Fioroni: “Il governo venga al family day”

CORRADO CASTIGLIONE Più garanzie per le famiglie e riconoscimento dei diritti delle unioni di fatto: secondo il ministro alla Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni è nell’azione di governo che il centrosinistra può superare con i fatti l’antico dualismo laici-cattolici, senza trascurare nessuna delle priorità. Ministro, c’è una nuova questione cattolica? «Io sono preoccupato dal fatto che, sia nel Partito Democratico sia nel centrosinistra, i cattolici si sentano ospiti sgraditi paganti col voto, invece che sentirsi progettisti e costruttori. Eppure la laicità non è questo». Invece? «È mai possibile che se un cattolico fa qualcosa, non è perché ci creda davvero. Subito gli si contesta che sia stato qualcuno della gerarchia a suggerirglielo. Poi, mi chiedo: in politica ascoltiamo tutti, come è giusto che sia. Però se parla la Cei immediatamente qualcuno storce il naso. Perché? Come se con il Concordato si fosse arrivati a un baratto fra il silenzio della Chiesa e qualche soldo. Il rapporto deve essere un altro: la Chiesa parla alle coscienze. Poi è lo Stato che decide per il bene del Paese». Ministri in piazza per i Dico: è una minaccia per la salute dell’Unione? «No, il pericolo non è questo. Piuttosto sarebbe un suicidio per il centrosinistra aprire, sulla scorta di qualche strumentalizzazione demagogica o solo superficiale, una questione famiglia. A maggior ragione in questo momento di crisi per la famiglia e di grave emergenza educativa sarebbe demenziale pensare che dobbiamo occuparci di altro: la famiglia non è né di destra, né di sinistra». Nel frattempo in tanti nella coalizione pensano che l’Unione debba occuparsi di altro. «Già, ma qualcuno non comprende che gli italiani sono moderati più di quanto alcuni partiti di minoranza ritengano, del resto questo è stato dimostrato dalla risposta che è venuta in occasione dei referendum sull’eutanasia e sulla fecondazione assistita». E i Dico? «Ai diritti di quel 3,5 per cento bisogna senz’altro pensare, come il Parlamento già sta facendo. Ma senza per questo dimenticare i diritti di tante famiglie: le due cose non sono in conflitto. La famiglia è al centro del programma di Prodi». Andrà al Family day? «Certo che sì». Non crede che sarà un altro momento di frizione fra laici e cattolici? «Guardi, io non so cosa sarà il Family Day, perché non sono io che l’organizzo, ma credo che sia impossibile che una manifestazione a sostegno della famiglia, della responsabilità dei genitori, della centralità del progetto educativo e della convivenza civile delle famiglie sia contro l’azione politica del centrosinistra». Dunque, niente antitesi con i suoi colleghi scesi in piazza sabato? «Niente affatto, piuttosto l’antitesi è quella a un’azione del governo di centrodestra che ha reso il figlio un lusso e per la famiglia impossibile arrivare a fine mese». Il governo come può difendere la famiglia? «Ridandole credibilità e autorevolezza con le parole e con i fatti, anche con sostegni economici».

Fonte: ilmattino.caltanet.it

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17 commenti

Marco G.

“E così, Ministro Fioroni, lei ha deciso di partecipare al Fininvest Family Day?” -“Certo che sì!” -“Non crede che sia un’altra trovata del centrodestra per trombare lei e tutti i suoi colleghi? “Guardi non lo so, mi hanno detto che organizza tutto Berlusconi…” E questo sarebbe ministro della Pubblica Istruzione, poveri noi…

archibald.tuttle

ma sara un family day o una religiously married eterosexual family day? ci saranno gli sposati civilmente? sono una famiglia i non sposati? possono andarci? e i gay con figli che credono di costituire una famiglia? puo andare solo chi ha una famiglia o pensa di metterne su una o e’ aperta anche ai preti? la pollastrini, pecoraro scanio e ferrero possono andarci? e grillini e luxuria? sono un po confuso…

