La pubblicità-scandalo di Dolce & Gabbana (che mostra una donna a terra bloccata da un uomo a torso nudo, con altri che assistono alla scena) è stata vietata da lunedì in tutta Italia. Lo rende noto il Comitato di controllo, organo deputato dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria a tutelare gli interessi dei cittadini-consumatori dopo le altre polemiche su una mostra fotografica sempre di D&G. Il 21 febbraio, il Comitato di controllo aveva emesso una «ingiunzione di desistenza» dopo le numerose proteste. D&G hano fatto scadere il tempo per opporsi, quindi il provvedimento «ha acquisito efficacia di decisione definitiva il 5 marzo, e dovrà essere osservato da tutti i mezzi» del sistema pubblicitario. Ancora una volta, quindi, la moda italiana è sotto accusa per la sua volgarità dopo il duro recente attacco del «New York Times».
L’Istituto di autodisciplina pubblicitaria spiega che la pubblicità in questione è stata ritenuta «in manifesto contrasto con gli articoli 9 (violenza, volgarità, indecenza) e 10 (convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) del codice di autodisciplina. Il provvedimento sottolinea che la donna «è rappresentata in modo svilente, quale mero oggetto della prevaricazione maschile», ha «un’espressione alienata, uno sguardo assente», non fa percepire «né intesa né complicità» con uno dei tre. Anzi «nell’ambiguità del suo atteggiamento, trasmette l’impossibilità di sottrarsi a ciò che accade, in quanto immobilizzata e sottomessa alla volontà di un uomo, nonché agli sguardi impassibili, ma in qualche modo partecipi e di attesa, degli altri due». L’immagine «pur non riportando espliciti riferimenti alla violenza fisica», proprio per l’atteggiamento passivo e inerme «evoca la rappresentazione di un sopruso o l’idea della sopraffazione nei confronti della donna stessa».
D&G, vietata anche in Italia la pubblicità-scandalo
41 commenti
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pervertiti
Di tutelare quei due venditori di fumo di D&G non me ne può fregar de meno, ciò ch mi da fastidio e che qualche imbecille si permetta di “tutelarmi”, decidendo per mio conto ciò che posso o non posso vedere, senza che io glielo abbia mai chiesto.
L’arte non va a braccetto con la moralita’.
La moralita’ si sorregge sul bisogno di sicurezza.
L’arte distrugge i limiti che la moralita’ impone.
Le donne hanno una paura inconscia verso la dominazione fisica dell’uomo.
Potevano mostrare il volto della donna ridente, quasi che prendesse in giro la potenza fisica maschile in modo da evidenziare la consapevolezza della donna dell’esistenza di paure inconscie maschili mascherate dal Ruolo dell’uomo macho che domina il rapporto.
Sono d’accordo con la censura. Queste rappresentazioni rendono normali cose che normali non sono e non devono essere. Siamo a rischio assuefazione, come quando al TG non ci impressioniamo più se un balordo si fa saltare in aria e trascina con sé 20 persone.
La censura non è mai costruttiva, mette nelle mani del censore (in base a quale principo?) un potere che non ha.
Intanto D e G hanno fatto parlare di sè. Come, penso che poco gliene importi.
Non parlavo della censura in generale. Son felice che la gente abbia manifestato dissenso per quella pubblicità e che sia stata vietata.
non si tratta di censura, l’organismo si chiama di “autodisciplina”, praticamente ci sono ALTRI pubblicitari che decidono cosa sia ammissibile e cosa no, non solo in caso di violenza, ma anche di pubblicità comparative e/o ingannevoli. Nel 90% dei sono i concorrenti che si rivolgono all’associazione AIP per bloccare pubblicità che vogliono bloccare.
La censura può essere disposta solo dall’AGCOM o autorità giudiziaria.
Sarò io che inizio a soffrire di paranoia, oppure il bigottismo sta prendendo piede in ogni ambito socio-culturale? bigottismo clericale, bigottismo di centro destra, bigottismo di sinistra, adesso pure il bigottismo femminista…Simona, non è che in fondo sei invidiosa perché quella tipa è circondata da quattro superfighi col fisico scolpito? Sii più onesta con te stessa, è anche una questione di dignità 😀
La censura migliore è che nessuno compri la loro merce.
