Omosessualità e normalità cattolica

Nel sito CulturaCattolica.it è possibile leggere una intervista che sembra venuta fuori da un altro mondo (quello in cui non vorrei vivere). Riporto alcune domande particolarmente significative, sforzandomi di commentare qua e là (ma confesso che la reazione più invadente è di un attonito silenzio). I corsivi sono miei. Omosessualità & normalità. Colloquio con Joseph Nicolosi. Sottotitolo: L’omosessualità è un sintomo di un problema emotivo e rappresenta bisogni emotivi insoddisfatti dall’infanzia, specialmente nella relazione con il genitore dello stesso sesso. […]

L’intervento di Chiara Lalli sul blog Bioetica

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41 commenti

Damiano

Perciò statisticamente non è ‘normale’ nel senso che è molto diffusa. Oltre a questo, non è nemmeno normale in termini di natural design (nota: Il termine design, difficilmente traducibile, può essere reso con scopo, progetto, modello. Si tratta del concetto tomista di ‘natura’: è l’essenza in relazione alla funzione o attività della cosa). Quando parliamo di legge naturale, e della funzione del corpo umano… quando guardiamo alla funzione del corpo umano, l’omosessualità non è normale

Qualche bigotto in ascolto dovrebbe spiegarmi come mai l’omosessualità sarebbe anormale in termini di “natural design” mentre il voto di castità, e la “famiglia monogamica” si. (lo hanno dedotto forse da qualche particolare anatomico?)

Leo55

Ho letto l’intervista……….difficilmente si ha modo di imbattersi in un coacervo di teorie a meta strada tra le teorie del razzismo scientifico, foriero di recrudescenze naziste sulle presunte “superiorità” razziali e un mix di scalcagnate affermazioni etico-culturali che di scientifico non hanno neanche la più pallida apparenza.
Sono affermazioni molto pericolose….abbiamo avuto modo e maniera di vedere dove conduce la teoria della cosidetta “normalità”: i Gulag e i manicomi criminali, passando per i lager nazisti e i confini fascisti, sono tutti lì a ricordarci che tutti quelli che non erano ritenuti “normali”, ovvero erano ritenuti “pericolosi” per la stabilità del regime , erano da “curare” opportunamente……..magari facendoli scomparire nelle camere a gas o nei forni creamatori.

Vassilissa

la ‘classica relazione triadica’ (3) costituita per il ragazzo da un padre distante, distaccato e critico, da una madre iper-coinvolta, intrusiva e talvolta dominante e da un ragazzo costituzionalmente sensibile, introspettivo e raffinato che è esposto ad un rischio maggiore di sentirsi carente nell’identità sessuale. Noi vediamo questo schema continuamente.

HAHAHAHAHHAAAHHH OMAMMAMIA 😆
Ma sai quante ne ho viste di famiglie così (anche nella mia) ma i filgli sono assolutamente etero… che montagna di stronzate!
Hei Kaworu come sempre le lesbiche non vengono considerate. Oddìo, meglio così sennò ti acchiappano e ti fanno la terapia riparativa.
(brrrrr)

davide

a leo55
Beh se vedi qualche differenza tra il cattolicesimo e il nazismo, spiegamela perchè per me sono sinonimi!

Kaworu

già vassilissa, ho notato 😉

si vede che questa gente per prima ha grossi problemi con le donne 😉

Kaworu

@daniele

non è un quadretto inverosimile, ma molti ragazzi che conosco con quel quadretto sono tranquillamente etero…

viceversa conosco gay che con quel quadretto non c’entrano una mazza XD

Leo55

@Davide

Vorrei ricordare a tal proposito, il libro – denuncia di Ernesto Rossi: “Il manganello e l’aspersorio”, sulle collusioni tra il Vaticano e il regime fascista nel ventennio…..non perdetelo!

davide

a leo55
Sai in che libreria posso andare a prenderlo (Feltrinelli,…)?

Leo55

Non so se posso fare pubblicità sul blog, ma io, di solito, per acquistare libri, mi servo delle librerie virtuali che abbondano sul web. Comunque la Feltrinelli ne sarà senz’altro fornita.
Il libro è edito dalla Kaos edizioni.
Saluti.

