Processo o incultura biblica?

Non era l’aula del Sant’Uffizio, quella dei pittori ottocenteschi: antro tenebroso dominato da giganteschi crocifissi in cui si muovono domenicani dai volti truci, ma una luminosa sala animata da distinti signori in nero o rosso o viola, quella che ha visto svolgersi la settimana scorsa il dibattito-processo dell’Università lateranense di cui la stampa ha riferito. Il protagonista, in questo caso l’inquisito, non era né il tormentato Giordano Bruno con la camicia aperta, né l’austero Galileo Galilei oscuro in volto, silenzioso, ma un libro, anzi due libri (presenti in aula o contumaci? Non è dato sapere). Nessuna sentenza di condanna venne pronunciata al termine del dibattito, che, stando alle cronache fu un pacato riflettere sui massimi sistemi; i colpevoli non saranno bruciati per mano del boia ma continueranno la loro vita nelle librerie con un po’ di pubblicità in più.

Questa la vicenda, che nel clima ormai reso incandescente dai «Pacs-Dico», assume valenze che vanno ben oltre il suo peso storico. Seguendo il consiglio di Fulvio Ferrario evitiamo di lanciare appelli alla libertà di pensiero e di ricerca minacciata da ingerenze clericali. Tanto più che uno dei due imputati testimonia soltanto di quanta paccottiglia religiosa si possa trovare sul mercato dell’usato. Altro è l’aspetto della questione su cui merita riflettere. Come è possibile che documenti di rilievo intellettuale modesto o nullo suscitino tanto interesse non soltanto presso i media, sempre alla ricerca di notizie, ma in istituti di così alto prestigio? La regia del grande tessitore di trame, Ruini, e la sua battaglia per un Italia vaticana non spiegano tutto. Il caso in oggetto pone in evidenza una duplice realtà che caratterizza l’Italia religiosa: la sua incultura biblica e il mancato confronto della chiesa con la cultura critica della modernità, fenomeni di cui sono rappresentanti e vittime sia i laici agnostici (e naturalmente quelli devoti) sia i cattolici stessi.

Il primo aspetto della questione è così evidente che pare superfluo rilevarlo, basta seguire un quiz televisivo per accorgersi che le conoscenze dell’italiano medio in materia biblica sono pressoché nulle; su questo e non sulle cellule staminali dovrebbe riflettere la Conferenza episcopale, perché è il risultato del suo insegnamento nelle scuole pubbliche, e le Sacre Scritture rappresentano ancora per la Chiesa romana un riferimento per la fede.
Ma un altro aspetto del problema viene in luce nel «dibattito-processo» del Laterano: la mancata riflessione storico-teologica sulla Scrittura da parte di tutta la cultura italiana, laica ed ecclesiastica. Il cardinale Ratzinger è un teologo, chi è in grado di discutere con lui? Jürgen Habermas, che la teologia la conosce, da noi? Il professor Marcello Pera, laico di formazione liberale, se non erro. Per quel che riguarda la sinistra, di formazione positivista, è sempre stata allergica a ciò che sa di religione (molto attenta invece a tutto ciò che sa di chiesa) per cui il Nuovo Testamento e Gesù non sa neppure dove stia di casa. E i cattolici? Sanno quello che hanno imparato dalle suore all’asilo: il bambin Gesù, il sacro cuore e l’ostia, cioè la dogmatica tradizionale ridotta in mitologia, allegoria, sentimento.

È evidente che il Gesù degli evangeli crea loro problemi ma la lettura storica e kerygmatica dei documenti non è invenzione dei benemeriti signori Augias-Pesce, occupa la scena della cultura europea da secoli: dal Tractatus di Spinoza del 1670 al Gesù di Bultmann nel 1951, e in mezzo ci sono i Gesù di Hegel, di Strauss, di Renan e via discorrendo. Dov’era nel frattempo l’Italia cattolica? Ad ascoltare le prediche di Alfonso dei Liguori, don Bosco e Pio IX. Vien da dire, parafrasando una nota figura televisiva: «Eminenza… è gran tempo che l’Italia si aggiorni nel campo degli studi biblici e non a livello erudito (già provvedono la Queriniana e Paideia) ma di popolo, chieda i corsi di catechesi delle chiese evangeliche che leggono questo giornale e vedrà che anche il problema del Gesù storico e del Cristo della fede si può spiegare ai cresimandi, basta studiarlo».

Fonte: Chiesa Evangelica Valdese

12 commenti

JSM

ruini,
il fatto che non si conosca bene la bibbia vi salva da molti imbarazzi….
sarebbe bello che tutti venissero a conoscenza delle scemenze che ci sono scritte

Franco Siccardi

La chiesa cattolica ha sempre boicottato la lettura della bibbia da parte dei fedeli; e’ stata la lettura della bibbia causa principale dello scisma protestante. Ed a quei tempi nessuno si permetteva di leggerla criticamente: la sola applicazione di alcuni dei principi ivi affermati e mai applicati dal vaticano ha portato al distacco da Roma di oltre la meta’ dei credenti di allora.