La censura va “censurata” in ogni caso. Non dico che questa pubblicità sia un capolavoro, ma se pensiamo che molti lavori artistici di geni del passato (le citazioni sarebbero numerevoli e abbracciano tutti i campi dell’arte da Michelangelo a Giuseppe Verdi per esempio) sono stati censurati o la loro creazione sia stata impedita da qualcuno che non voleva che un certo messaggio passasse (la Chiesa ne sa qualcosa grrrrr…) allora non credo che la censura sia giusta e debba essere impedita, sempre….
Quei figaccioni tirati a lucido di scarpe non sono il mio tipo! 😀
E poi non capisco perchè deve essere qualcun altro a decidere cosa devo e non devo vedere, son capace di decidere da solo…
E qual’è la differenza? e chi (e ancora una volta su quali basi) decide quale deve essere sta differenza?
E’ sufficiente il dissenso a vietare? non è forse lo stesso dissenso che, in casi estremi, porta al linciaggio?
Chi sono costoro per decidere che io non ho la capacità di giudicare ciò che ritengo gradevole da ciò che ritengo sgradevole o da ciò che mi è del tutto indifferente?
Riprendo dal testo:
Il provvedimento sottolinea che la donna «è rappresentata in modo svilente, quale mero oggetto della prevaricazione maschile»,
La bibbia e il corano danno la stessa immagine della donna: dobbiamo censurare la bibbia e il corano?
la pubblicità in questione è stata ritenuta «in manifesto contrasto con gli articoli 9 (violenza, volgarità, indecenza) e 10 (convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) del codice di autodisciplina.
quali sarebbero ste convinzioni “morali” “civili” e “religiose”? il testo parla come se fossero univocamente determinate.
appunto, che poi è il miglior modo (oltre che il più maturo) di esprimere un eventuale dissenso.
Concordo in tutto con Damiano.
Sollevando questo inutile polverone hanno soltanto fatto un gran favore a D&G.
Alla fine lo scopo di ogni campagna pubblicitaria è destare attenzione: obbiettivo centrato in pieno.
comunque, chi spende tutti quei soldi per farsi vestire come un pezzente da quei due furbacchioni tanto furbo non è di sicuro.
Mi auguro che almeno le persone che frequentano questo sito abbiano più gusto e buon senso.
Trovo immorale spendere tanti soldi per tanto poco: fermo restando che non proibirei certo per legge l’acquisto di quegli straccetti. Finirebbero come l’hashish o il sesso, quelle cose che quasi tutti i giovani agognano proprio perché i vecchi gliele proibiscono.
@Il provvedimento sottolinea che la donna «è rappresentata in modo svilente, quale mero oggetto della prevaricazione maschile»,
La bibbia e il corano danno la stessa immagine della donna: dobbiamo censurare la bibbia e il corano?@
Si, ti prego, si 😀
grande Soqquadro!!! Sì, sì, sì! E giacchè ci siamo, censuriamo anche i vari passi in cui si esorta a schiacciare sotto il piede la testa del figlio del proprio nemico, o a sterminare intere città comprese donne bambini e animali!!!
Provo per D&G un’antipatia viscerale e se, infantilmente, da una parte mi verrebbe da far loro il verso (nanananana! ) dall’altra sono contraria ad ogni forma di censura. Personalmente non l’avrei vietata ed avrei lasciato alla gente il gusto personale di scoprire con i propri occhi quanta grettezza e volgarita’ caratterizza queste sedicenti icone del buongusto made in Italy.
Tuttavia va pur detto, pero’, che la censura e’ un conto, altro e’ il codice di autoregolamentazione a cui si faceva riferimento e che e’ plausibile che in alcuni casi ci si renda conto di aver esagerato e si faccia marcia indietro. Trovo molto piu’ grave l’episodio legato a quel marchio di abbigliamento la cui campagna venne davvero censurata per motivi di finta-morale poiche’ rappresentava una coppia omosessuale felice e contenta e solo blandamente ammiccante.
