Anche lui non sarebbe dovuto nascere. Anche i suoi genitori avevano scelto di rinunciare a lui, colpito da due gravi malformazioni cardiache che, secondo chi le aveva diagnosticate durante la gravidanza, erano incompatibili con la vita. Invece il bambino quando ha lasciato l’utero della mamma si muoveva, era vitale. Aveva poco più di 23 settimane. A quel punto i ginecologi hanno dovuto curarlo con tutte le terapie disponibili: tubi, farmaci per spalancare i polmoni e favorirne la maturazione, culle speciali. E’ morto dopo circa una settimana. Senza quegli aiuti se ne sarebbe andato in poche ore. Un precedente molto simile al caso Careggi, avvenuto tre mesi fa al San Camillo-Forlanini di Roma. E per questo, da allora, a chi chiede un aborto terapeutico tardivo si chiede di firmare il consenso informato per rinunciare alle cure intensive nel caso il piccolo sopravviva al parto. In questo modo riceve solo le cure cosiddette compassionevoli. Niente tubi, né macchinari, né accanimento farmacologico.
«Quel giorno non ero in ospedale, quando ho saputo sono rimasta sconvolta, non ho dormito quattro notti», racconta Giovanna Scassellati, responsabile del centro per le interruzioni volontarie di gravidanza della grande azienda romana, una che alla legge 194 ha sempre creduto e l’ha applicata con convinzione. Il risultato della sua insonnia è stato appunto il modulo per rinunciare alle cure intensive. Iniziativa unica in Italia con cui si è cercato di trovare una soluzione per i casi estremi, fornendo un supporto scritto al neonatologo e al ginecologo: «Per noi è una grande responsabilità — continua la Scassellati —. Il nostro è diventato un mestiere difficilissimo. La tecnologia oggi consente di rianimare feti molto prematuri. Non vorrei mai trovarmi nei panni del collega di Firenze. Nel ’78 quando è arrivata la legge lo spirito era diverso. Non piace a nessuno fare questo mestiere ora che ogni giorno il Papa parla di tutela della vita. Anche i non obiettori hanno sentimenti. Quando ho cominciato, il mio primario mi chiamava Attila. Oggi ho dei cedimenti». La necessità di formulare un consenso informato per l’aborto terapeutico le è apparsa chiara soprattutto dopo aver parlato col papà di quel bimbo che non avrebbe dovuto nascere: «Mi ha raccontato che dopo il parto i medici gli hanno messo sotto gli occhi un modulo dove dichiarava di accettare le cure intensive per il figlio. Mi ha detto che in quel momento non capiva niente e che ha firmato».
Femminista, attiva nella Fiapac, l’associazione internazionale operatori dei servizi per l’aborto, in prima linea quando si tratta di sostenere la battaglia per la pillola Ru486, la Scassellati testimonia la durezza della sua professione: «Negli ospedali del Nord per essere sicuri che il bimbo malformato non sopravviva praticano il feticidio, somministrando cloruro di potassio attraverso il cordone ombelicale, come in Francia. A Roma non lo facciamo, ma che sofferenza poi trovarsi di fronte a queste storie. Non c’è da stupirsi se ci sono tanti obiettori di coscienza…».
Una firma per non curare il feto nato vivo
37 commenti
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Scommetto che ogni strada percorribile per approvare un DDL su testamento biologico o consenso informato verrà bruciata da chi di dovere, sarà fatta tabula rasa attorno alle parole “rifiuto delle cure” perchè ora sono sinonimo di Eutanasia (ed è cmq vero).
Accanirsi per rianimare un feto e farlo “vivere” qualche giorno in più è una pratica degna del dottor Mengele, altro che storie, e se l’alternativa è il feticidio trovo che questa sia una “pratica” decisamente meno abominevole.
che gli obiettori di coscienza vadano a fare i cardiologi o i neurologi, non un mestiere dove sono PREVISTE certe cose.
Che schifo che fate, tutti quanti.
Mettete il vomito.
Branco di maiali inferociti.
Oink! Oink!
