È difficile seguire i percorsi logici di certo giornalismo nostrano. A sentire i resoconti sull’Esortazione apostolica di Benedetto XVI, si ha l’impressione di un intervento a gamba tesa negli affari privati dello Stato italiano. Da qui i proclami di «lesa laicità» e la richiesta di rimettere in discussione il Concordato. Ma qual è l’oggetto del contendere? La scintilla che ha acceso il fuoco delle polemiche è dove si dice che chi, occupando particolari posizioni sociali o ruoli politici, vuol essere coerente con il fatto di accostarsi all’eucaristia, «è particolarmente interpellato, nella propria coscienza, a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondamentali della natura umana».
Potrebbe essere un testo che va bene, non solo per tutte le religioni, ma per tutte le Costituzioni. Non si parla infatti di principi evangelici, ma di natura. Perché sentirla allora come un’ingerenza cattolica? Viene spontanea una prima domanda da porre agli zelanti farisei della laicità atea e anticlericale: su quali fondamenti si regge l’etica di un non credente? Perché dovrebbe risultare chiaro che anche chi non fa riferimento a Dio dovrà pur avere una morale. E se questa morale non parte dal riconoscimento di un principio religioso, ci dovrebbe essere almeno la natura a far da criterio oggettivo che ispira la coscienza atea.
Non è da oggi che il concetto di natura viene guardato con sospetto, in quanto considerato una sorta di principio trascendente, quasi una divinità religiosa. […]
Ricordare che il legislatore è tenuto a mettersi in sintonia con la natura è qualcosa di più di un proclama cattolico. È semplicemente una questione di dignità umana.
Il testo integrale dell’articolo di Bruno Fasani è stato pubblicato sul sito de Il Giornale
Quelli de Il Giornale sono davvero così idioti da pensare che l’etica sia possibile solo grazie al fatto che in passato qualcuno abbia inventato l’astratto concetto di “Dio”?
Inoltre: quelli de Il Giornale sono davvero così idioti da pensare che la Natura sia conoscibile attraverso i proclami di Ratzinger?
In realtà, se c’è qualcosa di veramente contronatura è l’omofobia della chiesa cattolica, che è omofobica proprio in quanto totalmente ignorante sulla vera natura dell’uomo.
“Ricordare che il legislatore è tenuto a mettersi in sintonia con la natura è qualcosa di più di un proclama cattolico”
Una affermazione del genere è qualcosa di più di semplice ignoranza. E’ l’anticamera del totalitarismo…
Che centri o no, consiglio a tutti di andare a vedere il film: IN MEMORIA DI ME. E di sospendere il giudizio sul film fino alla fine dell’ultima scena…
Ma come si fa a commentare uno scritto simile?
Non mi abbasso a tanto…Mah!
ma se qualcuno ha voglia di farlo…può scrivergli direttamente
brunofasani@yahoo.it
Devo dire che neanche noi del liceo scientifico eravamo così impreparati in filosofia
No comment !!
E basta co sto giornaletto del nano di arcore … UAAR , esiste anche il manifesto , l’unità , il corriere della sera , la stampa , il messaggero … se proprio volete che si commentino opinioni clericali scegliete l’osservatore o l’avvenire . Andate alla fonte , non abbiamo bisogno di intermediari pagati dalla mafia brianzola.
“ci dovrebbe essere almeno la natura a far da criterio oggettivo che ispira la coscienza atea.”
certo certo
la legge naturale dice anche che il piu forte sopravvive sul piu debole o il pesce grosso
mangia il pesce piccolo, ma questo non vuol dire che sia una cosa giusta!
Certo che ci ispiriamo alla natura, la osserviamo e la rispettiamo, non la interpretiamo a nostro uso e consumo come qualcuno di nostra conoscenza!
Don Bruno Fasani? Non sara’ per caso lo stesso Don Bruno Fasani, ex direttore di “Verona Fedele”, che ha mobbizzato un mio amico giornalista fino a costringerlo a licenziarsi? Lo stesso Don Bruno Fasani che e’ uomo talmente spregevole da riuscire a farsi cacciare via dal vescovo? E ha pure il coraggio di dare del fariseo al prossimo?
