I cattolici e il cilicio

Il poeta Rondoni: «La società ne impone di peggiori». Socci: «Gesto d’amore». Messori:«E le diete? E la chirurgia estetica?»

«Davvero non capisco. Oggi c’è una sacralità addirittura feticistica per la libertà totale e di chiunque, perché mai chi è esterno all’ascetica cristiana dovrebbe occuparsene o indignarsi? Per dire, ma se io stanotte mi flagellassi a lei importerebbe qualcosa?». Vittorio Messori tira un sospiro vagamente ironico, «eh sì, vivremmo tutti meglio se ciascuno si facesse i cilici suoi». E invece no, troppo facile. La povera senatrice e numeraria dell’Opus Dei Paola Binetti cade nel trappolone, ammette in tv di non ignorare l’uso del cilicio, tenta di darne un senso («ci costringe a riflettere sulla fatica del vivere, è il sacrificio della mamma che si sveglia di notte perché il bimbo piange»), serve un assist a porta vuota a Franco Grillini («ma certo, il sadomasochismo è un modo di godimento, ha tutto il diritto di farlo!») e lo strumento ne esce come protagonista assoluto, ammantato d’un fascino gotico tipo garrota o vergine di ferro e in più garantito dal successo planetario del Codice da Vinci. Tutti pensano al «monaco» Silas dell’Opus Dei, tutto assassinii e penitenze, e pazienza se nell’Opera i monaci manco esistono. A quelli dell’Opus è toccato ripeterlo per l’ennesima volta, «il cilicio è nominato nella Bibbia, non è una nostra invenzione, san Josemaría ne sconsigliava l’uso alla maggior parte dei fedeli…». Anche le accuse di «imporlo» per due ore al giorno sono storia vecchia, smentita, rilanciata eccetera. Resta il fatto che a quanto pare circoli ancora l’evoluzione di quel panno ruvido intessuto (nella regione della Cilicia, appunto) di peli di capra: lo indossavano i soldati romani e si dice che i primi anacoreti cristiani, come penitenza, usassero portarlo sulla pelle nuda. Poi sono arrivate le versioni in metallo, i ganci.

E non è che facesse furore tra pazzi fanatici e ignoranti: lo usavano Dottori della Chiesa come la mistica trecentesca Santa Caterina da Siena, un genio dell’umanesimo come Tommaso Moro, in tempi più recenti pure il coltissimo Paolo VI. E allora? Messori, lo scrittore cattolico più letto al mondo, autore di best-seller planetari sia con Wojtyla sia con Ratzinger, confessa: «Io sono un pigro, doppiamente scomunicato dal politicamente corretto perché fumatore e leggermente obeso, e le poche volte che m’è capitato di vedere una palestra ho provato una sensazione di raccapriccio, il fitness!, mi parevano strumenti di tortura… Non solo sudavano ma manifestamente soffrivano. […]

Sì, ma che senso ha? «Il senso è comprensibile solo in una prospettiva di fede. Non mi accodo alle crociate dei cattolici su matrimonio o eutanasia perché finisce sempre che facciamo la parte dei rompiscatole, dall’esterno sembrano aberranti». Il cilicio riguarda l’ascesi, «cioè la salita spirituale, l’invito a partecipare in qualche modo alla Passione di Cristo» e del resto «la Chiesa invita all’equilibrio, nelle penitenze, il limite è non danneggiare mai la propria salute». Senza contare che il penitente «non danneggia nessuno. Io non ho mai chiesto a nessuno se lo portava perché tanto non me l’avrebbe detto. Come dice Gesù: fai penitenza nel chiuso della tua stanza. Li lascino in pace…». Non è l’unico a pensarla così. «Piuttosto è strano che i cristiani non lo pratichino più, o che si faccia così poco il digiuno», osserva Antonio Socci. Altro che scandali: «È come dicevano Del Noce e Don Giussani: la cultura contemporanea è sleale verso il cristianesimo perché se ne costruisce una caricatura e fa i conti con essa. A Medjugorje e Fatima la Madonna ha chiesto rosario, digiuno e penitenza. E qui non c’è ricerca del dolore: se tuo figlio o un amico avesse bisogno, non andresti a donare il sangue? Non ti alzeresti nel cuore della notte? Ogni sacrificio è sempre un gesto d’amore anche se al di fuori può apparire folle, la follia di un Dio che per salvarci si è fatto flagellare, sputare e crocifiggere anziché usare il potere».

