Dai primi giorni di dicembre del 2006 l’Italia ha finalmente un nuovo Comitato nazionale di bioetica. Si era accumulata una certa tensione impaziente e sospettosa attorno al rinnovo di questo organismo, sia per i lunghi mesi di attesa (e di trattativa?) trascorsi dopo la scadenza del mandato del precedente Comitato sia per il rilievo assunto nel frattempo dai temi «eticamente sensibili» all’interno della maggioranza di governo. Il Comitato nazionale di bioetica (d’ora in poi per brevità Cnb) nel nostro Paese è infatti una diretta emanazione della presidenza del Consiglio dei ministri. Possiamo dunque legittimamente sintetizzare che si tratta della fedele espressione di come il governo Prodi interpreta il pluralismo delle visioni bioetiche in Italia e di come vuole indirizzare il dibattito nei prossimi mesi e anni. In una fase di offensiva a tutto campo delle gerarchie ecclesiastiche e di profonda spaccatura del mondo cattolico tra fondamentalisti e moderati, l’attenzione è alta. Scorriamo dunque l’elenco dei nuovi membri.
Stando all’annuncio ufficiale dell’esecutivo, il nuovo Comitato è stato selezionato sulla base di quattro criteri prevalenti: la riduzione del numero dei componenti da 52 a 40; una presenza più massiccia di donne, che salgono a 15; l’abbassamento dell’età media; un discreto ricambio nella composizione dell’organismo. Si tratta, a prima vista, di principî di scelta condivisibili e positivi. Tuttavia, in questa metodologia balza all’occhio un’assenza macroscopica: la competenza nel merito. Per quanto edificanti, i quattro criteri formali adottati non hanno alcuna relazione logica stringente con i contenuti delle decisioni del Comitato e con il metodo di discussione per raggiungerle. La riduzione del numero, il genere, l’età anagrafica e il ricambio non sono di per sé garanzia né di pluralismo né di qualità. […]
La rappresentanza di personalità provenienti dal mondo cattolico è sempre stata preponderante nei nostri Comitati di bioetica, fa parte delle tradizioni non scritte. Controlliamo però precisamente a quanto assomma tale rappresentanza in quello appena nominato e insediatosi il 26 gennaio 2007. Analizzando il curriculum, le pubblicazioni, le interviste e le prese di posizione dei nuovi membri su questioni dirimenti come lo statuto dell’embrione e il controllo delle nascite, possiamo fondatamente attribuire al variegato mondo della bioetica cattolica ben 24 membri su 40: una maggioranza assoluta, schiacciante. Stando in questi termini la composizione interna, ed essendo stato un fervente cattolico il presidente nei due precedenti mandati, ci si aspetterebbe di trovare, come bilanciamento, un presidente di orientamento diverso. Ebbene, no. A quella maggioranza assoluta va infatti aggiunto l’ex presidente della Corte costituzionale e attuale presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana, Francesco Paolo Casavola, professore di Diritto romano. Egli potrà esercitare la sua influente funzione di cattolico democratico e conciliante in qualità di nuovo presidente del Cnb. […]
Dentro la folta pattuglia di maggioranza troviamo naturalmente intellettuali non soltanto di tutto rispetto, ma anche piuttosto eterogenei per sensibilità e attitudini. Troviamo cattolici adulti e meno adulti, moderatamente progressisti e conservatori, uomini della Cei, sacerdoti, giuristi e medici. Conosciamo bene quali siano le nobili doti di indipendenza dei cattolici democratici italiani, ma in una fase storica in cui le pressioni della gerarchia spiccano per aggressività e perseveranza ci domandiamo quale effetto avranno, al momento di prendere decisioni cruciali su punti specifici di dibattito, i richiami all’ordine. […]
Il testo integrale dell’articolo di Telmo Pievani è stato pubblicato su laStampa.it
perchè non far diventare la cei direttamente un comitato di bioetica???
Scusate l’ironia ma trovo sconvolgente la composizione.
Ed io che continuo a sognare una tecnocrazia………………………..
“Tuttavia, in questa metodologia balza all’occhio un’assenza macroscopica: la competenza nel merito”
E’ per questo che in Italia siamo nel pieno medioevo, trovare un biologo cattolico è più difficile che trovare un ebreo nazista, così continuiamo ad affidarci ad un gruppo di maghi e ciarlatani da tv regionale.
Cmq ogni giudizio è sospeso in attesa di fatti concreti tipo il DDL sul testamento biologico.
Poi ci lamentiamo del regime delle corti islamiche in medio oriente e non guardiamo quello che succede qui da noi…
proporrei vanna marchi come presidente
si anche io.
presidente della repubblica wanna marchi, e al consiglio do naisimiento.
I comitati di bioetica non dovrebbero esistere, l’etica è personale, sono il primo passo verso uno stato etico…
“La bioetica in confessionale”
forse dovremmo cominciare a chiamarlo con un nome piu appropriato: comitato di dioetica.