FredFast

@Kavoru
Hai fatto caso che certi cripto-cattolici, quando parlano ad esempio dell’ AIDS come malattia punitiva nei confronti degli omosessuali, quasi mai considerano le omosessuali donne, ma solo i maschi? Vi dimenticano, forse non esistete!
Ma quando…
E comunque nella clinica del “dottor” nicolosi ci andrei volentieri, ma col mio set di giraviti e brugole per smontargliela pezzo per pezzo! Ho tutte le misure e standard possibili!!!
Terapia riparativa? Si, ho le pezze di fibre e resine per le loro capoccie dure, che chiedano per le riparazioni!

Chiara P.

“La normalità è ciò che adempie ad una funzione in conformità al proprio design; questo è il concetto di legge naturale – e in questo senso l’omosessualità non può essere normale, perché l’anatomia di due uomini, i corpi di due uomini, o due donne, non sono compatibili.”

Visto che hanno parlato delle donne? Non vi sentite escluse ce n’è anche per voi! 🙂

Chiara P.

@FredFast
E’ vero che gli omosessuali maschi sono tra le categorie più a rischio HIV. Non certo come punizione ma perchè con il sesso anale ci possono essere delle piccole lesioni che favoriscono la trasmissione del virus se non viene usato il preservativo. Questa cosa non riguarda e donne…

Francesca

Vorrei far notare il corsivo presente nell’articolo originale:

“Moltissimi studi mostrano che gli omosessuali sono più infelici, depressi, predisposti a tentativi di suicidio, hanno relazioni povere, sono incapaci di sostenere relazioni a lungo termine, hanno comportamenti autolesionistici e disadattati. “

Moltissimi studi dimostrano anche che le donne islamiche sono pericolosamente esposte a suicidi, depressioni ed hanno relazioni povere. Così come le donne sono più soggette degli uomini alla depressione. Dal che limpidissimamente si evince che anche essere donne è una condizione innaturale.

lik

“un ragazzo costituzionalmente sensibile, introspettivo e raffinato che è esposto ad un rischio maggiore di sentirsi carente nell’identità sessuale. Noi vediamo questo schema continuamente.”

E io invece ho visto tanti bei maschioni gay non sensibili prima di trovare l’altra metà un bel maschione gay e pure sensibile 🙂

“Molti di loro sono sposati con bambini, e gli era stato detto che non avevano altra scelta che essere gay, e che avevano un gene dell’omosessualità, e che dovevano imparare ad accettarlo, ma queste persone sono state capaci di andare a fondo nelle cause della loro attrazione verso il proprio sesso.”

Ci sono molti omosessuali che dopo uno stile di vita gay si sposano e fanno figli senza seguire nessun tipo di terapia, io ne ho conosciuti un bel po’ e il motivo per cui li ho conosciuti è perché ci hanno provato con me, non perché me li sono andati a cercare. Vorrei che si chiedesse al dottor Nicolosi come è possibile dimostrare scientificamente che questi omosessuali da lui curati non vanno poi a viversela nei cessi delle stazioni di nascosto. Io direi comunque che l’omosessualità in certi individui puo’ essere “sintomo” di problemi come del resto puo’ esserlo l’eterossessualità. Ho conosciuto omosessuali che prima di scoprirsi come tali, hanno avuto una vita eterossessuale intensa , a volte compulsoria (tanto per intenderci frequentazione assidua di prostitute per esempio). Ma in questi due casi la patologia non è né l’omosessualità, né l’eterosessualità. L’obiettivo della terapia è permettere alla persona che sta male, che soffre di scoprire quali sono i suoi veri desideri e se la suddetta persona scopre di non essere gay ma in realtà etero, non fa nessuna differenza con una persona (caso molto più frequente) che da etero scopre di essere gay. Non ha sensao una terapia che “cura l’omosessualità) E poi la bisessualità dove la mettiamo?

PS Posso dare un consiglio a tutti? Smettetela un po’ con l’accusa di nazismo, fascismo, cattofascismo, non perché non sia in parte vera, ma perché nell’intervista ci sono scritte talmente cose inesatte, che è meglio smontarle una ad una. Piuttosto direi che in Italia siamo veramente sfigati. Dagli USA arrivano solo le cose negative mai quelle positive.

