Ma la natura non è la Musa di chi legifera

Nell’Esortazione post-sinodale Sacramentum Caritatis Benedetto XVI ha elencato diversi “consigli”: il rispetto del riposo domenicale e il recupero del senso del peccato, la non somministrazione di sacramenti ai divorziati risposati (“una vera piaga”), la reintroduzione nella messa del latino.
Se si fosse limitato a questi richiami, da cattolico a cattolico, non ci sarebbe nulla da obiettare.
Però così non è stato. Benedetto XVI ha infatti esortato i politici e i legislatori cattolici a non votare leggi “contro natura” e a sostenere “valori fondamentali come il rispetto e la difesa della vita umana e della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio” (tra un uomo e una donna, beninteso).
Oltre alla possibile noncuranza verso la laicità dello Stato, altre questioni complicano la richiesta di Joseph Ratzinger. Il richiamo alla natura è estremamente difficile da seguire, pur volendolo: che cos’è naturale, e che cosa non lo è? La risposta non può che dipendere dalla nostra definizione di natura umana, e quindi sarà una risposta non coincidente con la Verità, ma con una convenzione storicamente determinata, e mutevole: proprio come il concetto di famiglia. A meno che non si assuma la visione di Ratzinger come la Verità. Ma perché, per rimanere in tema, non quella di una religione diversa dal cattolicesimo?
E poi: quante sono le inclinazioni naturali che siamo chiamati a contrastare? Lo stesso catechismo impone il celibato e la castità ai preti: è forse naturale? È naturale sottoporsi a regole rigide?
La natura è una guida incerta ed erronea della morale; figuriamoci delle leggi di Stato.

Chiara Lalli
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33 commenti

Il Filosofo Bottiglione

“non somministrazione di sacramenti ai divorziati risposati (“una vera piaga”)”

bravo papa! a furia di dire queste scemenze si tirerà la zappa sui piedi.

provate a farci un’indagine statistica: si scoprirà che nessun cattolico risposato rinuncia al corpo del consorte in cambio del corpo di cristo. amen

Il Filosofo Bottiglione

ringrazio chi mi ha suggerito la battuta, un’ispirazione provenuta dall’alto…

zumpappa

La cosa migliore per un prete che non accetta il celibato è chiedere la dispensa e sposarsi…

Ma se non esiste altro che la natura, chiaramente non può esistere che la natura come esempio! Cerchiamo di non parlare per assurdità. Che l’uomo, nato ieri e perso in un cosmo pressoché immenso e con una materia rispetto a lui quasi eterna, misteriosa e ancora piena di sorprese, sia anto minchione e ignorante da dire che la natura con le sue leggi perfette sia una guida erronea per la morale…

Ma oltretutto, non si era detto anche che non vi è una morale assoluta…? E allora donde viene tanta sicurezza nelle sentenze? Per dire che la guida morale della natura è erronea bisogna conoscere quale sia la via giusta; ma se una morale assoluta non c’è… Qui si sparano sentenze e poi ci si contraddice immediatamente.

Jacopo

Io dico che la poligamia è l’unica forma di famiglia secondo natura

Daniela

io non l’ho capito proprio il discorso di zumpappa.
Comunque dirò una cosa banale ma la natura è varia, enormemente vasta, esistono numerose specie e numerosi comportamenti sessuali e riproduttivi, quamdo il papa parla di comportamenti contro natura egli non fa altro che dimostrare la sua immensa ignoranza in merito all’argomento. Inoltre sbaglia immensamente quando dice che i comportamenti naturali sono gli unici comportamenti morali, a parte che contraddice se stesso perchè fare sesso è molto naturale e lui non fa altro che sbraitare che non bisogna farlo se non dopo il matrimonio e tutto questo è, francamente, molto innaturale; per non parlare della castità già citata prima. Alla fine però la natura non è nè immorale nè morale, la natura deve essere solo studiata e osservata.

Nikky

Condivido Daniela. la natura non è ne morale e ne immorale siamo noi che la rendiamo tale, a seconda dei nostri valori e delle nostre esperienze. E per questo che è importante il rispetto verso coloro che non condividono una visione di moralità particolare che ci appartiene. Rispetto che Ratzinger non ha e non può avere perché crede che le sue convinzioni siano assolute, essendo allergico al relativismo e a tutti gli -ismi in generale 😉

Marco G.

Legge, morale, religione e via dicendo sono cultura, non natura

Il Filosofo Bottiglione

@Nikky

il papa e diversi cattolici fanno spesso il gioco di essere contro gli -ismi. ma è un puro sofisma.
infatti gli -ismi, non sono concetti, ma suffissi, che, nel vocabolario, hanno lo stesso significato degli -esimi

zumpappa

Sì, ma se esiste solo la natura, anche la cultura è natura…!

Marco G.

