ROMA – Quanto l’anestesista Mario Riccio ha interrotto la ventilazione meccanica a Piergiorgio Welby è stato attuato un diritto del paziente, che “trova la sua fonte nella Costituzione e in disposizioni internazionali recepite dall’ordinamento italiano e ribadito in fonte di grado secondario dal codice di deontologia medica”. E’ la motivazione con cui la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del procedimento aperto dopo la morte di Welby per verificare se nell’interruzione della terapia medica si configurassero fattispecie penali.
Dopo ‘l’assoluzioné dell’Ordine dei medici di Cremona, che il 1/o febbraio scorso hanno giudicato deontologicamente corretto il suo operato archiviando il procedimento disciplinare, per il dottor Riccio si avvicina così anche l’esito favorevole degli accertamenti giudiziari. A determinare le conclusioni degli inquirenti – la richiesta di archiviazione porta anche la firma del procuratore capo Giovanni Ferrara – il risultato dell’autopsia su Welby, secondo cui l’esponente radicale, affetto da una grave forma di distrofia muscolare, non fu ‘avvelenato’ dalla sedazione praticatagli da Riccio nella notte tra il 20 e il 21 dicembre scorso, quando lo stesso medico cremonese staccò il respiratore artificiale. La richiesta di archiviazione, di quattro pagine, pone l’accento sulla “ragionevolezza” della valutazione medica, relativamente al diritto di Welby, “poiché il paziente – si legge – era non solo cosciente, ma liberamente determinato a non continuare il trattamento in quanto consapevole della impossibilità della guarigione e anche della impossibilità solo di un miglioramento o della attenuazione della sofferenza, di modo che non sembra nemmeno adeguato parlarsi di un riconoscimento di un incondizionato libero arbitrio”. […]
Welby: chiesta archiviazione
3 commenti
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E ci voleva tanto a capirlo? 😯
Bèh… è già qualcosa che sia stato messo nero su bianco dalla magistratura.
Non ce ne dovrebbe essere stato bisogno, ma siamo in Vaticalia…
…siamo ridotti a dover essere contenti quando la magistratura stabilisce che l’acqua è bagnata.
In tempi in cui il CdS ha stabilito che il crocifisso è simbolo di laicità…
quoto Daniele.
Hanno impiegato solo 2 mesi per pervenire a questa conclusione; positiva per il dr. Riccio e per gli altri operatori della sanita’ che non fanno gli ipocriti.
Come non pensare ai “taliban” politici urlanti di fine dicembre (“Arrestatelo, fucilatelo…”)?
Non resta che il GIP disponga l’archiviazioni e interrompere le cure sarà finalmente un diritto, al di là dei “medici in famiglia” e degli altri telemedici di RAI1 che vogliono imporre la sorpassata visione autoritaria delle medicina che deve torturare l’ammalato anche contro la sua volontà