Kaworu

@fredfast

si ci ho fatto caso.

evidentemente allora il dio cristiano adora le lesbiche, visto che sono la categoria in assoluto meno a rischio aids XD

quando vai in quella clinica dimmelo, io ho una mazza da baseball 😉

@lik

si beh nicolosi ha scritto il solito concentrato di cazzate…

è già tanto che non abbia detto che i gay tendono a vestirsi di rosa e a riferirsi a se stessi al femminile. ma quest’uomo è cresciuto a pane e “il vizietto”?

emel

Io sono del parere che non si dovrebbe cercare di trovare nei grugniti dei maiali una parvenza di linguaggio umano.
Se un porco dice “GRUUF GRUUF OINK OINK” ha senso che si cerchi di traslare in italiano la sua frase ?

emel

Il motivo per cui i religiosi non parlano (quasi) mai dell’omosessualita’ femminile e’ tanto semplice quanto banale (dal loro punto di vista):

Se due uomini si rifiutano di portare a termine il compito che dio gli ha assegnato facendoli nascere sono colpevoli di oltraggio alla divinita’, essi sprecano il preziosissimo seme che porta la vita, blablabla…
(quanti ancora oggi affogano a piedi pari in questo letamaio pregando ad alta voce)

Le donne invece sono infinitamente meno importanti nell’universo del dio con la barba.
Esse sono dei semplici contenitori, dei recettori per il fluido vitale che e’ portato e custodito dall’uomo.
Allo stesso modo con cui non si preoccupano se due cani sono omosessuali i religiosi e i loro schiavi non prestano attenzione all’affettivita’ che esiste tra due femmine.
…l’importante e’ che siano sempre pronte a allargare le gambe per ricevere il dono del coglione di dio.

Per chi voglia approfondire il filone della diversita’ di trattamento in tutti i campi tra maschile e femminile i libri della Heritier (antropologa alla Sorbona) sono ottimi.

lik

Beh emel, se è per questo pure l’omofobo Voltaire si interessava solo all’omosessualità maschile.

JSM

Io sono ottimista: oggi i credenti dicono che l’omosessualità è una malattia da curare, ieri prendevano alla lettera la Bibbia che sostiene che l’omosessuale deve essere messo a morte.

Carlo

Ho aperto ora la pagina di cultura cattolica con l’articolo “incriminato”. Nella parte alta della finestra gli ads di Google mi davano ‘Gay Italien’, ‘Gay accomodation’…. Stavo per scoppiare a ridere. Che dire, viva Google 🙂

Carlo

Dopo attenta lettura di quest’articolo, sono giunto a una conclusione: il mio piede e’ naturalmente disegnato per il culo di Nicolosi. Sara’ forse per questo che sento un’irresistibile voglia di prenderlo a calcioni??

Comunque mi devono spiegare cosa c’e’ di meno naturale del cristianesimo (porgi l’altra guancia… Non mi sembra che sia un comportamento naturale. Il comportamento naturale e’ restituire il cazzotto con gli interessi)

Daniele Gallesio

Ely scrive:

La psicologia non è una sicenza, ma un business!

E la Madonna, che tranchant! 🙂

Tutto può essere un business.
Dai libri pro Padre Pio ai libri contro Padre Pio.

Dipenderà mica un pochino da come si fa il mestiere di psicologo?
(O di psico-analista che è cosa diversa.)

Mettere sullo stesso piano Raffaele Morelli e Cesare Musatti mi sembrerebbe giusto un pochino azzardato! 😀

PaleAle(Alessandro)

@Daniele Gallesio
>Dipenderà mica un pochino da come si fa il mestiere di psicologo?
>(O di psico-analista che è cosa diversa.)

E in che consiste la diversità?
A parte che il termine psicanalista si usa oramai solo per i pochissimi che usano un metodo strettamente freudiano, ma in genere la differenza dovrebbe essere tra terapeuti che capiscono come e in che modo aiutare i pazienti e invece quelli che lucrano o curano solo le loro diagnosi ignorando la persona che hanno davanti.

Daniele Gallesio

Col termine psicologo si intende semplicemente un laureato in psicologia che ha passato l’esame di abilitazione alla professione.
Dopodiché è libero di aprirsi il suo studio e lavorare esclusivamente con quel che ha appreso all’università.

Per diventare psicoanalista, invece, dopo la laurea si deve fare una scuola di specializzazione di 5 o 7 anni e, soprattutto, fare almeno una psicoanalisi personale. Ovvero provare la psicoanalisi sulla propria pelle dalla parte del paziente affidandosi a uno psicoanalista esperto.
Questo fa una differenza enorme.
Non si può indagare l’inconscio altrui se non si è mai indagato il proprio, a mio modo di vedere.