Comunque sia, tutto ciò che è cultura è necessariamente (o almeno lo è stato fin’ora) imperfetto, parziale. Nel migliore dei casi è ben lungi dall’avvicinarsi ad una comprensione della natura, vale a dire dell’universo, perfetta. D’altra parte è l’unico modo che abbiamo per accedere a questa comprensione. Senza cultura (sempre incompleta perciò “relativa”) non saremmo neppure in grado di dire “cos’è” la natura

Marco G.

P.S. : diciamo che la cultura è la natura dell’uomo, animale culturale

Gianluigi

Una domanda mi assilla da momento in cui ho udito la notizia: come può la reintroduzione della messa in latino contribuire alla salvezza delle anime?
Ci sono forse delle formule magiche che potrebbero non funzionare se pronunciate in qualsiasi altra lingua “viva” ?
Effettivamente, l’abbigliamento del papa e dei suoi vassalli ricorda un po’ quello dei maghi dei fumetty fantasy…
Sono queste le domande che – imho – i seguaci del papa-pensiero dovrebbero porsi: nessuna sacra scrittura parla di liturgie, né tantomeno di idiomi preferenziali.
Allora, da dove derivano la dottrina ed il catechismo cattolici?

Quando il gregge cattolico smettera’ di seguire questi sedicenti pastori, forse scoprira’ che non esiste solo la strada che dall’ovile porta al pascolo e viceversa.

zumpappa

Marco G.

Ma non NON siamo in grado di dire “cosa” sia la natura. Scientificamente si parla del “come” essa si autogoverni, in virtù di quali principi e leggi.
Resta il fatto che la cultura stessa è natura, poiché niente al di fuori della natura esiste, almeno per postulato di ateismo materialista. Gli errori culturali possono allora essere meccanismi di natura di soppressione di alcuni organismi, o sistemi di regolazione della loro esistenza…insomma, una forma di selezione naturale.

Marco G.

Infatti ho detto che siamo in grado ma NON completamente, esaustivamente. Allo stato delle conoscenze attuali non siamo in grado di dire con certezza se la nostra natura di animali ragionevoli ci permetterà mai di arrivare ad una conoscenza esaustiva della realtà oppure se esiste un limite oggettivo al di la del quale è impossibile andare (come sembrano suggerire il principio di indeterminazione di Heisemberg o la fisica quantistica). Fatto sta che ciò che non conosciamo non possiamo neppure quantificarlo o misurarlo per cui non possiamo neanche dire “quanto” ce n’è. Tutto quello che sappiamo è che c’è da lavorare parecchio. Quanto agli “errori culturali” la semplice complessità del reale è più che sufficente a spiegarne la causa, se non le ragioni.

Jacopo

Sono d’accordo con Zumpappa: la cultura è natura, il mondo non può essere che così e tutto ciò che c’è al mondo, dato che è naturale, è giusto.

Lorenzo

“…la non somministrazione di sacramenti ai divorziati risposati (“una vera piaga”), …”

Ma come, non l’aveva introdotta Wojtyla? Mi pareva che a suo tempo ci fosse stata da parte sua una qualche forma di cauta “apertura” in questo senso. O sono io che mi ricordo male?
Comunque, a parte questo, b16 si sta muovendo nello stesso solco tracciato dal suo predecessore, come d’altra parte già si sapeva fin dall’inizio. Però per ora ha sicuramente meno presa e carisma sulle masse rispetto al precedente, che, grazie più che altro ai media, era riuscito a raggiungere livelli difficilmente eguagliabili (almeno si spera!).

Daniela

i fenomeni naturali si studiano e si osservano, attraverso gli strumenti scientifici e tecnologici, una serie di strumenti oggettivi, (la scienza è oggettiva), che ci permettono di indagare su come è fatta una cosa, su come funziona, su come essa interagisce con ciò che ci circonda. Il resto: l’etica, la morale sono costruzioni dell’uomo che gli permettono di convivere con gli altri, tutto qui, c’è chi preferisce un’etica prevaricatrice e questa è quella che propugnano le religioni, e per diffondarla mettono in mezzo fallacmente la natura, e c’è chi vuole un etica che rispetta la libertà e i desiseri della persona, basata sull’uomo e la sua felicità.

archibald.tuttle

“Ma non NON siamo in grado di dire “cosa” sia la natura.”

se non siamo in grado di dire cosa sia la natura, non siamo in grado di dire neanche cosa sia dio, quindi tanto vale fermarsi alla natura.