Come fanno a essere così (volutamente) idioti???è chiaro che la prima domanda da porsi è:cazzo ne sa della natura la Chiesa che in 2000 anni di storia ha preso sempre delle cantonate colossali?dal sole che gira attorno alla terra,al divieto di trasfusioni,di trapianti da organi umani o animali (quest’ultimo ancora oggi).Il punto è che in realtà il Papa e la Chiesa tutta si arrogano il diritto di avere la conoscenza totale e vera della natura,e il vero significato è:”non votate leggi contro quello che diciamo noi”.Quanto agli atei,è chiaro che l’etica si fonda sulla RAGIONE (mai sentito parlarne,caro Giornale?),poichè la natura specifica dell’uomo è appunto quella di essere un essere razionale.(non sempre pare…)
Come sarebbe come fanno? Quelli sono gli zelanti farisei della devozione atea, c’è bisogno di aggiungere altro?
…dove “gli” è dialetto emiliano, beninteso…
Per quanto mi riguarda, la più grande soddisfazione è che lo schiaffo più grande a chiesa e credenti venga prorpio da un prete: Jean Meslier. Andate a leggervi la sua biografia su Wikipedia. E’ vissuto qualche secolo fa, ma ancora oggi sembra venire dal futuro!
Esaltiamo un’etica fondata sulla paura, sul “timore”, bella etica quella in cui scegli tra il bene e il male perché c’è un dio pronto a castigarti, in cui reprimi i desideri perché poi c’è linferno.
Prima di parlare di cose che non conosce, come la “morale atea” questo signore farebbe bene a parlare delle poche cose che sa perché gli sono state indottrinate da un prete che, forse, lo stuprava, in confessionale.
Per chi ha voglia di farsi venire il mal di fegato, qui c’è la lista completa degli articoli del suddetto:
http://www.ilgiornale.it/la_aut.pic1?ID=5849
Io ho provato a leggerla come un quiz: vedo un titolo, cerco di immaginarmi gli argomenti, apro l’articolo e controllo se c’ho preso… e qui i casi sono due: o io sono preveggente, o il tipo è più prevedibile di un cronometro svizzero 😀
Allo zelante fariseo Bruno Fasani. qualcuno dovrà pur dirlo che in base ad un semplicissimo processo di identificazione nell’altro, inteso come un essere fatto come noi e come noi capace di soffrire e di gioire, ci si può, banalmente, mettere nei suoi panni e pensare:” Se io mi trovassi al suo posto a vivere una situazione di disagio o sofferenza e qualcuno mi venisse in aiuto, mi farebbe piacere? Certo! Ergo io cerco di adoprarmi per dare una mano nella speranza che quando mi dovessi trovare nelle medesime condizioni, per reciprocità qualcuno mi potrebbe (dovrebbe) venire in soccorso”.
E qui il punto fondamentale, questo “fai a gli altri quello che…..” che completa e rafforza il più noto “non fare a gli altri quello che non vorresti….” va applicato non per la speranza di un premio futuro o per il timore di un futuro castigo, ma molto più terrenamente perchè se ci comportassimo TUTTI così, si vivrebbe meglio TUTTI in questa vita!!
Ma dobbiamo sentirci dare lezioni sulla natura da gente che toglie Darwin dai programmi scolastici?? Beh,almeno così sono più liberi di dare la loro visione teologica e teleologica della natura
Io di fatto non credo che esistano argomenti oggettivi di etica. Di fatto, sono esattamente ciò che viene detto relativista etico. Il “bene ” e il “male” di fatto non esistono. Poi ciò non significa che io personalmente un codice morale. Solo che penso sia impossibile fondarlo
razionalmente. D’altra parte questa è solo una posizione filosofica che non applico sul lato pratico. Secondo mè parlare di etica come se ciò riguardasse un argomento conoscitivo è primo di senso.
P.S. Le parole di Sanna non le commento neanche. Che tristezza, ad ogni nuova uscita de’ Il Giornale mi fanno rimpiangere Montanelli.
Ma quante volte ho scritto “di fatto”?
Forse Anselmo da Aosta era più intelligente!
