Bimbi in provetta, crollano le gravidanze, tornano le scorte di embrioni congelati

ROMA – Sono passati tre anni e il bilancio è di sofferenze e culle vuote. La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, la famosa Pma, è entrata in vigore il 10 marzo del 2004. Un tempo sufficientemente lungo affinché i numeri dei successi e degli insuccessi possano essere considerati attendibili. E i dati raccolti dai centri, in attesa di quelli ufficiali che il ministero della Sanità presenterà nella relazione al Parlamento entro giugno, sono tutti in negativo, mentre il “turismo della provetta” ha ormai le dimensioni di massa dei viaggi della speranza. Senza contare un fatto paradossale, come spiega Claudia Livi, ginecologa e segretaria nazionale dei centri Cecos: “Sono sempre di più le donne che dopo essersi sottoposte alla fecondazione assistita inviano ai medici “diffide scritte”, perché non gli vengano impianti tutti e tre gli embrioni. Così ai medici non resta che congelarli”. Con la conseguenza che in questo modo si stanno ricreando proprio le famose scorte di embrioni che la legge 40 voleva eliminare.

È uno dei tanti paradossi di un testo le cui linee guida saranno riviste nel luglio prossimo, mentre il panorama della situazione arriva dalle statistiche fornite dai maggiori centri italiani, che coprono il 20% del totale di tutti i trattamenti effettuati nel nostro paese. I dati sono stati presentati ieri a Milano da Enrico Ferrazzi, direttore della Fondazione Cure, nel corso del convegno su “Riproduzione assistita: obiettivo per la vita”. […]

Ma i viaggi della provetta hanno un risvolto paradossale e tutto italiano come sottolinea Claudia Livi. Nella gran parte dei casi infatti i “trattamenti ormonali e il monitoraggio ecografico preventivi alla fecondazione, vengono fatti in Italia, spesso a carico del Servizio sanitario nazionale, per far risparmiare alle coppie una lunga permanenza all’estero”. In sostanza in Italia viene eseguita la prima parte di un trattamento che però viene ultimato all’estero perché qui è vietato. “D’altra parte i medici lo sanno benissimo, ma negarlo vorrebbe dire penalizzare doppiamente le coppie”. E tornando sul rifiuto sempre più massiccio delle donne di farsi impiantare tutti e tre gli embrioni la Livi aggiunge: “Di fronte a questo rifiuto il medico non può che astenersi, e perciò congelare l’embrione. Ma se per legge la donna non è punibile per questo rifiuto, per i medici la situazione è meno chiara, e, per sicurezza, molti di loro preferiscono affidarsi agli avvocati… “.

Il testo integrale dell’articolo di M.N. de Luca e M.C.Carratu è stato pubblicato sul sito de La Repubblica

6 commenti

Alessandro Masini

si aldo, me la paghi tu la pensione quando saremo 10 vecchi ogni tre giovani….?

Aldo

Masini: “si aldo, me la paghi tu la pensione quando saremo 10 vecchi ogni tre giovani….?”

No, Alessandro. Fai come me: risparmia.

cartman666

io ho gia’ rinunciato all’idea di avere una pensione, la generazione dei nostri padri si e’ presa tutto, a noi rimarranno le briciole.

Vassilissa

Sarà un caso che dopo aver fatto questo obbrobrio di legge e aver fatto fallire il referendum, sia la chiesa che la destra (ma pure gli altri….) semplicemente la ignorino. Quelli che starnazzavano della tutela degli embrioni, piangendo su quelle povere animucce congelate, dove sono ora?

Ah già, ora hanno un’altra crociata per una legge altrettanto raffazzonata e inconcludente….

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