Del resto, fa notare il poeta Davide Rondoni, «il sacrifico crea sempre scandalo, anche quello di Padre Kolbe o di Salvo D’Acquisto, se non si capisce di fronte a che cosa e per che cosa è fatto. In un’epoca nella quale Dio è ritenuto assente è ovvio che sia difficile capire. A me il cilicio fa l’effetto di qualcosa da trattare con grande rispetto, sono scelte personali non banali. Sono molto più preoccupato dei tanti cilici obbligatori che ci vengono fatti indossare, mente e corpo, dalla società in cui viviamo: almeno la pratica ascetica può piacere a Dio, questi al massimo possono essere graditi al capufficio». Don Gianni Baget Bozzo è lapidario: «Cristo ha salvato il mondo non con le parole, ma con il suo sangue». Però non crede sia ancora diffuso, «accadeva un tempo, ma il mondo post- cristiano, e anche un po’ noi credenti, ha dimenticato che la sofferenza ha un senso: il male non è il male, il male è il dolore fisico». […]

Il testo integrale dell’articolo di Gian Guido Vecchi è stato pubblicato sul sito de Il Corriere della Sera

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16 commenti

Sydbarrett76

se gli serve qualcuno che gli dia due frustate ogni tanto io sono qui….se si può fare del bene al prossimo…frustare Socci sì che sarebbe un godimento dello spirito

JSM

“Oggi c’è una sacralità addirittura feticistica per la libertà totale e di chiunque” (Messori)

E’ piacevole ascoltare i cattolici perchè lasciano spesso trasparire cosa pensano della libertà… Fate attenzione: ogni volta che un prete o un iddiota qualunque parla di libertà lo fa sempre con un certo disappunto.

Nikky

Anch’io mi offro volontaria, altro che cilicio! Poi se anche volontè vuole la sua parte.. lungi da ne tirarmi indietro 😉

paolino

Messori lasciatelo a me. Dev’essere divertente prenderlo a calci nel sedere!

Daniela M

ha ragione Rondoni: “la società ne impone di peggiori”. Appunto: la società ci impone il cilicio di dover sopportare l’ingerenza di una chiesa che eleva la sofferenza a virtù.
Che uno goda nell’infliggersi una sofferenza per ascetismo, cazzi suoi. Ma che poi vada in giro a pontificare sui diritti civili, sulla base di presunti valori cristiani, allora no, questo non va bene. Io non predno lezioni da una persona così disturbata da infliggersi sofferenze corporali.
E non mettiamo sullo stesso piano il sacrificio di Cristo con queste stronzate del cilicio, per favore, è una vera bestemmia..!!

Mattia

Certo che questo loro dio deve essere proprio sadico, se prova piacere nel vedere i suoi
discepoli soffrire.

Giorgio

Chiede Messori: Per dire, ma se io stanotte mi flagellassi a lei importerebbe qualcosa?

Sì, penso che mi importerebbe, perché sono ragionevolmente sicuro che prima o poi tenterebbe di flagellare me. D’altronde da cosa nasce il gran baccano di questi giorni, se non dalla loro determinazione di imporre a tutti valori e concezioni che appartengono solo a loro?

Secondo me molti di loro sono solo sciocchi creduloni, per loro sfortuna privi di strumenti che consentano di distinguere il verificato dal possibile e dall’assurdo, ma questi del cilicio e dintorni sono psicotici belli e buoni, da cui occorre guardarsi.

Sydbarrett76

a me non importa se Messori o la Binetti si flagellano per il loro delirio religioso, come non mi importerebbe se si frustassero a vicenda per un gioco sessuale (benchè l’immagine sia abbastanza raccapricciante da immaginare..brrrr..), mi importa se uno che si flagella per il proprio delirio religioso pretende di imporre la sua morale a uno stato del quale sono cittadini anche persone che non si flagellano affatto o si flagellano per altri motivi. Il punto è questo. Io non ritengo che le pratiche della Binetti siano devianze, o se anche lo penso, non penso di dare alle leggi dello stato un orientamento che tenga conto della fede religiosa come devianza.

PaleAle(Alessandro)

Quasi non ci credo: hanno anche il coraggio di difendere strumenti di autotortura come il cilicio: ma credono veramente di aumentare i fedeli in questo modo? Nel 2007? Boh!

gianluca

Non riesco a capire perche Rondoni sia considerato un poeta???? Bracci rubate all’agricoltura!

paolino

@gianluca
Dubito che uno “sparatore di ca**ate clericali” sia bravo a coltivare!

Stefano Chiaudano

“…è il sacrificio della mamma che si sveglia di notte perché il bimbo piange…”
conosco mamme e papà per cui non è un sacrificio

“…il cilicio è nominato nella Bibbia, non è una nostra invenzione…”
e allora avanti con la lapidazione delle prostitute e la legge del taglione, anche queste citate nella bibbia http://it.wikipedia.org/wiki/Lapidazione

Damiano

“…il cilicio è nominato nella Bibbia, non è una nostra invenzione…”
e allora avanti con la lapidazione delle prostitute e la legge del taglione, anche queste citate nella bibbia

Poi dicono che Odifreddi non ha ragione ad evidenziare le stronzate che vi sono scritte…

Damiano

Caro Messori, la differenza fondamentale tra un masochista e uno dell’opus dei è la seguente:
Il masochista lo fa per piacere personale senza pretendere di convertire altri alle sue pratiche, mentre l’appartenente dell’opus dei lo fa per compiacere dio (?) il quale lo esorta continuamente a “diffondere” il vangelo.

archibald.tuttle

«eh sì, vivremmo tutti meglio se ciascuno si facesse i cilici suoi»

sopratttutto i non cattolici.

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