Grunt!
il verbo “argomentare” non fa parte del tuo vocabolario, nevvero paolo? 😉
Oink!
Tutto ciò rende chiaro come l’aborto sia omicidio.
tutto ciò rende chiaro come certe persone siano profondamente ignoranti…
E prima fai la firma per non curare il feto.
Dopo fai la firma per dire se gli fai il funerale tu o se verrà sbattuto nella fossa comune.
Intanto la Lombardia non sa più dove mettere i feti.
Ma che vomito.
Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Eppure, con le tecniche attuali, spesso si vede benissimo il cuore che batte e che dopo l’aborto non batte più.
ti sei mai chiesto, nicola, come funziona nel caso dei trapianti di organi e nel caso particolare, dei trapianti di cuore?
@Kaworu: ma figurati, vengono addestrati per decenni a non farsi domande. Non so se hai fatto catechisamo, ma se si, ti ricordi cosa succedeva a quei bambini che facevano domande sensate ma scomode? Io ero uno di quelli.
@stefano
beh io regolarmente venivo sbattuta fuori dalla porta senza troppi complimenti, a catechismo 😉
le domande non erano apprezzate…
E’ lurido, c’è qualcosa di psichiatrico in questo accanimento contro la vita.
Io trovo che sia una patologia ben peggiore metter becco (ipocritamente) nelle decisioni altrui.
PS: guarda che strage, alla faccia della tua legge 40! 🙂
http://www.zenit.org/italian/visualizza.php?sid=8344
Data pubblicazione: 2006-06-15
Le decisioni sulle staminali embrionali: una scelta che tradisce l’identità del Paese
Articolo pubblicato da “L’Osservatore Romano”
Il Governo ha ratificato la decisione del ministro per l’Università e la Ricerca scientifica Fabio Mussi di ritirare l’adesione italiana alla dichiarazione etica con la quale Italia, Francia, Polonia, Slovacchia avevano bloccato i finanziamenti dell’Unione europea alla ricerca sulle cellule staminali attraverso la coltivazione di embrioni umani.
@kaworu
Il cuore era solo un esempio perché è quello che si vede meglio ma, ripeto, non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere e peggior sordo di chi non vuol sentire.
appunto, quindi nel tuo caso consiglio un bell’impianto cocleare, nicola 🙂
per la sordità dovrebbe essere risolutivo.
quanto all’occhio “bionico” so che c’è chi ci sta lavorando, ma purtroppo ancora nulla di definitivo.
per quello dovrai aspettare ancora un po’, mi spiace.
«Negli ospedali del Nord per essere sicuri che il bimbo malformato non sopravviva praticano il feticidio, somministrando cloruro di potassio attraverso il cordone ombelicale, come in Francia.>>
—anche negli USA usano iniettare il cloruro di potassio attraverso il cordone ombelicale per uccidere il feto(malformato o che metta in pericolo la vita della gestante)prima di praticare un aborto tardivo. E’ la soluzione più razionale, soprattutto se l’età gestazionale è tale che per il feto, nonostante le tecniche di rianimazione, ci sono zero possibilità di sopravvivenza. Chiedere il consenso per la rianimazione del feto ad una donna che ha appena subito un travaglio mi sembra poco opportuno, è ovvio che in quel momento la persona non è abbastanza lucida per esprimere una decisione razionale.—
Inoltre, io non capisco come si possa provare del sentimento per un feto o peggio ancora per un embrione, è una degenerazione della cultura contemporanea. Certo si può capire la delusione della gestante che desideri un figlio e che vi deve rinunciare perché il feto è malformato, ma se anche i medici favorevoli alla 194 cedono ad infondati sentimentalismi siamo proprio mal messi.
a dipetto del no0me sei una merda secca.
E tu tiarrea ti Papa tetesco, razza peggiore di tutten!
