Molti conoscono già la storia di Adele Parrillo, o almeno il suo epilogo tanto triste quanto assurdo che l’ha fatta diventare suo malgrado un emblema vivente della lotta per i PACS. Il suo compagno di vita, il regista Stefano Rolla, è morto nell’attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003. Una strage che è ancora nella mente e nel cuore di tanti italiani, e che il produttore Pietro Valsecchi ha voluto ricordare con la miniserie “Nassiriya. Per non dimenticare”, con Raoul Bova e Claudia Pandolfi, che andrà in onda il 12 e il 13 marzo su Canale 5. Eppure, in una scena umanamente straziante e politicamente scandalosa, Adele Parrillo è stata trascinata via di forza dalla cerimonia di commemorazione della strage, perché il suo amore, per la legge italiana, non conta niente in quanto non è sancito dal rituale del matrimonio. Così Adele si è trovata privata di qualsiasi diritto, “cancellata” dalla vita di Stefano. Colpita nel cuore e nella dignità ogni volta che qualche funzionario le diceva che il suo nome “non era nella lista”. Adele Parrillo, oggi vicepresidente della Lega Italiana Famiglie di Fatto (Liff), ha voluto raccontare tutto questo in un libro, dal titolo “Nemmeno il dolore. Storia di un amore ucciso a Nassiriya e negato in Italia” (Mondadori). Un libro che è una storia d’amore, di guerra e di diritti, di cui Adele Parrillo, insieme alle giornaliste Marinella Carotenuto e Lidia Tesei, parlerà sabato 3 Marzo in un incontro pubblico. “Un manifesto civile scritto con la penna leggera ma acuminata di una donna innamorata. Il dolore e l’umiliazione del dolore negato si sublimano in pagine di una sorprendente forza poetica, che trascinano il loro potente messaggio, il valore dell’amore e della persona al di là di ogni formula giuridica, con un’intensità che sarà difficile ignorare” si fa notare dall’ufficio stampa della Parrillo.
Storia di un amore ucciso a Nassiriya e negato in Italia
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“Così Adele si è trovata privata di qualsiasi diritto, “cancellata” dalla vita di Stefano. Colpita nel cuore e nella dignità ogni volta che qualche funzionario le diceva che il suo nome “non era nella lista”.” Colui che amava è morto per, come si è detto, “rappacificare l’Iraq”. Ma intanto a colei che amava è stata inflitta una cosa ben peggiore dell’essere costretta portare il burqa. è stata uccisa nell’animo proprio da parte di quello stato canaglia che il suo amante serviva e solo a causa di uno stato eternamente nazista come il Vaticano
Quello che hanno fatto a quella povera donna in occasione della commemorazione ai caduti, non deriva dal fatto che esista o meno una legge che riguardi un caso come questo, ma deriva puramente dall’umana imbecillagine tipica della classe politica in genere. Più che un semplice maltrattamento a me sembra una vera e propria violazione dei diritti umani.
a Stefano
“Più che un semplice maltrattamento a me sembra una vera e propria violazione dei diritti umani.”E prova un pò a indovinare chi vuole che questa violazione dei diritti umani ontinui ad essere prevista?
Ma come hanno fatto a pubblicare un simile libro con la Mondadori?
certe cose si perpetrano con chi crede mondadori una casa editrice perversa