Questo per quel che riguarda il curriculum.

Per quel che riguarda gli strumenti, la differenza fondamentale è che la psicoanalisi lavora sul transfert fra paziente e analista, ed è in grado di arrivare alla radice del malessere.
Il rapporto che il paziente instaura con lo psicoanalista diventa un “archetipo” (nessuna valenza jungiana al termine) del modo con cui il paziente si rapporta col mondo.
L’analista mostra al paziente “quello che fa” e piano piano ciò consente al paziente degli insight profondi.
Consente di guarire “da dentro”.

Mentre una tecnica che non lavora sul transfert cura i sintomi “da fuori”.
Certo, si può instaurare un ottimo rapporto umano anche con uno psicologo non psicoanalista. E i risultati dei metodi non transferali sono indiscutibilmente più rapidi.
Però sono cambiamenti meno profondi, meno strutturali.

Spiegare il transfert a chi non è mai stato in psicoanalisi è un po’ come spiegare i colori a un cieco dalla nascita.
Ma se uno ci vede, non può non notare la differenza fra un film in bianco e nero e un film a colori.
Naturalmente ognuno è liberissio di preferire il bianco e nero, in assoluto o in relazione al tipo di film.

Daniele Gallesio

Poi che esistano psiocologi seri e psicologi non seri, così come psicoanalisti seri e psicoanalisti non seri, è proprio quello che intendevo dicendo che se è solo un business o meno dipende da come si esercita la professione.

Me questa è una osservazione che riguarda tutte le professioni.

Come ci sono idraulici capaci e idraulici incapaci, idraulici onesti e idraulici disonesti (vedi servizi varii de “Le Iene”), ciò vale per tutti i mestieri. Psicologi e psicoanalisti compresi.

Non è che perché uno ha pagato 300 euro un idraulico per farsi stagnare un tubo che dopo l’intervento perde ancora che può concludere che gli idraulici non sono bravi professionisti.
Quell’idraulico non è un bravo professionista.

PaleAle(Alessandro)

@Daniele Gallesio
>Per diventare psicoanalista, invece, dopo la laurea si deve fare una scuola
>di specializzazione di 5 o 7 anni e, soprattutto, fare almeno una psicoanalisi personale.

Come scrivevo prima, il termine psicoanalista ormai è usato solo per coloro che hanno una metodologia feudiana
http://it.wikipedia.org/wiki/Psicoanalista
che è ormai minoritaria perchè adatta a uno strettissimo numero di problematiche, anche perchè, tra le altre cose, in una terapia psicoanalitica freudiana il terapeuta è freddo e distaccato, laddove, oggi, si preferisce l’interazione relazionale sorretta da una profonda empatia.
Per quanto riguarda altre metodologie (junghiana, adleriana, gestalt etc. etc. o il mix di questi), per quanto mi risulta, il termine ‘psicanalista’ non è più usato.
Sono d’accordo sugli anni di specializzazione e sulla terapia personale, ma, il termine psicoanalista mi è sembrato che l’usassi in maniera non propia.

>Per quel che riguarda gli strumenti, la differenza fondamentale è che la psicoanalisi lavora >sul transfert fra paziente e analista, ed è in grado di arrivare alla radice del malessere.

>Consente di guarire “da dentro”.
>Mentre una tecnica che non lavora sul transfert cura i sintomi “da fuori”.
>Certo, si può instaurare un ottimo rapporto umano anche con uno psicologo non >psicoanalista. E i risultati dei metodi non transferali sono indiscutibilmente più rapidi.
>Però sono cambiamenti meno profondi, meno strutturali.

Secondo me, tutto dipende da cosa ha bisogno il paziente in quel momento: non tutte le metodologie (e di conseguenza i terapeuti) sono adatte a tutte le persone.
Puoi andare da uno psicologo e non riceverne beneficio, da un altro peggiorare i tuoi problemi, da un altro ancora risolverli e/o stare meglio. In genere è saggio provare e magari ricercare referenze e capire o intuire se ciò che ti viene proposto fà al caso tuo.

>Non è che perché uno ha pagato 300 euro un idraulico per farsi stagnare
>un tubo che dopo >l’intervento perde ancora che può concludere che gli idraulic
>i non sono bravi professionisti.
>Quell’idraulico non è un bravo professionista.

