Dalla lettera di alcuni studenti di Comunione e Liberazione a Elena Cattaneo.
C’è qualcosa che sta più in profondità di qualsiasi brevettabilità futura, che è più originale di qualunque possibile applicazione, pur importante che sia: è l’oggetto del nostro studio, che detta sempre il metodo al nostro lavoro. Per questo siamo usciti molto preoccupati, forse anche un po’ sconcertati, dal convegno pubblico che lei ha organizzato nella nostra Facoltà. È possibile fare ricerca, senza porsi la domanda principale: che cosa ho di fronte? Nella fattispecie: che cosa è l’embrione? È vita umana?
Inutile che i sostenitori di questa iniziativa (nonché gli stessi firmatari) si ostinino a dire che domandare è lecito, che questa missiva è un buon esempio di espressione democratica, che i fanciulli sono alla ricerca di un dialogo. Certo che domandare è lecito e certo che è possibile: sarebbe tuttavia augurabile non inciampare in goffe dichiarazioni (seppure seguite dal punto di domanda). Se si vuole essere presi sul serio bisogna formulare correttamente le domande. Passi la frase iniziale, in cui serve un fine esegeta per capire che secondo loro esiste qualcosa di profondo e originale che si pone come ostacolo e brevetti e a applicazioni (il sacro come muro contro la tecnologia e la sua arroganza). Ma la domanda centrale è del tutto fuori bersaglio. Avranno mai letto qualche cosa di diverso dalle dichiarazioni di Scienza & Vita? Perché saprebbero che la questione non è questa. Perché la risposta alla suddetta domanda non è affatto controversa: l’embrione umano (andrebbe messo qui l’aggettivo umano) è umano, banale no? Appartiene alla specie umana, sfido io qualcuno che abbia un po’ di sale in zucca e dire il contrario. Che cosa avrebbero dovuto domandare allora i nostri ciellini? Se questo embrione umano che è vita umana è anche qualche altra cosa: ovvero una persona. Suggeriamo pertanto di riformulare la domanda. (La mia risposta dovrebbe essere immaginabile, ma sono disponibile a ripeterla e a offrire argomenti a sostegno).
L’intervento di Chiara Lalli è stato pubblicato sul blog Bioetica
rieccoce con lembrione uguale persona. Un embrione è un essere umano in potenza e un essere umano, per essere tale, deve esserlo in atto. E non è detto che tutto ciò che è in potenza diverrà in atto.
Lembrione è un grumo di cellule senza un barlume di sistema nervoso e per questo motivo non è una persona.
Punto
Punto e basta aggiungo io..non è decisamente ed assolutamente una persona.
Certo che è una persona! E un uovo è una gallina.
Da cui si risolve l’annoso problema: è nato prima l’uovo o la gallina?
NO.
Fine.
Mentre “persona” è solamente un concetto (e quindi opinabile) è ormai arcidimostrato scientificamente che l’embrione umano è vita umana.
Non si possono mettere sullo stesso piano le evidenze scientifiche e i pensieri filosofici.
Ogni vita umana va riconosciuta, rispettata e protetta.
@Nicola
Nessuno scienziato si è mai sognato di fare affermazioni del genere, a meno che non subordinasse il suo parere a questioni di fede, per il semplice motivi che non può: la domanda esula dal suo campo (cito Boncinelli). Si tratta di un continuum che non sempre e non necessariamente dalla fecondazione si conclude con un essere umano.
Ed è, nelle sue fasi, esattamente quello che è, non il suo divenire.
Quello che affermi tu sono parole di Wojtila, che io non definirei esattamente uno scienziato.
P.S. Una vita umana NON può NON essere una persona.
@ Francesca
E allora in quale fase del suo divenire diverrebbe un essere umano?
Oppure non ci sarebbe un momento preciso e diverrebbe un essere umano in maniera continua: 10%, poi 20% ….. fino a diventare un essere umano al 100%?
E un bambino piccolo (che non ha ancora la capacità di astrazione) non è un essere umano al 100%?
Tu stai mescolando l’essere umano con la sua crescita. Così come nei paesi occidentali è ormai vietato (almeno in teoria) discriminare gli esseri umani in base alla loro etnia, sesso, etc, etc. non bisognerebbe discriminarli neanche in base alla loro fase di crescita; ripeto che ormai è dimostrato da molto tempo (almeno dalla scoperta del DNA) che l’embrione, una volta formato, si limita a crescere, rimanendo un essere umano.
