Il Sant’Uffizio manda al rogo la teologia della liberazione

Libri proibiti, dunque da mettere all’indice. Gesù Cristo liberatore; lettura storico teologica di Gesù di Nazareth, pubblicato nel 1991, e La fede in Gesù Cristo, che risale al 1999, due opere del gesuita Jon Sobrino, uno dei padri della cosiddetta teologia della liberazione, sono stati dichiarati contrari «alla dottrina cattolica» dalla Congregazione per la dottrina della fede (l´ex Sant´Uffizio). In realtà la condanna mira a ben altro che “chiarire” alcune divergenze teologiche: Sobrino viene messo all´indice perché le sue teorie sono agitatrici, puntano a diffondere e radicare le pericolose idee della cosiddetta “teologia della liberazione” che predica la fede pensando però ai bisogni degli uomini, soprattutto dei più poveri. Perché, spiega una nota allegata alla Notificazione che bandisce le opere, «l´opzione preferenziale per i poveri della Chiesa non è una opzione esclusiva e la Chiesa non può esprimersi a sostegno di categorie sociologiche e ideologiche riduttrici, che farebbero di tale preferenza una scelta faziosa e di natura conflittuale». Una posizione che potrebbe portare alla scomunica di San Francesco.
[…]

Fonte: unita.it

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21 commenti

civis romanus sum

E questo infine dimostra che le frequentazioni naziste giovanili di razinga hanno lasciato un segno.
La teologia della liberazione fu il tentativo di riavvicinarsi all’america latina con un altro volto della chiesa dopo i secoli in cui laggiù ha saputo solo mostrare il suo lato più feroce dello sterminio di massa spacciato per conversione di massa .
Tentativo in parte anche riuscito , spacciavano cristo come il primo comunista della storia , e c’è chi pure ci ha creduto .
Adesso si torna al passato nello stile di questo nuovo nazistello reazionario , tutto ciò che ha il colore rosso , a parte le sue scarpette e il suo cappellino da babbo natale , è da scomunicare .

Leo55

Ho sempre considerato teorie come quella della “teologia della liberazione” come fuorvianti e mistificatrici.
Daltronte, dal punto di vista di un “vero credente”, ciò che dovrebbe contare è la giusta mercede che si riceverà nell’aldilà e che sarà più congrua quanto più la vita terrena sarà stata piena di pene e sofferenze……..quindi, razionalmente, non ravvedo un filo logico nel volersi disegnare a tutti i costi una religione che contenga motivazioni e contenuti di carattere sociale ed etico impropri alla natura stessa delle religioni; delineando contesti in cui la figura di Gesù Cristo si possa assimilare a quella di un guerrigliero in lotta contro i potentati economici e le lobby d’interesse finanziario………….e perchè mai? A cosa dovrebbe mai servire il migliorare la condizione di vita in questa “valle di lacrime” in cui saremmo “solo” di passaggio.

La chiesa , da sempre ha predicato penitenza e povertà come strumenti di redenzione e santificazione.
Se si vuole rimanere coerenti con l’assunto di essere “credenti”, bisogna esserlo fino in fondo.

civis romanus sum

@ leo

Appunto come dicevo , Teyllard de Chardin il teologo propugnatore della teologia della liberazione , fece solo una operazione politica per riavvicinarsi all’america latina a quei tempi percorsa da guerriglieri come il Che guevara o i sandinisti .
Una sorta di conciliante benevolenza verso teorie politiche allora imperanti nel mondo .

Damiano

La chiesa , da sempre ha predicato penitenza e povertà come strumenti di redenzione e santificazione.

Hai detto bene, “predica”… (agli altri ovviamente…) della serie “armiamoci e partite”.

non ravvedo un filo logico nel volersi disegnare a tutti i costi una religione che contenga motivazioni e contenuti di carattere sociale ed etico impropri alla natura stessa delle religioni

Scusa se lo fa B16 perchè non possono farlo gli altri ?
Ah… scusate, per un momento mi sono fatto cogliere da un raptus relativista…. 😆

JSM

“categorie sociologiche e ideologiche riduttrici, che farebbero di tale preferenza una scelta faziosa e di natura conflittuale”
devo dire che i preti sono sempre molto innovativi nella comunicazione: questa è una interessante definizione di poveri e bisognosi. D’altronde si sa che per definizione si è poveri per fini ideologici….

