualcosa più grande di me”. Ed è proprio quest’ultima frase che impedisce che le loro constatazioni di fatto possano poi tradursi in azione pratica in difesa dell’uguaglianza e della libertà di ciascuno di decidere della propria vita. Credo che l’unica soluzione per contrastare il potere dittatoriale della religione cattolica sia che noi non credenti, cominciamo ad essere missionari verso coloro che da un lato vedono le disuguaglianze prodotte dal potere clericale, ma dall’altro non trovano in loro stessi il coraggio di opporvisi

Gnofle

No, i carri armati no… Bisognerebbe toccarli in quello che di più profondo hanno. No, non la fede: il portafoglio. Togliamogli l’8 per mille: in questo modo, i signori in tonaca dovranno andare a lavorare per mantenersi, e finalmente capiranno cosa significa vivere una vita da persona comune. Imparerano ad andare a fare la spesa, ad accollarsi un mutuo, a pagare le rate della macchina, l’ICI, conosceranno una donna e vorranno mettere su una famiglia…
In breve, non avranno più tempo da perdere dietro al loro dio…

Magari la prossima generazione potrebbe trarne beneficio…

Tiresia

L’8 per mille non glielo toglierai mai. E’ un circolo vizioso: tu mi dai l’8 per mille, io ti faccio il lavaggio del cervello a tante persone in nome di un dio, quelle persone continuano a votarti, tu continui a darmi l’8 per mille e magari pure qualcos’altro ecc. Urge un’azione di forza, popolare (e qui l’UAAR è importante per far uscire allo scoperto altre coscienze oppresse), tanto le guardie sfizzere non sono poi così tante 🙂 E se accade come alla presa di Roma, non sarà così faticoso.

tadeo

Poca cultura,secondo Francesco Alberoni, ma’ dove vive questo signore?…al tramonto dell’ impero romano, gli artisti non erano piu capaci di fare un ritratto, pensate nemmeno un capitello, …era nato il cristianesimo….okey, e oggi io vedo in Italia la stessa pericolosa decadenza della capacita di creare……????…

Giuvà

Anche se togliamo l’ 8 per mille in Italia succede ben poco.
Succhiano soldi in tutto il mondo.

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