Intervista a P.Fassino sulla manifestazione odierna

Onorevole Fassino, oggi si tiene a Roma la manifestazione pro Dico promossa dalle organizzazioni dei gay.
«Io non sarò presente perché sono in Emilia per una serie di congressi di partito, ma i Ds ci saranno. Credo che la manifestazione sia da guardare con rispetto e simpatia perché è una manifestazione promossa per riaffermare l’irrinunciabilità dell’uguaglianza dei diritti per ogni persona».

Ma c’è già chi, come Mastella, polemizza per la presenza dei ministri alla manifestazione.
«Io non assegno un grande significato a questa cosa: i ministri sono uomini e donne che hanno delle opinioni politiche. Chi partecipa a quell’iniziativa lo fa per le sue convinzioni, non per l’incarico che ricopre. Eppoi vorrei ricordare che non è una manifestazione contro il governo, ma a sostegno di un ddl che il governo ha presentato in Parlamento, quindi francamente non vedo il perché di queste polemiche».

Ci sono polemiche anche nella Quercia. Il ministro Pollastrini non ha gradito che il presidente della commissione Giustizia del Senato Cesare Salvi abbia bocciato il ddl. «Diciamo una cosa semplice: il governo ha elaborato un ddl, con il lavoro generoso e paziente dei ministri Bindi e Pollastrini, tenendo conto anche delle diverse sensibilità che ci sono su questo tema tra credenti e non credenti, dopodiché questo provvedimento è consegnato al Parlamento dove sono stati depositati altri nove progetti di legge. Perciò è ovvio che il dibattito parlamentare non potrà semplicemente essere “un sì o un no” al ddl del governo. Se non altro per una ragione istituzionale e procedurale bisogna esaminare anche tutte le altre proposte».

Potrebbe essere più chiaro, onorevole Fassino?
«E’ ovvio che con il varo della legge da parte del governo si è esaurita una prima fase, ora si tenta una seconda fase di elaborazione in Parlamento. L’unica cosa che dobbiamo evitare è che la seconda fase finisca su un binario morto».

Nonostante i suoi timori lei ritiene che ora che il tema è affidato al Parlamento la strada sia meno impervia di prima?
«Sappiamo tutti che questo tema taglia trasversalmente gli schieramenti perché nel centrosinistra l’Udeur e alcuni teodem della Margherita hanno già annunciato la loro opposizione, ma sappiamo anche che nel centrodestra vi sono molti, sia in Forza Italia che in An, che condividono i Dico. Davvero ora il Parlamento è chiamato ad assolvere la sua funzione, che non è solo quella di cassa di risonanza di una maggioranza di governo».

In molti temono che i Dico vengano affossati o stravolti. «Per quanto ci riguarda si deve giungere a delle conclusioni che non siano formali o prive di efficacia. Devono essere conclusioni che riconoscono dei diritti a chi ha scelto la convivenza, sia eterosessuale che omosessuale. Non si possono fare cose finte»

C’è anche chi dice: perché tanta urgenza per i Dico?
«Nella politica ci sono anche andamenti accidentali. La cosa è entrata nell’agenda politica perché nella finanziaria era previsto un articolo che introduceva forme di compartecipazione ereditaria pure per i conviventi. L’opposizione e un pezzo della maggioranza hanno chiesto di non affrontare il tema in quella sede per occuparsene più organicamente in una legge. Questo ha accelerato tutto l’iter. Devo dire “ex post” che se si fosse fatta approvare quella norma in finanziaria forse questo avrebbe stemperato il dibattito e ci avrebbe dato anche un tempo più graduale per affrontare il tema di una legge organica. E’ il classico caso in cui si pensa di fare il meglio… ma il meglio a volte è nemico del bene».

Intanto la Chiesa sta sparando contro questa legge.
«Io sono tra quelli che non ha mai chiesto alla Chiesa e ai suoi esponenti di tacere o di autocensurarsi. Lo trovo sbagliato in termini di principio. A nessuno si può chiedere di rinunciare alle proprie opinioni. E poi sarebbe del tutto strano e curioso che su temi che attengono all’uomo, alla vita, alla morte, ai diritti individuali delle persone e alle famiglie, la Chiesa avesse un’opinione e non sentisse il dovere di esprimerla. Per quel che mi riguarda il problema non è avere paura di quel che la Chiesa dice: la questione vera è mantenere ferme le distinzioni tra le ragioni di una fede, che non solo sono legittime ma anche vanno ascoltate dalla politica, e la funzione dello Stato e delle istituzioni, che è quella di fare leggi ispirate ai principi dell’imparzialità, dell’uguaglianza dei cittadini e del rispetto delle scelte di vita individuali di ogni persona. E i Dico sono una legge equilibrata, esattamente perché risponde a questi principi senza mettere in discussione l’articolo 29 della Costituzione secondo cui la famiglia è fondata sul matrimonio».

Che cosa si aspetta dal nuovo presidente della Cei Bagnasco? «Ho avuto modo di conoscere Bagnasco nei molti anni che è stato l’ordinario militare. E l’ho conosciuto come un uomo attento all’ascolto, aperto al confronto e al dialogo, sempre disponibile alla ricerca di intese e convergenze. Del resto, conosco anche il cardinal Bertone come uomo pragmatico e di dialogo. Anche per questo non chiedo loro di rinunciare alle proprie convinzioni, ma di essere, come sono sicuro che saranno, disponibili a comprendere le ragioni altrui e a costruire insieme soluzioni condivise».

Tornando ai Dico: ma la sinistra non ha ceduto un po’ troppo per arrivare al compromesso? «Vorrei farle notare che questa è la prima legge nella storia del nostro Paese in cui si riconoscono i diritti degli omosessuali, senza discriminazioni come è previsto dall’articolo 3 della Costituzione».

Nell’Ulivo c’è chi esalta i Dico come la dimostrazione del fatto che il Partito democratico si può fare, e chi invece sostiene esattamente il contrario.
«È un legame arbitrario. La necessità di riconoscere i diritti alle coppie di fatto esiste indipendentemente da come sono organizzati i partiti e da come è fatto il sistema politico. Io eviterei di dire sia che se falliscono i Dico il Pd non si può fare, sia di sostenere il contrario». […]

Il testo integrale dell’articolo di Maria Teresa Meli è stato pubblicato sul sito de Il Corriere della Sera

Archiviato in: Generale

2 commenti

Pantzini

> diverse sensibilità che ci sono su questo tema tra credenti e non credenti

Apprezzabile l’espressione.

Commenti chiusi.