Sono d’accordo con te.
Anche se c’è da mettere in conto, per quanto riguarda gli psicologi, molti pregiudizi e paure ancora radicate: dalla paura del ‘mago che ti legge nel pensiero e ti soggioga’, al pregiudizio del ‘medico dei pazzi’ (classica frase: ‘Io andare da uno psicologo? Non sono matto!’ etc.).
Da qui, forse, frasi un pochino generalizzanti come: ‘La psicologia non è una sicenza, ma un business!’ oppure ‘gli psicologi sono una casta’.
Se si partisse dal presupposto che si è liberi di andare o non andare da un terapeuta (quando per esempio gli amici, i parenti, il partner non possono aiutarti o non bastano per uscire da una situazione di profondo disagio) e non si è affatto obbligati a proseguire una terapia che non si sente adatta, forse si sentirebbero meno certe affermazioni.

Daniele Gallesio

x PaleAle(Alessandro):

Boh, non ho studiato psicologia.

Il professionista a cui mi rivolgo io si definisce psicoanalista e non è particolarmente vecchio di età.
Freudiano sicuramente lo è. Freddo e distaccato assolutamente no.

Certamente non tutte le terapie sono adatte a tutti.
E ti dirò di più. Non tutte le persone che adottano una particolare terapia sono adatte a tutte le persone che hanno un particolare problema.

A questo punto mi hai fatto nascere un forte “sospetto” 🙂
tu sei uno psicologo? Di che tipo?
Ciao
Daniele

Intendo dire.
Prendi due psicoanalisti (chiamali A e B) compagni di università e di specializzazione, che hanno dato tutti gli esami negli stessi corsi copn gli stessi docenti, e che hanno fatto analisi personale dallo stesso analista. E che perdipiù applicano la stessa tecnica coi propri pazienti.
Prendi due pazienti (X e Y) che hanno i medesimi sintomi.
Può benissimo essere che il paziente X si trovi meglio con lo psicoanalista A e il paziente Y con B.
Poi bisogna anche vedere se lo psicoanalista si trova bene col paziente.

Uno psicoanalista non può lavorare con tutti i malati e un malato non può fare analisi con qualunque analista.
È un rapporto di coppia a tutti gli effetti (pur nella sua asimmetricità): bisogna “andarsi bene” reciprocamente.

Francy by Toscana

Mamma mia che articolo razzista e allucinante..
Tornando agli psicologi..vorrei parlare di meluzzi, il tipo fisso all’Isola dei Famosi e all’Italia sul 2 con la barba bianca, vestito di nero che dice di essere supercattolico e se ne vanta. Ieri facendo zapping l’ho beccato all’talia sul 2 che parlava di divorzio e danno psicologico dei figli; diceva “Una verità assoluta è che nessun figlio anche grande è contento del divorzio dei suoi e che tutti vorrebbero che papà e mamma tornassero insieme, nemmeno un ha mai detto il contrario”. Ciao Meluzzi del cavolo, io sono figlia di separati, non ho problemi, i miei stanno meglio così e non vorrei tornassero insieme perchè l’amore era svanito. Quindi vai a zappare per le patate.
Bisogna distinguere tra psicologi seri e ciarlatani. meluzzi e il tipo dell’articolo sono della 2 categoria.

PaleAle(Alessandro)

@Daniele Gallesio
>Il professionista a cui mi rivolgo io si definisce psicoanalista e
>non è particolarmente vecchio di età.
>Freudiano sicuramente lo è. Freddo e distaccato assolutamente no.

Allora, può essere che non sia un freudiano puro, non sò. Del resto, se non ricordo male, i terapeuti oggi hanno la tendenza a personalizzare molto la metodologia e ad ibridarla, con utili vantaggi.

>A questo punto mi hai fatto nascere un forte “sospetto” 🙂
>tu sei uno psicologo? Di che tipo?

No, non sono uno psicologo. In quanto al tipo, direi un tipo come tanti altri 🙂

>Uno psicoanalista non può lavorare con tutti i malati e un malato non può fare
>analisi con qualunque analista.
>È un rapporto di coppia a tutti gli effetti (pur nella sua asimmetricità): bisogna
>“andarsi bene” reciprocamente.

Sono d’accordo (o come si scrive in gergo? Quoto? 🙂

Valerio

Joshep Nicolosi purtroppo è noto per le sue sedicenti terapie correttive.
In Italia ha i suoi sostenitori cattolici, nel gruppo chiarere o qualcusa del genere, che avevano anche publicato un opuscolo per le edizioni paoline, una serie di discorsi omofobi e privi di fondamento.