AQUALUNG
Puoi vedere l’intervista al regista di In memoria di me fatta da Augias qui
http://www.media.rai.it/mpmedia/0,,RaiTre-Lestorie^20534,00.html
scusa riprovo
http://www.media.rai.it/mpelenco/0,,RaiTre-Lestorie^18546,00.html
Ormai dovrei avere un bel callo, ma tutte le volte che leggo un’affermazione come “su quali fondamenti si regge l’etica di un non credente?” ho un sussulto!
Il punto e` che la morale e l’etica sono innate, sono nel nostro codice genetico, nel vero senso della parola: siamo animali sociali, non predatori isolati. Come tutti gli altri primati siamo “cablati” per la socialita` e l’etica e` la pietra angolare della socialita`.
Chi si pone una domanda come quella posta dall’articolista, evidentemente sente dentro di se` una mancanza di etica. Solo quando l’etica naturale manca (e secondo me questa e` una condizione di disagio psichico) allora bisogna attingere all’etica religiosa, cioe` dettata da altri (che si suppone abbiano o abbiano avuto in passato un’idea dell’etica naturale).
P.S. Si`, sto dicendo che chi ha bisogno che la religione definisca la sua etica e` psichicamente anormale.
evidentemente c’è gente che per non commettere reati ha bisogno di dio, speriamo che non si accorgano mai che dio non esiste.
Il “bene ” e il “male” di fatto non esistono.
ma allora perché chi ammazza qualcuno viene (o almeno dovrebbe, nella nostra cultura) essere punito? in nome di cosa? se il male non esiste e il bene neanche, tutti dovremmo poter fare tutto, e le leggi non dovrebbero proprio esistere perché limitano la nostra libertà. se la vita non è sacra perché crearsi tutti questi problemi sul vivere e sul morire, perché chiederci se è lecito questo o è lecito quello?
ma allora perché chi ammazza qualcuno viene (o almeno dovrebbe, nella nostra cultura) essere punito?
Semplicemente perchè uccidendo qualcuno si provoca un danno concreto e quantificabile alla società – perfino volendo prescindere da qualsiasi considerazione etica: tanto per fare un esempio, si priva la società delle competenze che l’individuo possedeva, si provoca un trauma psichico ai suoi parenti, e così via. Punto. Per animale sociale come l’uomo, l’omicidio è un fattore disgregante (in linea di principio, per lo meno – poi sono spesso le culture a stabilire eccezioni di volta in volta diverse). Dio e il “diritto naturale” non c’entrano una ceppa.
Mely la risposta è semplice, l’etica atea o per lo meno la mia etica si gonfa su pochi principi e non ha nulla a che vedere con la natura. Primo: la mia libertà finisce quando comincia quella di un altra persona. Perciò le mie scelte devono influenzare solo la mia esistenza e non quelle delle altre persone. Secondo: ogni scelta deve essere presa creando il minor danno alla società e fornendo il massimo vantaggio in termini di crescita e sviluppo.
Questi principi non derivano dall’esistenza del bene o del male, ma semplicemente dalla logica e dalla ragione avendo come obiettivo la convivenza pacifica e l’evoluzione sociale, scientifica e tecnologica della società.Ad esempio io non uccido perchè a mia volta rischierei di essere ucciso e perchè in ogni caso non ha senso uccidere un altra persona che potrebbe potenzialmente essere utile alla comunità.
Detto questo ci tengo a sottolineare che non esiste un etica naturale visto che la natura posta in situazioni simili non agisce sempre allo stesso modo, ma anzi agisce tendenzialmente in modo casuale fino a trovare una strada preferenziale per la sopravvivenza di una determinata specie. Tuttavia non essendo un essere senziente le leggi fisiche ripetono i tentativi senza imparare dai propri “sbagli”. Ad esempio per le iene è “etico” mangiare i cadaveri, per le mantidi è “etico” uccidere il proprio partner, per il delfini è “etico” avere rapporti omosessuali e la madturbazione etc etc… potrei continare all’infinito e per ciascuno di questi esempi se ne può trovare uno che esprime un etica naturale opposta. Ogni essere vivente segue “l’etica” che in un determinato contesto gli permette di sopravvivere al meglio. La chiesa invece imponendo la sia etica vecchia di 2000 anni (come minimo) non fa altro che ostacolare l’evoluzione della società (ed esempio con la ricerca sulle staminali embrionali)
FERNANDO SCRIVE:
Il punto e` che la morale e l’etica sono innate, sono nel nostro codice genetico, nel vero senso della parola: siamo animali sociali, non predatori isolati. Come tutti gli altri primati siamo “cablati” per la socialita` e l’etica e` la pietra angolare della socialita`.