Li’ c’era pregiudizio e moralismo da due soldi, in questo frangente invece vedo, piu’ che altro, la stanchezza verso certe forme di scandalo fine a se’ stesso e fortemente voluto e cercato.
Insomma non stiamo parlando di vera arte, ma di pubblicita’. La foto potra’ essere fatta bene finche’ vi pare ma trovo ridicola la corsa all’effetto shock ad ogni costo (i neonati insanguinati, i malati di aids, le anoressiche… e che palle!).
Eddai, stiamo parlando di magliette e pantaloni in definitiva, un po’ di piu’ di autoconsapevolezza e un po meno boria eviterebbe tante inutili polemiche.
Sinceramente, facendo un discorso lato, trovo deprimente che ormai nelle pubblicita’ si parli di tutto -e con qualsiasi espediente- tranne di quello che, a rigor di logica, dovrebbe essere il vero oggetto della campagna: ovvero il prodotto e le sue -si spera reali e non presunte- virtu’.
Ricordo ancora con raccapriccio la campagna della Swatch (mi pare) che utilizzava immagini di piazza Tienanmen. Ancor’oggi la ritengo la pubblicita’ piu’ oscena ed offensiva mai concepita da un pubblicitario. Disgustorama.
Per cui se le varie ditte e le varie agenzie pubblicitarie riacquistassero un minimo di consapevolezza del loro non particolarmente significativo ruolo nell’universo non credo ne’ che piangerei ne’ che griderei allo scandalo.
Il vero problema è che la pubblicitànel 99,9 % dei casi ci tratta da sottosviluppati mentali, quindi concordo con quelli che boicottano i prodotti che hanno le pubblicità più sceme, quanto a D & G, mi sono sempre rimasti sulle palle, come tutti gli stilisti, non mi piace mostrare i capi firmati, neanche quelli taroccati, si può essere vestiti decentemente anche comprando nei mercatini rionali.
A me la roba “firmata” non ha mai detto nulla e, come ha scritto Umberto, si può essere vestiti decentemente anche comprando nei mercatini rionali.
Di “firmato” ho avuto solo delle cambiali.
Per il fatto della pubblicità suggerisco la par condicio. (si scrive così ?).
Il prossima pubblicità vedrà gli uomini sotto e le donne sopra.
Ogni tanto è bene cambiare posizione: avete letto il Kamasutra? 🙂
Per 4 stracci colorati !!!! Come dire Dolci …e Gabbati. omega
Non scherziamo, quella è istigazione a delinquere, altrimenti domani faccio un cartellone con uno che incula un bambino di 10 anni, però sorridente….
quello della moda in generale è un mondo che propaganda tutti i possibili messaggi negativi del mondo, se la gioca con la Chiesa a chi fa più opera di rimbecillimento
Sono d’accordo con Sydbarret76
Sydbarrett76 e Daniele Gallesio:
In questo modo date ragione a B16 : serve un “saggio” universale e assoluto che, di volta in volta, decida (per tutti!!) che cosa è “positivo” e che cosa è “negativo”, fate il suo stesso gioco, l’etica non dovrebbe essere influenzabile dai messaggi propagandistici, se lo è significa che c’è qualche cosa che non va.
Pubblicita’ per pubblicita’, avete visto i cartelloni di quel provider telefonico, con le tre gnocche seminude?
Beh, se trovavo quella di Pulce&Poiana una pubblicita’ imbecille, pure questa non scherza.
Saluti
Hanmar
@ Damiano
Che ci sia qualcosa che non va nella società mi sembra chiaro, non sono mai esistite società dove tutto va bene. Mi sembra sia tu che dia piuttosto ragione a B16, rispondi concretamente alla domanda di Sydbarret76, ti opporesti alla censura di una pubblicità che istiga direttamente alla pedofilia? Poi c’è sempre un saggio che decide cosa sia positivo o negativo, a volte sbagliando, a cominciare dal professore del liceo fino ad arrivare al magistrato.
Posso aggiungere pure un altro esempio, un cartellone pubblicitario con un messaggio antisemita. Saresti d’accordo con la sua diffusione?
Appunto.
Se non si può censurare nulla, allora via libera ai manifesti razzisti?
