Tutti i mezzi di informazione hanno dato oggi la notizia della nomina di Angelo Bagnasco a presidente della Conferenza Episcopale Italiana; molti di essi hanno anche aggiunto l’informazione che Bagnasco insegna “ateismo contemporaneo” presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Forse tiene anche lezioni sull’attività dell’UAAR…
Quasi nessuno è infatti al corrente che l’aver studiato ateismo è un requisito indispensabile in un curriculum ecclesiastico che si rispetti. I prelati devono conoscere l’ateismo… tutto il resto della popolazione no! Non esiste infatti alcun tipo di insegnamento dell’ateismo, nemmeno a livello universitario. Non si chiede, ovviamente, che l’UAAR, sulla falsariga dei vescovi, dia il placet a tanti insegnanti di ateismo da inserire in ruolo, al solo scopo di ‘indottrinare’ i giovani miscredenti qualora non vi riesca la famiglia. Ma laddove gli ordinamenti ministeriali ammettono, negli atenei, insegnamenti di “storia delle religioni” e di “storia del cristianesimo e delle chiese”, lo studio scientifico e imparziale dell’ateismo e dell’agnosticismo non è al contrario minimamente preso in considerazione, nonostante la storia trimillenaria e la diffusione pressoché planetaria. E la circostanza mi sembra, una volta di più, alquanto significativa.
Safrebbe interessante convocare l’alto prelato per farci fare una lezione sull’ateismo. Magari ha veramente qualcosa da insegnarci…..
Naturale: i preti devono sempre saperne di più del popolo, altrimenti come lo gabbano? 😉
Daniele hai azzeccato in pieno! 🙂 E’ chiaro che man mano che si risale la china delle gerarchie ecclesiastiche ci sia malafede. Il papa è in malafede, questo è indubbio. Poi magari ci sarà qualche pretonzolo sperduto in qualche recondito angolo del pianeta che ci crede davvero… e ratzi, insieme agli altri funzionari più alti in grado, si incula pure quello!
Ma l’ateismo non è una cosa da “insegnare”.. basterebbe che le religioni la smettano di fare proselitismo e l’ateismo sarebbe lo status neutrale in cui le persone, per natura, si trovano.
Certo, vi sarebbe sempre il desiderio di irrazionalità, ma a questo punto non è compito di una “dottrina ateistica” insegnare la razionalità, ma della Scienza stessa, o se preferite del Buon Senso.
L’ateismo non è da insegnare, ma la storia del pensiero filosofico ateo sì.
I filosofi teisti li insegnano anche alle elementari, quelli atei va già bene se hanno mezzo paragrafetto al liceo classico.
I preti, invece, i vari Nietzsche, Schopenhauer, Russell, Feuerbach li studiano meglio degli atei. Li studiano per far loro le pulci ma li studiano.
Ed è facile far le pulci a Russell e figurare come “vincitore” davanti al popolo se il popolo non ha studiato Russell e quindi prende per buona l’interpretazione che di Russell fornisce il Don di turno.
Non si chiede, ovviamente, che l’UAAR, sulla falsariga dei vescovi, dia il placet a tanti insegnanti di ateismo da inserire in ruolo, al solo scopo di ‘indottrinare’ i giovani miscredenti qualora non vi riesca la famiglia.
Ma lo sai che invece è proprio una buona idea 😉
Non mi verrete a dire che l’UAAR non può ritirare l’idoneità a Bagnasco! In che mondo viviamo…
Vassilissa:
“Non si chiede, ovviamente, che l’UAAR, sulla falsariga dei vescovi, dia il placet a tanti insegnanti di ateismo da inserire in ruolo, al solo scopo di ‘indottrinare’ i giovani miscredenti qualora non vi riesca la famiglia.
Ma lo sai che invece è proprio una buona idea ”
Ma lo sai che sono pienamente d’accordo?
L’uaar soffre della sindrome del muro bianco, evvia! L’equidistanza delle istituzioni dalle confessioni religiose (equivalendo noi ad una di esse), la si può fare anche in positivo, cioè esigendo lo stesso trattamento riservato alla chiesa.