“Gli errori culturali possono allora essere meccanismi di natura di soppressione di alcuni organismi, o sistemi di regolazione della loro esistenza…insomma, una forma di selezione naturale.”

infatti zichichi e’ un accanito sostenitore della teoria dell’evoluzione culturale.

archibald.tuttle

“Una domanda mi assilla da momento in cui ho udito la notizia: come può la reintroduzione della messa in latino contribuire alla salvezza delle anime?”

dopo che sarai morto potrai chiedere informazioni sulla direzione da prendere. sarebbe spiacevole ritrovarsi all’inferno per sbaglio.

archibald.tuttle

“Una domanda mi assilla da momento in cui ho udito la notizia: come può la reintroduzione della messa in latino contribuire alla salvezza delle anime?”

dopo che sarai morto potrai chiedere informazioni in latino sulla direzione da prendere. sarebbe spiacevole ritrovarsi all’inferno per sbaglio.

Mauro Ghislandi

L’esortazione post-sinodale è interessante, ma non contiene nessun elemento di novità. Il pensiero di Ratzinger, quando il medesimo era ancora prefetto della “Congregazione per la Dottrina della Fede” (prima si chiamava “Sacra Congregazione della Romana e Universale Inquisizione”, ma molto opportunamente le hanno cambiato nome), era espresso molto chiaramente nella “NOTA DOTTRINALE circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica” del novembre 2002. La si trova sul sito vaticano a
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20021124_politica_it.html
Merita rileggersela ogni tanto!

Giorgio Ceruti

anche supponendo che esista unanimitá sulla definizione di che cosa é conforme o contrario alla natura, resterebbe da stabilire che ció che é ‘secondo natura’ é per ció stesso buono. Mi vengono in mente alcuni esempi che indicano il contrario.
É conforme a natura che i maschi si scazzottino per decidere chi ingraviderá il maggior numero possibile di femmine, e questo comportamento ha una precisa funzione nell’economia della specie, ma non é generalmente considerato etico, tantomeno da JR.
É del tutto naturale la pulsione a cacciare: ha fatto sopravvivere l’umanitá per centinaia di migliaia di anni, e spinge tuttora moltissimi a far follie pur di ammazzare qualche innocente animaletto. Oggigiorno la caccia, dove non é completamente proibita é fortissimamente limitata, e se non viene esplicitamente dichiarata un’attivitá immorale é solo per calcolo elettorale, ma non ha piú alcuna utilitá reale.
L’impulso a vendicarsi dei torti subiti é completamente conforme alla natura, ma contrario all’etica cristiana e non solo cristiana.
La libidine del potere, che probabilmente é ancora piú forte del sesso come motore primordiale del comportamento umano (anche perché, vedi JR, non conosce limiti di etá) é certamente connaturata all’uomo ma contraria ad ogni giustizia.
Quindi usare il criterio del ‘secondo natura’ e ‘contro natura’ per parlare di morale é solo un artificio retorico per far presa sull’emotivitá del pubblico e per confondere la questione.

Daniela M

non è più possibile separare la natura dalla cultura, nell’uomo. Da quando è venuto al mondo, trasforma culturalmente il suo essere. Dire “secondo natura” è una cazzata, antistorica e senza nessun fondamento antropologico.
Solo nel cattolicesimo più retrivo resistono certe categorie mentali
(sottolineo “cattolicesimo”, non cristianesimo, sono due cose molto diverse, direi qusi opposte, considerato il periodo…)

zumpappa

Giorgio Ceruti

Son d’accordo con te, ma io son partito da un ateismo materialista. Per il cristianesimo esiste lo spirito a guidare la materia, dunque esiste un’etica. Ma per chi crede esista solo la natura…tutto è secondo essa: scienze, filosofia, arte, istinti umani…persino religione ed ateismo.

Marco G.

La scienza non è ne’ religiosa ne’ atea, è laica. Non è deduttiva, è induttiva. Non parte da assiomi preconcetti, si sforza di portare alla luce conoscenze che resistano alla critica (alla “falsificazione” come diceva Popper) un mattoncino alla volta. Conosce la strada che ha percorso, non quella che resta da percorrere. Per me la superiorità della scienza rispetto ad altre forme di cultura risiede nel fatto che è, più delle altre, “lavoro”.

ateafelix

La Chiesa, tumore maligno metastatico della società umana che trae il suo nutrimento dal più becero dei maschilismi universali, condanna il sesso in quanto pulsione che porterebbe l’uomo a soggiacere al suo desiderio verso la donna, o meglio verso colei che, per la sua stessa “natura”, è inferiore e malefica (nel senso letterale di “portatrice di male”).

L’uomo deve invece mantenersi “puro” per potersi rivolgere al suo dio, intendendo per esso _ non a caso “fatto a immagine e somiglianza dell’uomo” _ il simbolo elevato alla massima potenza della mascolinità, della mascolinità totale e totalizzante che rigetta, dunque, ogni contaminazione con il “femminino”.

