In tempi di autorevoli richiami delle massime cariche dello Stato a concordare la legislazione sui diritti civili con il magistero papale viene spontaneo interrogarsi sulle carenze in Italia di una letteratura filosofica e politica che contrasti l’ossessiva ingerenza clericale sui temi cosiddetti «eticamente sensibili», una di quelle sgradevoli perifrasi con cui in sostanza si vuol dire che lo Stato, per conto della Chiesa, deve impicciarsi degli affari propri dei cittadini, soprattutto a letto e sul letto di morte. Presupposto teoretico delle intimidazioni giuridico-politiche è la rivendicazione della superiorità della fede cristiana sulla misera ragione priva di sostegni trascendenti e abbandonata al relativismo.
Che secoli dopo Spinoza e Hegel vi sia un siffatto senso comune può sorprendere, anche se qualcosa sulla vocazione compromissoria della borghesia e della cultura italiana in materia l’aveva gia scritta Gramsci. Ma veniamo al bel libro di Michele Martelli, Senza dogmi. L’antifilosofia di papa Ratzinger (Editori Riuniti, pp. 159, euro 12), che prende di petto le lezioni di teologia che periodicamente il pastore tedesco infligge con successo ai lettori italiani e con maggiore resistenza a quelli protestanti e islamici. […]