La lettura della bibbia al giorno d’oggi e’ aborrita ormai non solo dai cattolici, ma anche dai protestanti; difatti sempre e solo i ciarlatani leggono quel libro, e sempre e solo le parti che voglion loro. Sanno benissimo che una persona dotata di un minimo di discernimento, leggendo che tra le 10 leggi (nota bene: non le leggi piu’ importanti, ma le UNICHE leggi, quel libro insulso VIETA di obbedire ad altre leggi) una recita testualmente “non bollirai il vitello nel latte di sua madre”, non puo’ non dubitare che quel libro sia stato scritto da un essere onnipotente ed onnisciente. E di amenita’ del genere quel libro e’ pieno!!

Stefano Chiaudano

Ieri sera a South Park, Kenny va in crisi di fede perchè non sa spiegarsi le ingiustizie divine e i suoi genitori, per confortarlo gli raccontano la storia di Giobbe.
Quando questi hanno finito, Kenny: “Ma è la storia più brutta che abbia mai sentito!”.

Come dargli torto.

Damiano

una recita testualmente “non bollirai il vitello nel latte di sua madre”

A dire il vero è una tentazione dalla quale stento a trattenermi: ogni volta che vedo un vitello mi vien voglia di mungere la madre e fare un bel vitello bollito nel latte…

Tra le altre cose: questo significa che non si possono fare le scaloppine al latte?

Franco Siccardi

Non solo quello… Non si puo’ neppure mettere il parmigiano nel brodo di carne!!!

Damiano

Piuttosto che rinunciare al parmigiano vado all’inferno!!

Franco Siccardi

Comunque di quei dieci comandamenti esistono due versioni, la prima in esodo,20, 1-17, sulle tavole della legge che Mose’ avrebbe spezzato quando vide il vitello d’oro, la seconda quando, ritornato mose’ sulla montagna, le scrisse sulle tavole definitive, quelle contenute nell’arca dell’alleanza. Poiche’ era vecchio ed un poco svanito, Mose’ non si ricordava piu’ bene cosa avesse scritto la prima volta e, giunto al decimo comandamento, dopo averci pensato a lungo, scrisse la prima cosa che gli veniva in mente, e, poiche’ non gli piacevano le “escalopes a’ la creme” scrisse la storia del vitello e del latte (esodo,34,14-26).

Rimane il fatto che QUELLO, e NON quel che spacciano i preti, e’ il decimo comandamento.

Ed i testimoni di Geova sono invece degli idolatri: esodo,34,14, primo e piu’ importante comandamento, recita:

“tu non devi adorare altro dio, perche’ Geloso e’ il nome del signore”

Geloso (come il magnetofono… facile da ricordare!); non geova, che loro adorano, luridi idolatri! Bruceranno tutti nell’inverno!!!

Chiara P.

“E i cattolici? Sanno quello che hanno imparato dalle suore all’asilo: il bambin Gesù, il sacro cuore e l’ostia, cioè la dogmatica tradizionale ridotta in mitologia, allegoria, sentimento.”

I cattolici non sanno in cosa credono. Non sanno che la verginità di Maria, il purgatorio, l’infallibilità del papa e molto altro sono invenzioni della chiesa.
Io conosco moltissimi “cattolici” che vanno a messa una volta ogni tanto e sono molto infastiditi da quello che dice il papa! Si possono definire cattolici questi?
La maggior parte degli italiani è cattolica in questo modo… Non si interessa a prendere posizione. Non approfondisce la sua conoscenza riguardo a qualcosa a cui dice di aderire.
Quando stavo per fare la cresima la catechista mi ha detto: “Anche se non sei convinta fallo lo stesso. Cosa ti costa provare?”
Gli italiano sono ignoranti e pigri. Accettano quello che gli viene insegnato. Dicono di credere anche se non capiscono.
Io sono molto estremista su queste cose. L’ho imparato da mio padre che è cattolico.
Se i “cattolici italiani” credono per metà (o più probabilmente per 1 quarto) alla dottrina cattolica perchè continuano ad essere cattolici?
Se, ad esempio, io credessi in Dio e in Gesù ma non approvassi l’operato della chiesa andrei in cerca dei protestanti italiani!
Quella della maggior parte dei cattolici non è fede ma pigrizia.

liberal

Ricordiamo che nel medio evo le traduzioni in volgare del vecchio e nuovo testamento furono messe all’indice! E’ evidente che qualunque persona normale inorridisce leggendo quei testi sia per le innumerevoli stupidaggini e idiodizie che vi si trovano ( magari giustificabili con una buona dose di ingenuità ) ma soprattutto per gli orrori che vi si leggono: il verbo più adoperato è “uccidere” coniugato in tutti i modi e tempi, per non dire dell’incitamento all’odio razziale e alla guerriglia vera e propria. Ecco allora che la chiesa preferisce raccontare una favola edificante e basta.

Vassilissa

E del baccalà alla vicentina dice niente?

Comunque VOI ateacci senza cuore non avete capito la grande sensibilità del nostro Mosè, che amando teneramente la sua vacca voleva risparmiarle il trauma di vedere il proprio vitellino bollito nel suo latte. Mosè è il primo animalista della storia!

Damiano

. Mosè è il primo animalista della storia!

Beh veramente ha detto che non possiamo bollire il vitello nel latte di sua madre, non che non si possa bollire nel latte di sua zia o di una mucca non parente o nel latte di capra ecc.
Tutti gli altr metodi di cottura invece sembrano essere conformi alla volontà di Jahvè…

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