Tuttavia la donna è indispensabile per la procreazione: in effetti è l’unica funzione sociale che la Chiesa riconosce alle donne. Come ha detto senza mezzi termini l’esecrabile Ruini, la donna esiste e si giustifica “ontologicamente” in quanto contenitore di embrioni, un ruolo, l’unico possibile, cui la Chiesa l’ha condannato con la creazione del sacramento maritale, che permette l'”esercizio” della sessualità in quanto procreativo.

Fuori da esso, le donne non sono “collocabili”: tolta infatti la “madonna”, le donne non hanno altri modelli positivi cui ispirarsi. La donna o è madre o non è.

Allo stesso modo, fuori dal matrimonio e quindi dalla funzione procreativa, la sessualità non “serve” da cui la condanna di tutte quelle forme sessuali sterili come l’omosessualità ma anche l’onanismo.

Pertanto non si può sperare in un'”apertura” delle gerarchie ecclesiastiche verso l’omosessualità e verso ogni relativa forma di tutela giuridica: significherebbe far loro rinnegare le fondamenta del loro stesso credo. Significherebbe apertura non solo verso gli omosessuali ma soprattutto verso il “femminino” e quindi verso le donne, cosa impossibile se si considera che sul peccato di Eva è stata costruita tutta la dottrina cristiana.

Il rimedio? Una classe politica forte del proprio ruolo e della laicità dello Stato….Ma questa è un’altra storia.

raphael

Per il cristianesimo esiste lo spirito a guidare la materia, dunque esiste un’etica.

E allora il paparaz la smetta di sbolognare la natura in ogni suo discorso. Abbia il buonsenso di dire semplicemente: è dio che lo vuole

Jacopo

1) Grazie Daniela, incominciavo a temere che qualcuno arrivassse a dire che è naturale che le donne siano sottomesse
2) caro Zumpappa non puoi cercare la visione cattolica del mondo e della natura in una prospettiva scientifica; tu parti dal presupposto che tutto sia unità e perfezione mentre buona parte del pensiero scientifico parte dal presupposto che “la realtà” è un interpretazione transitoria della stessa in attesa di essere falsificata. Anche voi cattolici potreste avere una visione simile, ma vi siete fissati sulla questione dell’unico dio.
3)nel caso dell’omosessualità e dei comportamenti contro natura caro Zumpappa sei un masochista, perchè o lo Spirito si è sbagliato, e non è pensabile, a creare l’uomo poichè l’ha dotato di libero arbitrio oppure l’uomo erra nell’esercitarlo e io non capisco come puoi sopportare il pensiero che il libero arbitrio non sia esercitabile

Marco G.

Il rischio di chi fonda l’etica sullo “spirito” è che quando gli si sgonfia lo spirito rimane senza etica. Anzi, a volte anche prima: c’è gente così “gonfia” di spirito da perdere ogni (buon) senso etico, come si vede dai risultati delle loro “morali”. Questo fatto da solo basta a giustificare una ricerca etica svincolata da qualsiasi spiritualismo.

Il Filosofo Bottiglione

zumpappa!

dici che per il cristianesimo esiste lo spirito che guida la materia, dunque esiste un’etica

in primo luogo l’etica non è conseguenza logica dello spirito che guida la materia. infatti lo spirito potrebbe guidare la materia senza che esista l’etica, farlo e basta, senza presupposti di male o bene. anzi se lo spirito è bene allora ogni atto della sua guida è bene, quindi ogni fenomeno è bene: la vita, la morte, le supernove, l’omosessaulità, il papa, la religione, l’ateismo ecc ecc.

inoltre è bene ricordare ai credenti che esiste etica senza dio.
mi viene in mente un cattolico mio conoscente che un giorno sostenne: “voi che non credete non dovreste porvi limiti, senza dio tutto è permesso, il vostro principio non può essere che quello di godere, allora perchè non vi abbandonate alle più immonde bassezze. non vi si pone freno neppure al crimine.”

in primo luogo come io voglia godere (e sono molto d’accordo sul godere) non me lo può venire a spiegare un cattolico. in secondo luogo non sento nessun bisogno nè di commettere nè di giustificare i crimini.
infine mi viene da pensare che forse lui aveva bisogno di dio per frenarsi dal commettere le più immonde bassezze se non addirittura dei crimini, speriamo che non si accorga mai che dio non esiste

zumpappa

1. Io non ti ho detto che tutto sia bene, ma tu hai citato una teoria…il male da vedersi per es. come in Teilhard de Chardin. Anche le concezioni cabalistiche del male, ad es la scuola catalana del Sefer ah-Orah, hanno una simile concezione.

2. L’etica senza Dio esiste per te, ma non per mltissimi atei no: ci sono innumerevoli modi diversi di vedere le cose. Domanda a un nietzeschiano e poi a un marxista assieme, e senti che ne pensano.

3. In un mondo materialista anche le tue dissertazioni sono reazioni regolate da leggi meccanicistiche, e tu sei un pupazzo e nulla più.

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