Cremona, no di 200 medici

Lettera all’Ordine di Cremona, firmata da molte decine di aderenti, contro la decisione che aveva definito deontologicamente corretta la scelta di staccare la spina.

Imedici, tanti medici, si mobilitano contro il proprio Ordine, reo di aver “sdoganato” la strada verso l’eutanasia. Succede a Cremona, dove duecento camici bianchi ieri hanno presentato un documento al presidente del loro Ordine provinciale per dire un secco no ad altri casi “Welby”. Di fatto, è una severa critica ai vertici della categoria che il primo febbraio scorso, nell’ambito di una Commissione disciplinare istituita ad hoc, ha giudicato deontologicamente corretto l’operato del dottor Mario Riccio, l’anestesista che nel dicembre scorso ha staccato la spina a Piergiorgio Welby. Archiviato quel procedimento, ora i medici di Cremona fanno sentire la propria voce e dichiarano di non riconoscersi nelle deliberazioni unanimemente espresse dalla Commissione Disciplinare. Tra i primi firmatari, i medici Paolo Emiliani (chirurgo), Alessandro Inzoli (oncologo), Claudio Maffini (psichiatra), Franco Pecchini (neurologo), Alberto Rigolli (ginecologo) e Paolo Votta (chirurgo). I medici richiamano con convinzione il fatto che il principio d’autodeterminazione del paziente sancito dal codice deontologico della professione medica agli articoli 20 e 35 non può prevaricare il presupposto dell’inviolabilità della vita umana che è garantito dalla Costituzione. «Riteniamo – specificano – che la professione medica non debba subire una deriva di tipo contrattuale, tale da rendere il medico mero esecutore dei desideri espressi dal paziente: fra malato e curante, infatti, deve crearsi un’alleanza terapeutica, all’interno della quale il medico è chiamato ad agire in scienza e coscienza». In particolare, poi, nei casi terminali, il medico deve «accompagnare» il paziente, ma «non deve effettuare né favorire trattamenti finalizzati a procurarne la morte», anche su richiesta specifica, come afferma l’articolo 17 del codice deontologico, e non deve prestarsi, soprattutto, a «spettacolarizzazioni mediatiche o a campagne strumentali per la legalizzazione di pratiche eutanasiche, espressamente vietate dal codice deontologico». […]

I duecento medici di Cremona proprio non ci stanno a entrare nel novero di chi legittima l’eutanasia, anche se Mario Riccio, l’anestesista cremonese che ha “sedato” Welby prima che fosse staccata la spina, ha superato indenne l’esame disciplinare. […]

Il testo integrale dell’articolo di Agnese Pellegrini è stato pubblicato sul sito di Avvenire

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9 commenti

archibald.tuttle

anestesisti che si rifiutano di sedare una persona che muore per asfissia.
anestesisti convinti che qualcuno abbia privato welby del diritto all’inviolabilita della propria vita.
anestesisti che si rifiutano di praticare legittime terapie chieste dal paziente.
anestesisti che decidono di praticare terapie, pazienza se il paziente non le vuole.

la prossima volta che andro sotto i ferri me lo dovro scegliere accuratamente l’anestesista.

Lamb of God

Facciano e dicano quel cavolo che vogliono, ciò che conta sono gli atti giudiziari e andando avanti così si arriverà all’assoluzione piena per Mario Riccio, una sentenza che in futuro potrebbe portare ad una legge adeguata alla faccia del codice deontologico che, per inicso, non è stato affatto violato.

Giorgio

Sempre lo stesso principio-guida: un ALTRO presume di sapere cosa è meglio per TE, e te lo vuole imporre, ritenendo di fatto irrilevanti i costi che TU sei chiamato a pagare per le SUE concezioni.

Giorgio

UNA NOTIZIA DI POCO FA (Virgilio News)
Roma, 15 mar. (Apcom) – Inmaculada Echevarria, la donna di 51 anni che soffriva di distrofia muscolare progressiva, è morta ieri sera intorno alle 21, dopo che le è stato staccato su sua richiesta il respiratore artificiale che la teneva in vita. La donna si è spenta all’ospedale di San Juan Andaluz, a Granada.

Come riferisce il quotidiano spagnolo El Mundo, il suo corpo sarà cremato domani presso il cimitero comunale di Granada. Prima di staccarla dal respiratore che la teneva “artificialmente in vita”, lo staff medico che le ha prestato assistenza ha adottato tutte le misure di sedazione necessarie perchè non soffrisse “nessun dolore”, ha riferito la Delegazione provinciale della salute.

Inmaculada Echevarria era stata trasferita alcune ore prima dall’ospedale San Rafael de Granada, centro dove aveva trascorso gli ultimi dieci anni, e che è gestito da un ordine religioso, all’ospedale San Juan de Dios, che dipende dal Servizio Andaluso della Salute (SAS).

Le autorità sanitarie hanno giustificato il trasferimento con la necessità di “evitare molestie non necessarie alla paziente”. La direzione dell’ospedale San Rafael ha a sua volta dichiarato che “accetta” l’interruzione di un trattamento medico, nel rispetto “del principio dell’autonomia del malato”.

La donna aveva espressamente chiesto di morire, e aveva ottenuto l’autorizzazione del Comitato etico della Giunta dell’Andalusia, e del Consiglio consultivo andaluso, in quanto si trattava di un caso di limitazione dello sforzo terapeutico e non di eutanasia.

Daniele+

Non so quanti medici operino a Cremona. Ma 200 non sono “i medici di Cremona”, sono “alcuni medici di Cremona”. Ne basta uno contrario per non essere più tutti, e con i membri della commissione disciplinare fanno come minimo una minoranza significativa.
Ma si sa: per loro quelli che la pensano diversamente non esistono.

iGod

I medici soffrono di una formazione poco scientifica. E’ come se un esercito si occupasse di politica estera anzichè di strategia militare.
Inoltre occorre ricordare che se si derivano le norme etiche dalla conoscenza scientifica, contemporaneamente si afferma il primato della scienza rispetto alla religione.

Damiano

solo perchè ci sono 200 (ma fossero anche 2000 o 2000000) di medici che non vogliono staccare la spina non significa affatto che non sia un MIO diritto farmela staccare se mi dovessi trovare in una brutta situazione.

la prossima volta che andro sotto i ferri me lo dovro scegliere accuratamente l’anestesista.

Ci pensavo giusto giusto ieri, la prossima volta che finisco sotto i ferri sarò io a fare una accurata “visita” ai medici col fine di accertarmi che non siano i soliti invasati ciellini.

DavideM

“rendere il medico mero esecutore dei desideri espressi dal paziente”

dalle altre categorie di professionisti ci aspettiamo che facciano quanto chiediamo, nei limiti di ciò che sanno e possono fare: perchè i medici dovrebbero fare eccezione?

Marcodoc

Io non sono un ciellino invasato, anzi… e capisco benissimo il dramma di un uomo ridotto come lo era Welby… quello he non accetto è che a un medico si chieda di fare quello che non deve assolutamente fare… ammazzare una persona, con o senza il suo beneplacito. Welby a quel respiratore non doveva neppure venire attaccato, come aveva espressamente richiesto e come la sua cattolicissima moglie non ha avuto cuore (?…) che succedesse.
Se mia moglie o altra persona cara fosse nella condizione di Welby, la spina la staccherei io, prendendomi tutte le responsabilità morali e penali, senza chiedere a chicchessia di fare qualcosa che non gli spetta fare. Quanto al laureato in medicina che lo ha ucciso, gli pronostico una rapida carriera politica, che poi è quello che cercava.

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