Filippine: ingerenza dei vescovi per le elezioni

La Conferenza episcopale delle Filippine ha chiesto ai giovani di partecipare alle elezioni locali del prossimo 14 maggio ed aiutare il Paese a tenersi lontano dai problemi e dalle dispute irrisolte che hanno seguito le scorse consultazioni elettorali.
Il presidente della Conferenza, mons. Angel N. Lagdameo, ha chiesto ai giovani “di non limitarsi a votare, ma di essere vigili affinché tutto il processo elettorale si svolga in maniera onesta, chiara, accurata e pacifica”.
Nel corso della sua omelia nell’università cattolica di Manila – durante il rosario in collegamento via satellite con il Papa per la Giornata degli universitari – il presule ha definito i ragazzi “una forza ed un’evidente manifestazione dell’amore di Dio” ed ha aggiunto: “Lasciateci affrontare la sfida della ricostruzione delle nostre istituzioni democratiche, scoprendo non solo ciò che deve essere criticato ma anche le cose positive della nostra società”. […]

Fonte: il sito cattolico AsiaNews

7 commenti

Barbara Monea

Purtroppo non conosco la situazione attuale nelle Filippine, quindi non capisco cosa intendano realmente quando parlano di “essere vigili affinché tutto il processo elettorale si svolga in maniera onesta, chiara, accurata e pacifica”.
Ci sarà uno schieramento che vuole far passare i pacs??

Lamb of God

Comunque devo fare un doveroso distinguo fra chi invita a votare e non dice altro, come in questo caso, e fra chi ti dice di votare seguendo precisi dettami o addirittura di non votare proprio, che rimane un fatto gravissimo ed anti-democratico. A parer mio ogni invito all’atto del voto è ben accetto.

Wilde

x Barbara.

Purtroppo nelle Filippine non c’è nessuno schieramento che voglia far passare i pacs, ma semplicemente hanno una situazione di brogli elettorali e tangenti da far invidia a qualsiasi altro paese.
La stessa presidentessa Arroyo è stata accusata l’anno scorso di aver pagato svariate tangenti, per far passare ministri che lei preferiva, lavori pubblici che lei voleva e far spesso lavori nei palazzi presidenziali in cui risiedeva, senza contare farsi costruire un palazzo con i soldi dei contribuenti.

L’anno passato sono stata nelle Filippine solo per due settimane e dai giornali del luogo devo dire che la situazione politica era più o meno come quella Italiana degli anni ’80, con l’unica differenza che loro non avevano sospetti, come noi al tempo, ma a quanto pare certezze. Devo anche dire che purtroppo le Filippine sono un paese fortemente cristiano. Anche se le loro devozioni sono influenzate fortemente da altri culti. Non è raro vedere gente che si flagella per la strade durante ricorrenze religiose o i “famosi” crocifissi. Ragazzi che si auto-crocifiggono (con chiodi veri!) e si fanno portare a spasso durante le manifestazioni.

Dall’altra parte, i filippini apprezzano molto gli spettacoli-musical tenuti da famosi travestiti e trans-gender tanto che a Manila hanno uno dei teatri più grandi dedicato solo a loro, e gli attori/attrici di quegli spettacoli sono considerati vere e proprie star.

In questo caso dovrei dire che la richiesta dei vescovi filippini per delle elezioni oneste e pacifiche non sia proprio strana. In un paese dove appena fuori Manila gli uomini girano ancora con i bolo (grossi machete) al fianco le cose in media si riscaldano in fretta quando due persone iniziano a discutere.

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