raphael

Martedì 20 Febbraio 2007 sul messaggero
di DANIELE MENOZZI*
Patti Lateranensi hanno segnato l’11 febbraio 1929 una data periodizzante nella storia dei rapporti tra chiesa e stato in Italia. La costruzione dell’unità nazionale era infatti avvenuta in aspro contrasto con il papato romano, che, dopo aver perso nel 1860-61 territori detenuti da circa un millennio, nel 1870 era stato costretto a ritirarsi entro le mura leonine in seguito alla proclamazione di Roma capitale del novo regno. Ma la ragione del conflitto non stava solo nella perdita di una sovranità territoriale che Pio IX ed i suoi successori giudicavano indispensabile alla libertà di esercizio del ministero apostolico. Altrettanto grave appariva ai loro occhi che quel mutamento si fosse verificato sotto l’egida di un governo che realizzava un ordinamento politico di tipo liberale, costituzionale, laico, separatista. In tal modo si palesava che la “rivoluzione” – lo scardinamento della tradizionale società cristiana iniziato nel 1789 a Parigi – non si arrestava: era arrivata in Italia, anzi persino a Roma, con tutta la carica distruttiva che la cultura cattolica del tempo attribuiva alla “moderna civiltà”. Il nuovo ordinamento non poteva perciò essere riconosciuto: esso era in opposizione a quell’organizzazione della vita collettiva che la chiesa da tempo indicava come modello ideale. Seguì, tra l’altro, con il ”non expedit“ l’imposizione ai cattolici italiani di non occuparsi di politica e anche se lentamente le grandi trasformazioni sociali del paese misero il laicato credente in grado di tutelare anche sul piano politico – ad esempio tramite il partito di don Sturzo – gli interessi ecclesiastici, soltanto in seguito all’avvento del fascismo la frattura apertasi con l’unificazione nazionale si sarebbe sanata. Allora, alla base dell’incontro tra stato e chiesa, non ci fu solo l’interesse di Mussolini ad acquisire prestigio internazionale e consenso interno. Vi era anche la consapevolezza della chiesa che si era davanti ad un regime che si poneva in antitesi a quei valori della modernità (libertà civili e politiche, democrazia, laicità, ecc.) che la “rivoluzione” aveva portato in Italia nell’Ottocento. Al di là delle singole misure e dei privilegi che stato e chiesa si scambiavano reciprocamente, al fondo dell’accordo del 1929 stava la “reazione” – comune a chiesa e fascismo – contro una visione “moderna” della convivenza civile. Non a caso Pio XI acclamò i Patti come l’atto che poneva salutarmente fine in Italia ai “disordinamenti liberali”. Proprio per questa ragione si pose all’indomani del crollo del regime e della nascita della Repubblica il problema della loro compatibilità con il nuovo assetto democratico dello stato.E’ noto che Pio XII volle che i rappresentanti della DC s’impegnassero per inserire i Patti nella nuova Costituzione ed è nota l’accondiscendenza (forte era il timore per la fine della “pace religiosa” nel paese) mostrata, soprattutto dal PCI, alle loro richieste. Ma si previde un meccanismo di revisione. Dopo diversi infruttuosi tentativi, nel 1984 si giunse alla stipula del nuovo concordato. E’ indubbio che il nuovo testo è aperto in diversi punti ai principi pluralistici della modernità. In esso sono tuttavia restati ampi privilegi per l’istituzione ecclesiastica (ad esempio in materia di insegnamento, di assistenza, di finanziamento). Inoltre fin dall’inizio la CEI ha rivendicato che in alcune materie non trattate (matrimonio e famiglia) era disponibile ad intese ulteriori, rivendicando peraltro l’autorità di fissarne i principii direttivi. Ma i dubbi che solleva anche il nuovo accordo si situano altrove. Storicamente la chiesa in età contemporanea si è dotata dello strumento concordatario – a partire da quello con Napoleone del 1801 – con uno scopo ben preciso: finita la società cristiana, occorreva garantirsi in quel dato contesto le migliori condizioni giuridiche, per poter operare al fine di restaurare le basi cristiane della convivenza civile, ponendo così fine agli istituti moderni nati dalla Rivoluzione francese. Anche nel testo del 1984, pur con tutte le sue aperture, diversi indizi mostrano che a questa prospettiva, da parte ecclesiastica, non si è ancora rinunciato.
* Docente di storia contemporanea
alla Normale di Pisa