@nicola
il battito cardiaco non è sufficiente a stabilire che un organismo umano sia animato, anche le persone in morte cerebrale possono essere tenute in vita artificialmente con macchine che permettono l’attività cardiaca e respiratoria, ma per la medicina e per la legge queste persone, in cui è cessata irreversibilmente ogni attività dell’encefalo, sono morte(nonostante che il loro cuore batta). Pertanto, l’embrione, che è totalmente privo di attività cerebrale soprattutto di quella corticale che è essenziale per la vita animata(in senso biologico), è un abbozzo di organismo umano inanimato, assolutamente privo di capacità percettive anche elementari, è pura materia umana vivente, i suoi organi non sono in grado di funzionare da soli, fuori dall’utero. Non si tratta di accanimento contro la vita, si tratta di essere realisti.
Nessuno può obbligare la persona di sesso femminile a prestare il proprio corpo ad un embrione(spesso non amato e non desiderato, anzi detestato)contro ogni sua volontà ed interesse. La gestazione è un processo invasivo per l’organismo della persona che la subisce, arreca innumerevoli disturbi e a volte veri e propri danni alla salute fisica e psichica, talvolta irreversibili. Quindi una donna che non vuole subire questo processo, per qualsiasi motivo, deve potersi liberare con l’aiuto di un medico. e’ un principio elementare di civiltà,se viene meno questo, tanto vale privare le donne del diritto di cittadinanza e della capacità giuridica, perché obbligare una donna che non lo vuole a prestare il proprio corpo ad una gestazione odiosa significa disconoscere la personalità della donna, significa ridurla ad una macchina, ad una cosa.
marja, sono parole al vento…
io continuo a ribadire che se anche gli uomini potessero restare incinti, l’aborto sarebbe visto come una cosa normalissima.
Ti sbagli: se è vista male persino la sega…! Figurati se sarebbe visto bene l’aborto. Questa è una fissazione delle donne.
@Kaworu
Hai ragione, se gli uomini potessero rimanere incinti oppure se le donne si rifiutassero in massa di fare sesso con gli uomini fino ad aver ottenuto reale parità di condizioni(perché non giusto che l’uomo si possa divertire senza conseguenze e la donna invece debba pagare con una gestazione indesiderata), penso anche io che la RU486 verrebbe venduta come farmaco da banco, come l’aspirina.
Comunque ci sono anche molte donne moraliste o scioccamente sentimentaliste che sono contrarie all’aborto(non solo per loro stesse, ma anche per le altre), queste sono le più insidiose, perché sembra che parlino a favore delle donne, mentre al contrario vogliono imporre a tutte quante la loro idea di femminilità(che spesso è ricalcata sui modelli costruiti dall’uomo). In fondo la morale è frutto della speculazione filosofica e per secoli la filosofia, salvo qualche rara eccezione, è stata riservata ai maschi e anche le donne filosofo in fin dei conti hanno imparato a pensare dai maschi, ragion per cui la guerra viene tollerata, i morti sul lavoro anche, i bambini che dopo la nascita muoiono di fame o vengono uccisi da genitori che non li amano e non li sopportano può anche essere tollerato, ma l’aborto assolutamente no.
Son tutte cose immorali. Incluso l’aborto.
X Kaworu e Marja
E’ quello che sostengo da tempo, se fosse una questione d’interesse maschile nemmeno discuteremmo di legittimazione dell’aborto e gli uomini lo praticherebbero come se fosse niente; anche da qui nasce la forte misoginia dei principali monoteismi di questo mondo, dove più o meno velatamente capeggia la scritta:”Tu donna partorirai nel dolore”.
certo che vedere persone che protestano quando il cloruro di potassio ( approposito sapete che è dolorosissimo?) è usato come iniezione letale e invece la invocano come “feticidio”, no legalmente in tutti i paesi del mondo una volta scodellato il feto diventa un infante, quindi è infanticidio (nella stessa cina dove si puo’ abortire fino al 7 mese…… è infanticidio)
mi chiedo perche’ si protesti anche da sinistra sugli aborti selettivi in cina (le femmine sono abortite come ridere) e si trovi normale il fatto che un feto, o meglio bambino (vi piaccia o no ma siete al livello di chi gassava gli indesiderati, del resto si sa che la sinistr di oggi è molto piu’ radicale del nazismo). Discorsi su “se gli uomini rimanessero incinti saprebbero cosa vuol dire” rilevano lo spesso culturale di capre tibetane. Nessuno puo’ obbligare le femmine a portare avanti la gestazione, giusto. Per questo motivo, i cari compagni cinesi hanno pensato a rmunerare la sterilizzazione (vi siete fatte legare le tube o no?).