Daniele Gallesio ha perfettamente ragione. la scuola dovrebbe dedicare, anche ai livelli di insegnamento inferiore, un po’ di spazio al pensiero ateo, proprio per prevenire l’ignoranza che rende deboli contro le tesi dei sottanoni clericali.
ritengo che le ore di scienza e matematica sarebbero le più congeniali a questo approccio.
d’altra parte, come dice Dawkins, l’idea di dio è scientificamente inutile.
Safrebbe interessante convocare l’alto prelato per farci fare una lezione sull’ateismo. Magari ha veramente qualcosa da insegnarci…..
Avremo modo di capire se e che cosa ha capito dell’ateismo dalle sue prossime sortite
“Non si chiede, ovviamente, che l’UAAR, sulla falsariga dei vescovi, dia il placet a tanti insegnanti di ateismo da inserire in ruolo, al solo scopo di ‘indottrinare’ i giovani miscredenti qualora non vi riesca la famiglia.
Ma lo sai che invece è proprio una buona idea ”
vallo a spiegare a Mastella e alla Binetti
Oh, ma una bella ora di filosofia religiosa a-confessionale? Secondo me se si alleano UAAR, Chiese protestanti e Comunità ebraiche qualcosa si tira fuori.
Carissimi,
mi viene in mente questo ricordo di vent’anni fa!
Sapete cosa insegnava la mia prof di filosofia?
Solo l’Idealismo tedesco…poi parlava di Lourdes 🙂
Una volta una mia amica chiese: Ma prof, Marx e tutti gli altri non li studiamo?
E Lei.. M.Teresa, ti credevo una brava ragazza!!!
🙁
Scusate ma se questo può insegnare ATEISMO senza l’autorizzazione del’UAAR, perchè io non posso insegnare RELIGIONE senza l’autorizzazione del vescovo?
Qualcuno di voi sa qualcosa sul tipo di approccio seguito in questo insegnamento? Si tratta di un approccio di tipo analitico, con studio serio e distaccato degli argomenti degli atei per poterli eventualmente controbattere? O si tratta di un insegnamento su base meramente propagandistica, con argomenti del tipo “gli atei non esistono” (come a me è capitato di sentirmi dire da un prete)? Quali libri di testo usano, se ne usano? Sarebbe interessante poterli leggere.
Qualcuno di voi ne sa qualcosa?
Non credo che qui tu abbia risposta , qui digitiamo direttamente dall’inferno , quello che studiano i pretini non interessa , dovresti chiedere a loro .
Gianluca:
perché lui insegna ateismo ai preti
Giorgio:
non lo so, ma visto che insegna ai preti direi che non insegna loro che gli atei non esistono. Casomai insegna loro che per rompere le palle agli atei senza sforzare troppo i neuroni possono dire che gli atei non esistono. Ma questo solo nei confronti 1 a 1.
Per il resto suppongo che sia uno studio serio (anche se non distaccato) per prepararli a sostenere controversie filosofiche e non sfigurare di fronte alla cultura dell’avversario, anzi se possibile surclassandola.
Tutto si può dire dei vescovi tranne che siano ignoranti e che non conoscano i loro avversari.
Fanno finta di sottovalutarli finché possono al fine di sminuirli, ma non commettono -purtroppo- l’errore di sottovalutarli veramente.
Infatti raramente accettano un dibattito aperto, se non quando il pubblico è tale da garantirgli l’effetto “autorità”, di solito preferiscono il monologo dal pulpito, molto meno impegnativo….
* giorgio
se vai sul sito dell’università trovi i testi che ti interessano
Purtroppo non ci sono gli appunti del professo… nè un estratto dei libri
cerca su google facoltà teologica dell’italia settentrionale
Damiano scrive:
Sottoscrivo.
Basti pensare ai due preti che dovevano dibattere con Luca Cascioli e poi si sono tirati indietro.