zumpappa

>In tanti pensano che l’Unione debba occuparsi di altro…

Se tra un carnevale di Rio e l’altro scucissero anche i soldi per i docenti scolastici a tempo indeterminato… Roba che solo i comunisti potevano ottenere il seilenzio dei sindacati: sto ancora aspettando lo stipendio di dicembre, quello di gennaio e quello di febbraio! Una cosa senza precedenti, per la lunghezza del ritardo.
Se Berlusconi avesse fatto una cosa del genere gliene avrebbero tirato giù un ministero; siccome però al governo c’è Prodi…chissenefrega se negano la mercede agli operai.

Kaworu

ovviamente al family day i bambini non verranno strumentalizzati…

voglio andarmene da questo paese di merda -.-

e voglio uno smile che sbatte la testa contro il muro

Kaworu

zumpappa, una cosa non esclude l’altra.

non vedo sinceramente come il dare dei diritti sacrosanti a delle persone nuoccia ai lavoratori.

Marja

Il family day è una pagliacciata demagogica, organizzata da quella cattofascista di O. Tarzia, segretaria del MPV. Avrebbero dovuto chiamarlo il giorno della procreazione(naturale e coattiva). Il governo non deve assolutamente parteciparvi. 8-q

zumpappa

Ma se si ricordassero anche di quello, tra una manifestazione e l’altra…! I diritti di chi insegna, già riconosciuti, non ci sono più. Sono appena 3 mesi senza stipendio. Tanto chi se ne frega, la scuola è già una baracca è la gioventù è una bomba a orologeria…

Ilaria

Ma come? i Ministri non possono partecipare alla manifestazione pro pacs ma a quella del family day ( che mi sa tanto davvero dei vecchi Wasp americani) ci possono andare?

Me ne vado da stò paese di merda. Il trasloco obbligato per l’università mi facilita il tutto. Vado in Francia dove almeno i diritti a me e alla mia compagna sono garantiti e dove lo stato è LAICO.

Il Filosofo Bottiglione

zumpappa! ma se i soldoni li usano per mettere a ruolo gli insegnanti di religione, vedi tu: se non insegni religione, attrezzati.

il povero fioroni è un cattolico buono, spero faccia la rivoluzione, spodesti il papa e tutti i cardinali e prenda il potere all’interno della chiesa: finalmente avremo i pacs con rito cattolico!

Marco G.

Non tutti i sindacati rimangono in silenzio. I Cobas ad esempio si mobilitano. Ma quelli sono comunisti…

zumpappa

Marco

Ma col cavolo che si mobilitano! Adesso vedremo che succede, farò sapere. Mi chiedo chi nonha altro reddito o ha famglia, come caspita fa…

franz

Son veramente dei gran pezzi di merda. FUORI I PRETI E I MALEDETTI POLITICI LORO SUCCUBI DALLE NOSTRE MUTANDE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

dv64

zumpappa, ci sei o ci fai?
Sai quante belle e utili cose si potrebbero fare con il miliardo di euro che invece ogni anno inspiegabilmente lo Stato regala a quei parassiti pedofili porporati?

civis romanus sum

Devo contattare il mio reclutatore di aspiranti kamikaze talebani , ne ordino uno lo faccio venire qui lo vesto da pretuncolo e gli metto un cilicio carico di 10 kg di trinitotoluene , gli pago il biglietto per la kermesse dei papaboys e che saltelli là in mezzo finchè non esplode …

polly66

E questa per voi è democrazia? Perchè vi scaldate tanto per questa manifestazione se come dite voi sono solo pretuncoli e papaboys? Solo a chi la pensa come voi è dato manifestare? Ricordatevi che questo paese siete anche voi e scappando altrove non risolverete nulla se non dimostrare che forse di tali diritti non ve ne frega poi molto!

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