Daniele Gallesio

Allora, può essere che non sia un freudiano puro, non sò. Del resto, se non ricordo male, i terapeuti oggi hanno la tendenza a personalizzare molto la metodologia e ad ibridarla, con utili vantaggi.

Bèh, sì…
…freudiani “duri e puri” (nel senso fermi a quello che ha scritto Freud) spero non ne esistano più visto che Freud è morto nel 1939.
Uno psicoanalista fermo a Freud sarebbe come un fisico fermo non dico ad Einstein, ma addirittura a Newton, se non a Galilei.

La psicoanalisi è andata avanti dai tempi di Freud, e oggi molte sue teorie non sono più accettate (e per inciso non si prescrive più la cocaina 🙂 ), però rimangono comunque differenze fra le varie “scuole”.

La psicoanalisi freudiana è molto diversa dalla psicologia analitica jungiana.
Entrambe sono poi adattate alla personalità del singolo analista, ma partono da modelli di base piuttosto differenti.
Per non parlare poi della scuola di Lacan (o come si scrive) che è capace di mandarti via dopo 10 minuti di seduta… Io un analista così lo odierei! 😯 Ma per alcune patologie particolari sembra essere la terapia più efficace.

Alcuni pazienti adorano la scuola di Jung, io che sono razionalista se l’analista mi chiedesse “di che segno astrolgico sei?” mi alzerei e me ne andrei! 😀

Daniele Gallesio

Francy by Toscana:

Concordo.
Meluzzi è un coglionazzo.

I miei, quando ero piccolo, litigavano talmente spesso e “furiosamente” che io desideravo che divorziassero!

PaleAle(Alessandro)

@Daniele Gallesi
>…freudiani “duri e puri” (nel senso fermi a quello che ha scritto Freud)
>spero non ne esistano più visto che Freud è morto nel 1939.

Non confonderei il metodo con l’aggiornamento di conoscienze.

>Alcuni pazienti adorano la scuola di Jung, io che sono razionalista se l’analista
>mi chiedesse “di che segno astrolgico sei?” mi alzerei e me ne andrei! 😀

Davvero ci sono analisti Junghiani che ti chiedono il segno zodiacale? Bè se è per questo ho saputo di analisti che si definiscono freudiani che usano farti bere vino prima della seduta …

Se dovessi propio scegliere, credo preferirei Adler: ma, in fondo, perchè limitarsi?

Daniele Gallesio

Boh, non sono sicuro (perché ripeto non ho fatto studi in tal senso) però penso che sia cambiato proprio il metodo.
Freud per esempio imponeva le mani sulla fronte, ora non si fa più.
Ma le mani sulla fronte credo che sia stato Freud stesso ad abbandonarle.

Non so se al giorno d’oggi gli Junghiani chiedono ancora il segno. So però che Jung credeva nell’astrologia e aveva fatto uno studio sui tratti psicologici tipici di ciascun segno zodiacale.

“Quel santone ingrato di Jung”, come ebbe a definirlo Sigmund… 🙂

Quanto al vino… non sarà molto ortodosso, ma la sua attività anti-inibitoria è conclamata e neurochimicamente spiegabile.
L’astrologia… bèh… più facile che la mi psiche sia influenzata da una sbornia che da Venere nel segno dei gemelli 🙂

Adler non lo conosco per niente. Solo di nome.

PaleAle(Alessandro)

@ Daniele Gallesio
>L’astrologia… bèh… più facile che la mi psiche sia influenzata da una sbornia
>che da Venere nel segno dei gemelli 🙂

Spero che il vino sia buono, ma quando si è sbronzi si tende a non gustarlo più ed è un vero peccato 🙂

>Adler non lo conosco per niente. Solo di nome.

http://it.wikipedia.org/wiki/Alfred_Adler

Daniele Gallesio

Nel frattempo avevo già fatto un salto su quella pagina di Wiki 🙂

No, io non ho mai bevuto prima dell’analisi.
Dicevo che fra il vino e l’astrologia mi farebbe cadere meno le palle il vino, ma non l’ho mai usato a scpoi analitici.

Francesca

@Francy by Toscana

Io ho sempre implorato i miei genitori di divorziare.

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