Bernardo Provenzano, il padrino di Cosa nostra, e Benedetta Saveria Palazzolo – madre dei suoi due figli – sono una coppia di fatto, ma non davanti a Dio. O quantomeno lo sono per la burocrazia comunale, perché loro, il matrimonio religioso lo hanno celebrato. Certo, si sono sposati in clandestinità, chissà dove e chissà quando, e dunque la loro unione non ha effetti civili non essenso stata registrata. Ma un prete, un «parrinu» deve aver benedetto l’unione dei genitori di Angelo e Francesco Paolo. Sembra questo l’inizio di un ennesimo rompicapo sulla facile latitanza di don Binu. Una delle tante storie misteriose che alimentano la leggenda di una clandestinità durata 43 anni. […]
L’articolo completo sulla famiglia di Provenzano è raggiungibile sul sito della Stampa
Mafia e Chiesa… una “join venture” di nome Italia
e vabbè, avrà ammazzato qualcunu, ma gghiera nu bravu picciotto ca glie piaceven’ e femmen’, mica ‘nu ricchiuni
Può ammazzare chi vuole, l’importante è che non chieda l’eutanasia o la sospensione delle cure…
AUGH!
E poi la famiglia è importante; per la chiesa e per la mafia!
In sicilia e’ sempre cosi’ , la mafia paga, e i preti chiudono un occhio.
Questi preti potranno anche non parlare per via del segreto confessionale ma dovrebbero prendersi anche le proprie responsabilità ed altrettanto divrebbero fare le istituzioni prevedendone l’arresto per complicità
Una curiosità: perchè la moglie non ha richiesto la trascrizione del matrimonio religioso all’anagrafe? In base alle norme del concordato lo poteva tranquillamente fare, ed ora non sarebbe “coppia di fatto” … La complicità del prete c’è stata, lo arrestino! Mi pare di ricordare che si parli anche del principio: non poteva non sapere. Se non poteva non sapere, la chiesa ha chiuso non un solo occhio, ma anche tutto il resto! D’altronde qualcuno più su ha scritto che è sufficiente pagare, c’è anche la tariffa in base alla “taxa camarae”, per purgare i propri peccati. La chiesa in qualche modo il suo “piccolo” patrimonio lo deve aver pur fatto … Deschner nel suo libro ricorda: La cupidigia dei prelati è nota, essi hanno ceduto o si sono appropriati del patrimonio ecclesiastico, hanno praticato la simonia, la vendita delle cariche, il voto di scambio, l’usura, la vendita d’indulgenze, hanno fatto collette in grande stile e sollecitato lasciti alle vedove, hanno fatto traffico d’armi e di droga e lo sfruttamento della prostituzione, sfruttando sempre la credulità popolare.
PROVENZANO E UN FIGLIO DI PUTTANA!
avvilente constatare quante persone si arroghino il diritto di dare giudizi su cose che non conoscono. l’ignoranza la fa da padrona.