Bertone e i cattolici impegnati in politica

Alla vigilia nel giorno in cui finisce l’era Ruini e comincia l’era Bagnasco, il cardinal Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano interviene a sorpresa a palazzo Giustiniani alla presentazione del libro di Luigi Bobba. E non solo, in margine, conferma ufficialmente l’avvicendamento dell’inflessibile e coriaceo cardinal Camillo Ruini con l’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco alla presidenza della Conferenza episcopale italiana, ponendo fine alle indiscrezioni. Ma, a fianco dei ministri Giuliano Amato e Francesco Rutelli, tende una mano ai teodem, di cui l’ex presidente delle Acli Bobba è forse il più autorevole rappresentante. E però lo fa evitando qualsiasi contrapposizione con la Chiesa.

Anzi, lo fa con parole di apertura, sotolinenando il rapporto fra valori e politica e il ruolo dei laici cattolici «che non sono la longa manus della Santa sede e nemmeno della Cei». Con un tono dialogante che forse segnala, se non una rivoluzione, un cambio di toni da parte dei vertici del Vaticano. Il tutto scegliendo una forma di comunicazione piuttosto inedita da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche come la presentazione di un libro. Sia pure significativo come «Il posto dei cattolici», che dei teodem è il manifesto, e il cui autore, Bobba, è amico di vecchia data del cardinal Bertone.

La presenza del Segretario di Stato è un chiaro messaggio dell’attenzione che la Santa sede vuole offrire al ruolo dei cattolici impegnati in politica. Cattolici che, sottolinea subito Bertone, «è giusto che seguano la propria coscienza», soprattutto in riferimento a quei «valori non negoziabili, perché corrispondono a verità obiettive, universali, uguali per tutti». Di qui il richiamo a «un vivo senso dell’etica, dimensione fondamentale e irrinunciabile del cristiano». E il richiamo al «rispetto della persona umana e dei suoi diritti fondamentali», evitando le «strumentalizzazioni che rendono l’uomo miseramente schiavo del più forte»: ideologia, potere economico, sistemi politici disumani, tecnocrazia scientifica, invadenza dei mass media. Un discorso ad ampio raggio, che invoca una «democrazia morale». […]

Quanto al ruolo della Chiesa, «illumina le coscienze nell’ambito del dibattito pubblico» e ciò per il credente «non è un’indebita ingerenza ma un aiuto a sviluppare la coscenza informata, formata e perciò più libera».

Bertone accenna anche al partito democratico. «Ero amico di Donat Cattin ai tempi della terza fase. Non so se il Partito democratico rappresenti la Quarta fase…», tesi sostenuta da Bobba nel suo libro. E sul Pd e sui rapporti fra laici e cattolici finiscono per girare anche gli interventi di Amato (che delinea un Pd in cui accordi sui temi etici non siano affidati solo alla libertà di coscienza, ma una reciproca consapevolezza del limite) e Rutelli (che cita De Gasperi e Togliatti e difende la laicità, come «acquisizione da portare nel Pd»), davanti ai quali, forse non a caso, Bertone ha usato i suoi toni concilianti.

Il testo integrale dell’articolo di M.G. Bruzzone è stato pubblicato sul sito de La Stampa

Un commento

raphael

Formeranno una nuova dc e tenteranno di tagliare le ali con uno sbarramento al 5%
Sarà quello il momento di votare in massa per chi difende la laicità dello stato. Se riusciremo ad esserci aumenteremo la posta e altro che dico…. saremo non negoziabili a prescindere a costo di passare la mano al nano di arcore.

Commenti chiusi.