Via libera alla pedopornografia?
Via libera alle dispense “come costruire una bomba radioattiva sporca”?
Che facciamo? Ripubblichiamo tutta la propaganda antisemita e antibritannica del periodo fascista?
“La difesa della razza” di nuovo in edicola?
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Mi rendo conto che la cosa non è semplice, ma se si ipotizza la censurabilità di questo piuttosto che di quello, occorre decidere chi censura che cosa e che cosa è censurabile.
Se ammettiamo che un messaggio “maschilista” sia da censurare allora dobbiamo, per coerenza, censurare tutti e 3 i monoteismi in blocco, se cultura religiosa è maschilista, e il maschilismo va censurato, allora vanno censurati i messaggi religiosi.
Dal mio punto di vista la censura è una “cura dei sintomi” piuttosto che una “cura della malattia”, se in giro c’è gente che, per motivi religiosi e non, istiga alla prevaricazione dei deboli (quali possono essere i bambini o le donne in certe culture) non è “tappandogli la bocca” che risolvi il problema, anzi, rischi solo di peggiorarlo.
L’istigazione a delinquere è un reato ben preciso che non ha nulla a che fare con la censura, quindi una eventuale pubblicità a favore della pedofilia sarebbe inquadrabile e perseguibile come “istigazione a delinquere”.
Poi mi spiegheresti per quale ragione io darei ragione a B16? perchè la ragione mi è del tutto sfuggita…
Ovvio che no, quello che vorrei è che non si diffondesse semplicemente perchè considerato stupido, non perchè “vietato” o “censurato” da un qualcuno sia esso stato, o persona o partito. Se ammettiamo la validità di questo meccanismo allora possiamo dire che la censura di partito nei regimi comunisti è perfettamente legittima.
Non sono d’accordo nemmeno con la diffusione di messaggi religiosi maschilisti e omofobi, ma questo non mi convince affatto della opportunità di tappare la bocca a chi li proclama, semmai mi adopero per sottolineare la stupidità intrinseca di quei messaggi, nel momento in cui la gente se ne renderà conto il loro effetto deleterio svanirà.
Tanto per dirne una:
Vorrei vedere quante persone favorevoli alla censura di D&G da domani smetteranno di buttare i loro soldi per comprarsi scarpe, cinture, borse e vestiti di D&G.
D&G diffondono messaggi maschilisti ? Vanno boicottati
B16 diffonde messaggi omofobi? Va boicottato, e invece buona parte degli italiani continuano a NON mettere la firma per l’8 per mille e a finanziare, grazie alla loro indifferenza, la CCAR…
Altra considerazione (poi la pianto):
Quando censuri crei un tabù, e dei tabù non si può parlare, l’informazione non circola, la gente non riflette.
Risultato: abbiamo preti pedofili e mariti che picchiano le mogli (purchè non si sappia in giro o non se ne parli).
Quoto al 1000% tutti gli interventi di Damiano.
Damiano:
è vero, è complessa la questione…
…quello che fai notare è anche vero.
@ Damiano
Ma io condivido molte delle cose che hai detto, infatti penso che le leggi antirazzismo (ad esempio) siano un coltello a doppio manico. E una delle derive è per esempio l’impedire la critica alle religioni (nel caso dell’islam, ma anche del cristianesimo). Qui comunque Damiano, stiamo parlando di una pubblicità, cioé di un messaggio martellante che viene esposto anche alla fermata dell’autobus. Faccio un esempio, io continuo a cambiare opinione sulle leggi anti-negazionismo. Vero è che creano tabù e false vittime. Ma un conto è un libro negazionista, un conto è per esempio questo libro esposto in una biblioteca comunale oppure addirittura una pubblicità di questo libro per le strade. Eccerto che è un argomento complesso, per quello sono intervenuto perché mi sembravi un po’ troppo lapidario con chi chiede in certi casi la censura.
mah, può essere, ma quando sento parlare di censura mi vengono i brividi…
Ho sentito tanto parlare di questa pubblicità poi censurata.Mi chiedevo se in qualche modo ci sia la possibiltà di vederla dal web….se qualcuno è al corrente di come si può fare mi risponda da qua … grazie…