Leo55

Da un punto di vista utilitaristico, io , sotto sotto, auspico che papa natzinger persista nella sua opera di restaurazione nei costumi e nella dottrina .
Le immani contraddizioni, le falsità, le incongruenze storiche e filosofiche della chiesa emergono molto meglio in un contesto generalmente medievalizzato, per cui , per noi è molto più facile evidenziarle e combatterle.
La chiesa, da molto tempo si è servita di figure affascinanti di sacerdoti -operai, sacerdoti-partigiani, sacerdoti educatori della libertà…………purtroppo sempre e comunque “preti”.
Il papa giovanpaolo II, forse anche più reazionario di nazinger, ha saputo ben spendersi un ‘immagine mediatica costruita da professionisti della comunicazione, facendo molta presa su moltitudini di giovani privi di cultura ed ideali: adesso vedo con una larvata soddisfazione, che l’attuale papa ha cambiato registro, almeno sotto l’aspetto mediatico, ristabilendo aspetti, esteriori, nella forma e nel lessico sopiti da decenni.

Voglio vederli tra qualche tempo questi papa boys…………

Aldo

Vivere la fede tra i poveri e gli ultimi della terra è una cosa, altra cosa è viverla nei palazzi e nelle chiese austere e opulente delle città occidentali.
La teologia della liberazione è un grido rivolto ad un cristianesimo di facciata, autocelebrativo all’interno dei palazzi e delle chiese, che ha perso l’essenza della missione nel mondo: predicare la giustizia, la pace e la condivisione del pane quotidiano con chi non ne ha.
La teologia ha senso se aiuta l’essere umano a liberarsi da ogni forma di schiavitù e se crea le condizioni per porre le basi di una rigenerazione delle coscienze in vista di una società più giusta e più egualitaria.
Dunque, la teologia che libera non morirà mai, nonostante il tentativo di spazzarla via.

anteo

non condivido l’approccio “tanto peggio tanto meglio”
se la saldatura tra vaticano e parte più reazionaria della società si completa Guantanamo diventerà la norma ovvero l’inquisizione come prassi, come metodo.
Guantanamo è uno scandalo ma non si riesce a chiuderlo, perciò non vanno sottostimati gli evidenti segni di degenerazione presenti oggi e le difficoltà di affrontarli.
quindi penso che non solo vadano difesi i diritti civili dagli attacchi di B16 e compagnia ma si debba rilanciare su diritti forti il confronto con questi ancora attivi residui teocratici.
Quindi andrebbe chiesto ai cattolici messi all’indice , i teologi della liberazione, una forte risposta: scisma! che ci stanno a fare con i sostenitori di videla e pinochet? che si diano una mossa!

Leo55

Non credo che la “vera ” missione del cristianesimo nel mondo sia mai stata quella di predicare o praticare la giustizia (quale) o la pace (c’è quella eterna) o la condivisione del pane quotidiano con chi non ne ha………difatti la richiesta del pane quotidiano viene rivolta al Signore Dio….giammai ad un padrone terreno.

Damiano

Non credo che la “vera ” missione del cristianesimo nel mondo sia mai stata quella di predicare o praticare la giustizia (quale) o la pace (c’è quella eterna) o la condivisione del pane quotidiano con chi non ne ha

Probabilmente no, però è stata di sicuro la carota per attirare le masse di poveracci del terzo mondo, ed è ancora oggi l’alibi che consentirebbe (in teoria) alla chiesa di sdoganarsi come “attenta ai bisogni umanitari”

Leo55

@Anteo

Io non sto affatto auspicando il famoso “tanto peggio, tanto meglio”: mi limito a riflettere sul fatto che una chiesa più “chiara” nei suoi assunti sia più facilmente criticabile e si presti meglio ad essere abbandonata “ufficialmente” da schiere di “credenti di comodo” quali se ne annoverano tantissimi nella nostra odierna società secolarizzata.
Per quanto riguarda discorsi di esortazione scismatica nei confronti dei teologi della liberazione….da ateo razionalista non vedo in che modo potrei pronunciarmi: secondo me tutte le religioni vanno confutate e combattute e non stò a fare graduatorie di merito nell’ambito delle credenze e delle superstizioni. 😐

anteo

rileggo quanto ho scritto

“a brigante brigante e mezzo”
i vaticani spargono zizzania ovunque gli capiti? ricambiamogli il favore, facciamo esplodere le contraddizioni presenti in casa loro
e la teologia della liberazione è una grassa occasione

Leo55

Teyllard de Chardin il teologo propugnatore della teologia della liberazione , fece solo una operazione politica per riavvicinarsi all’america latina a quei tempi percorsa da guerriglieri come il Che guevara o i sandinisti .
Una sorta di conciliante benevolenza verso teorie politiche allora imperanti nel mondo .