Come dice Marja, o la donna è in grado di scegliere per se stessa oppure diventa solo un corpo-contenitore, senza diritti. E siamo dalle parti del medioevo o dell’integralismo.
Non c’è alternativa.
Volete proteggere la vita? Allora come mai siete tutti qui a parlare e non nel Darfur, in Somalia, in Iraq o in Colombia?? Forse perche’ e’ piu’ facile imporre il proprio pensiero ad un antiabortista in Italia che a un terrorista in Iraq o a un narcotrafficante in colombia?
Siete dei sepolcri imbiancati.
La cultura della morte è propria degli atei che si battono per eutanasia ed aborto o di chi vieta gli anticoncezionali e la relativa cultura?
Tanto per sapere …
PS: il mio messaggio precedente era rivolto ovviamente ai cattolici che frequentano questo sito. Tra l’altro ho errato nello scrivere, volevo dire abortisti, non anti-abortisti. Scusate la confusione, e’ venerdi’ pomeriggio 🙂
Marja scrive:
Inoltre, io non capisco come si possa provare del sentimento per un feto o peggio ancora per un embrione, è una degenerazione della cultura contemporanea. Certo si può capire la delusione della gestante che desideri un figlio e che vi deve rinunciare perché il feto è malformato, ma se anche i medici favorevoli alla 194 cedono ad infondati sentimentalismi siamo proprio mal messi.
Io rispondo: finalmente una che la pensa come me! Lo sai che l’anno scorso ero con una mia amica che aveva avuto un aborto spontaneo al 2 mese da poco e andavamo a farci una passeggiata..a questa mia amica era morta la madre di un tumore polmonare da pochi mesi..arriva una signora anziana e bigotta e gli fa “Poverina, dopo la morte di tua madre anche quella di tuo figlio” Io sono rimasta di sasso..paragoni la morte di una madre, donna di 50 anni stroncata da un cancro a un raschiamento di embrione??? Ma dove è la scala di valori??? Dove????? In Lombardia fanno il funerale ai feti..si sta andando proprio a rotoli,,questa mentalità non solo è bigotta ma dannosa e immorale.
Non so se qualcuno ancora legge questo post.
Volevo avvertirvi che, in questo momento, quel maiale di Ferrara sta strumentalizzando il dolore della famiglia di quel povero bambino abortito “per errore”, il dispiacimento dei medici che hanno sbagliato in buona fede, per fare le solite campagne pro-vita.
Qualcuno con me vuole scrivere a la7 in proposito? Io lo faccio subito.
Fa bene Ferrara, non è strumentalizzazione (altrimenti dovrebbero essere strumentalizzazioni tuttii casi ce si tiravano in ballo quando si voleva una legge per l’aborto).
Quel feto (di 5 mesi, cioé non era un embrione) era un futuro signor X, un futuro cittadino insoma, che per un casino è stato rispedito al Creatore. Errore un paio di palle e a quel paese chi si tiene stretta la sua vita ma se ne infischia di quella altrui!
Anche gli spermatozoi che Ratzinger ha deliberatamente deciso (scegliendo il celibato) di non unire ad un ovulo erano dei futuri signori X…
@zumpappa
senza stomaco il futuro signor X non sarebbe arrivato alla maggiore età.
anzi neanche al primo dente.
quindi futuro cadavere semmai.
poi il fatto che il feto fosse in realtà sano è un problema di mala sanità e di imperizia della madre che avrebbe dovuto fare anche gli altri accertamenti che le erano stati consigliati.
tutto questo non c’entra una mazza con l’aborto.