Dio 2.0

Da quando Youtube è diventato il nome del successo di massa, nello user generated content o contenuto prodotto dalle persone, la parola “tube” è diventata un suffisso che permette a mille suoi cloni di diffondersi e sfruttare l’alone positivo generato dall’archetipo.
In questo caso siamo al sito di televisione autogenerata dei cristiani. Si chiama Godtube (in inglese). La palla è ai fedeli: ognuno metta il video che secondo lui promuove la fede. Non specificamente cattolica: in questo senso Gobtube sembra più appartenere al fondamentalismo degli stati americani del sud.
Al momento è in beta. Ma ci si trovano già cose interessanti: come una clip che si intitola, “la banana, il disastro per l’ateo” (”perché, vedete, queste venature complesse, questo tessuto così perfetto, chi avrebbe potuto farlo?”). Oppure l’appello ai corsi di formazione contro ogni ideologia falsa. E quali sono le ideologie false? L’ateismo – e fin qui ci si potrebbe stare – poi l’omosessualità, l’aborto e via elencando con gli orientamenti di vita o con scelte drammatiche e terribili.
Il sottotitolo di Godtube è Broadcast Him, trasmetteteLo, cioè trasmettete via televisione Dio e non c’è che dire è efficace nel promuovere questa versione del web 2.0 applicata al Padreterno.
E però qui c’è una piccola – enorme in realtà – contraddizione col modello YouTube, che tutto è fuorché broadcast (cioè mezzo di massa) ma virale, basato sul passaparola e sulla popolarità dei link disseminati nella rete. Ma non stiamo troppo a spaccare il capello in quattro. Godtube è in linea, ma non sa di essere un clone.

Fonte: il blog Scene Digitali di Vittorio Zambardino