(da Civis)

Questa spiegazione è autonomamente sufficiente a delineare le reali ragioni e il perchè di un cattolicesimo populista apparentemente in contrasto ( solo oggi) con le attuali politiche vaticane, ma utile in quel tempo tempo a mantenere saldo il primato morale della chiesa sull’identità culturale delle popolazioni oppresse.

civis romanus sum

Questo cavalcare il venticello di idee che spira in epoche diverse è stato sempre un arma efficacissima di cui si è servita la chiesa nel corso dei secoli salvo poi come nel caso della teologia della liberazione non esitare a cambiare le vele gettando le vecchie se il vento cala e soffia in altra direzione.
Ora che il vento , di burrasca , che soffia nel mondo dai quadranti reazionari , lo possiamo chiamare grecale da est (fondamentalismo talebanislamico ) o tramontana da nord (Liberismo mafioso alla Putin ) o ponentino da ovest ( teocon bushiani ), ispira il teologo nazista a svolgere le vele portandosi a favore appunto del vento dominante.
La barca va , cavalca le onde sospinta dal vento ( del signore diranno loro ), sta a noi affondarla .
Come ?
Intando evitando di farci portar via da questo vento , scegliere il campo di regata giusto e lasciarli da soli a veleggiare nel mare in burrasca .

zumpappa

Ma chi ha detto che Teilhard de Chardin è teologo della liberazione…? Fatemi sapere di che suo scritto si tratta.

Leo55

“Quando è stata teorizzata per la prima volta la Teologia della Liberazione?”

“Il primo a farlo, è stato Gustavo Gutierrez, un peruviano del clero secolare diocesano che venne in Brasile alla fine degli anni ’60 per studiare i movimenti di base. Da questa inchiesta arricchita dalla conoscenza che aveva della realtà dell’America Latina, è nata la sua opera che è ormai un classico, Teologia della Liberazione. Fu pubblicata nel 1970 e dedicata a un prete brasiliano che lavorava con i giovani ed era stato assassinato dai militari. Il suo nome era Antonio Pereira Neto, Niki per tutti noi. La Teologia della Liberazione è dedicata a lui. Poi, questa strada è stata percorsa da molti. Fra i più importanti c’è Leonardo Boff. Ma ci sono anche altre testimonianze importanti, comprese quelle di molte donne, sposate con figli, che, attratte da questa interpretazione della religione, sono diventate dottori in teologia

Leo55

Teilhard de Chardin nacque il primo maggio 1881 presso il Catello di Sarcenat (Comune di Ourcines nei pressi di Clermont-Ferrand), in Francia; la madre era pronipote di Voltaire; a undici anni entrò in collegio dai Gesuiti e a trent’anni aderì alla Compagnia di Gesù a Aix-en-Provence. Durante i tredici anni di formazione in seminario si avvicina alla filosofia di Berson. Dato il suo interesse per la scienza viene inviato ad insegnare fisica e chimica nel collegio dei Gesuiti del Cairo e nel 1911 viene ordinato sacerdote. Partecipa alla Prima Guerra mondiale come barelliere meritandosi anche una medaglia al valore e la nomina a cavaliere della Legion d’ onore. Dopo la laurea in Scienza Naturali, viene mandato in Cina a Tien Tsin e torna nel 1925, ad insegnare a Parigi all’Istituto Cattolico. Dopo alcuni scritti di carattere teologico le autorità ecclesiastiche -contrariate- lo rimandano in Cina, dove lavorerà per venti anni, dando anche un contributo alla scoperta dei resti del cosiddetto “uomo di Pechino” o Sinantropo. Nel 1947 torna a Parigi dove vorrebbe pubblicare la sua opera “Il fenomeno umano”, ma il Vaticano è ancora contrario cosicché nel 1951 si trasferisce definitivamente a New York dove continua i suoi studi alla Fondazione Wenner non rinunciando ai suoi viaggi di ricerca in Sud Africa e Rhodesia.

Un curioso aneddoto riguarda la sua morte: agli amici aveva sempre detto di aver chiesto al signore di morire il giorno di Pasqua. Ebbene, il 10 Aprile 1955, dopo aver assistito ad una messa alla cattedrale di Saint Patrick, a New York, Theilard viene colpito da infarto mentre prende un thé a casa di amici; era il giorno di Pasqua.

In effetti non c’entra niente con la teologia della liberazione, pur rappresentando anch’egli una figura fortemente contraddittoria nel panorama teologico cattoligo, con le sue tesi riguardo l’accoglimento delle teorie evoluzionistiche che lo portarono molto vicino alla scomunica.

Enrico Bacciardi

Ogni volta che sento parlare di libri “all’indice”, mi viene da ridere: adesso possiamo ridercela grassa, e comprare e leggere (quasi tutto) quel che vogliamo. Non dimentichiamo cosa significò per SECOLI il poter mettere dei libri all’indice… una brutta abitudine che SENZA VERGOGNA non hanno perso. Una vestigia ancora viva (ma agonizzante) dell’oscurantismo e dello strapotere della Chiesa Cattolica Liberticida.

montini

la chiesa ha fatto molto per l’umanità e non vedo perchè debba essere continuamente attaccata in modo così disgustoso!!!!!!!!!!Stesso discorso vale per il papa….ora è pure nazista!????? Ma fatemi il piacere e siate seri per una volta……..

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