Anche tu sei stata un embrione, ammettilo!
@Nicola
Si, ma quando ero un embrione ero un embrione, NON un bambino.
@Francesca
Si, ma l’embrione cresce e poi diventa bambino e poi adulto: è sempre lui anche se in diverse fasi della crescita. Ma chi è questo “lui”?
Io ho parlato di scienza ma in realtà basterebbe la logica:
dopo che l’embrione si è formato abbiamo a che fare con un qualcosa di fisicamente ben definito perché c’è una superficie chiusa che divide l’interno (l’embrione) dall’esterno (il resto dell’universo). Fatta questa premessa vengo al dunque. Dopo il concepimento, almeno da quel che ne sappiamo finora, nell’embrione entra solo nutrimento e non “informazioni”: è come un computer alimentato dall’energia elettrica ma non collegato a internet né a periferiche che possano introdurre informazioni (CD, DVD, penne USB, etc). In questa situazione è evidente che un adulto è solo un embrione che ha sviluppato ciò che già aveva, nulla di più. In questo senso dicevo che “è sempre lui” e non vedo come ciò si possa negare.
@Nicola
La scienza non può affermare che l’embrione è vita umana proprio perchè è sottoposta, nel suo argomentare, alle regole della logica, e, per la logica una blastocisti è una blastocisti, un embrione è un embrione, un feto è un feto, un bambino è un bambino.
La definizione di vita umana non si fissa con l’embrione, a meno che non esista una definizione di vita umana della quale tu sei a conoscenza e gli scienziati no.
Nel qual caso ti prego di farla sapere a chi si occupa di embriologia. Grazie.
Sinceramente leggo un po’ di confusione su nozioni di embriologia…senza offesa eh!;)MA non è mica detto che un embrione dopo il concepimento diventi un essere umano:la maggior parte delle volte non diviene NULLA,potrebbe diventare uno,due,tre…”enne” esseri umani,in condizioni diverse poi(diciamo “non naturali”) potrebbe dar luogo a tessuti (che sono sempre vita umana,ma non esseri umani).
Nicola tu scrivi: “che ormai è dimostrato da molto tempo (almeno dalla scoperta del DNA) che l’embrione, una volta formato, si limita a crescere, rimanendo un essere umano”..cio’ è sbagliato,perchè è evidente agli occhi di tutti che nei primi stadi abbiamo a che fare SOLO con un aggregato di cellule tutte uguali,che non somigliano affatto a un essere umano!(pur essendo vita umana).Sembra quasi,da come dici te,che la tua concezione di embrione sia più simile a quella di un feto;quello che dici tu può essere vero semmai se si considera l’embrione dopo la comparsa della cresta neurale,cioè del primitivo sistema nervoso,ossia dopo circa due settimane dal concepimento:da allora in poi l’embrione è indirizzato su una sola strada,ossia lo sviluppo di un individuo umano,ma il processo di formazione della vita umana (intesa individualmente) non è (sin dall’inizio) ” a scatti”,ma graduale,cioè non esiste un prima e un dopo ben precisi (me esistono tanti semmai…).Oltre alla crescita tu poi sembri dimenticare il differenziamento cellulare…
Inoltre scrivi ” In questa situazione è evidente che un adulto è solo un embrione che ha sviluppato ciò che già aveva, nulla di più.” E i fattori di crescita dove li mettiamo?
Vorrei poi invitare a tenere ben distinti i concetti di “vita”,”vita umana”,”essere umano/individuo/vita umana individuale” (sinonimi) e “persona”…scusate la pignoleria…
mi sono appena grattato la testa, oops… che sbadato, ho ucciso quindicimila cellule, cellule umane, vite umane, quindicimila me stessi!
che orrore. certo i fini teologi dovranno discutere se io sia un pluri omicida o un pluri suicida e quindi a quale girone dell’inferno sia destinato.
l’apparato sessuale umano ha tre funzioni: produrre gameti, permettere la fecondazione e attuare lo sviluppo embrionale (tra l’altro quest’ultima funzione è solo dell’apparato femminile).
SVILUPPO EMBRIONALE, capito?
senza questo non c’è nessun essere umano. ci sono solo embrioni.
Una persona è una “vita umana” autonoma. Trovatemi un embrione autonomo, che respiri, si nutra, ecc. e solamente in questo caso si potrà considerare l’embrione una “persona”.