Chi si pone una domanda come quella posta dall’articolista, evidentemente sente dentro di se` una mancanza di etica. Solo quando l’etica naturale manca (e secondo me questa e` una condizione di disagio psichico) allora bisogna attingere all’etica religiosa, cioe` dettata da altri (che si suppone abbiano o abbiano avuto in passato un’idea dell’etica naturale).
IO SCRIVO:
Hai espresso pienamente il mio pensiero..l’etica è innata, poi viene perfezionata anche con l’educazione, con le esperienza di vita..cavolo c’entra la religione?? Leggetevi “etica senza Dio”.
Concordo con rosalba… è incommentabile, basta un solo neurone funzionante per rendersi conto delle scemenze scritte che non hanno nemmeno la dignità di essere confezionate in un certo modo per passare come argomentazioni plausibili… sono proprio scemenze e basta, buttate li sfacciatamente: evidentemente si rivolgono ad un pubblico ben preciso (i lettori del giornale), un pubblico che non è in grado di valutare se quello che legge è un articolo giornalistico o monnezza.
Rigrazio Fernando perchè invece di insultare, come la maggior parte degli utenti ha fatto, ha risposto alla domanda del sacerdote sul fondamento dell’etica. L’attacco diretto alla persona è un vecchio metodo che rivela debolezza di argomenti. Sarà anche piacevole sfogarsi ma il bisogno di farlo è più da frustrati che da razionalisti sicuri di sè.
Fernando dice:
> Il punto e` che la morale e l’etica sono innate, sono nel nostro codice genetico, nel vero senso della parola: siamo animali sociali, non predatori isolati. Come tutti gli altri primati siamo “cablati” per la socialita` e l’etica e` la pietra angolare della socialita`.
Potrebbe essere; ma il problema si sposta, perchè se non vogliamo essere *determinati* ad essere etici (altro che farlo spinti da punizione/ricompensa) dobbiamo ammettere di essere liberi di non corrispondere alla “cablatura” genetica. Perchè seguire l’impulso, che qui viene a somigliare a un imput esterno come nel caso del comandamento divino? Se siamo liberi davvero allora quella genetica è una semplice “proposta”, nè più nè meno di quella del Decalogo. Io, essere libero, mi trovo a confrontarmi con le Tavole della Legge o con le Tavole del Dna: perchè seguire o rifiutare la proposta? Disobbedire all’imput genetico, formatosi ciecamente, senza alcuna finalità, non è un problema. Il Caso non piangerà se gli disobbideremo.
> Chi si pone una domanda come quella posta dall’articolista, evidentemente sente dentro di se` una mancanza di etica. Solo quando l’etica naturale manca (e secondo me questa e` una condizione di disagio psichico) allora bisogna attingere all’etica religiosa, cioe` dettata da altri (che si suppone abbiano o abbiano avuto in passato un’idea dell’etica naturale).
Etica naturale? Eureka! Ma allora esiste!
Altra cosa. Proprio nel tuo Blog parli di un articolo che individua “Le radici evolutive della religione “. Come la mettiamo? Se anche la religione è geneticamente determinata (come potrebbe altrimenti?) allora inserire l’etica nell’orizzonte religioso è quanto di più *naturale* ci sia.
> P.S. Si`, sto dicendo che chi ha bisogno che la religione definisca la sua etica e` psichicamente anormale.
Come detto sopra, è quanto di più psichicamente normale e naturale ci sia. E’ la natura che ha fatto la religione. Lo dice Dennet. Perchè andare contro il Processo Evolutivo?
Ciao
Massimo
PS
per seguire “l’evoluzione” di temi simili, vedi Blog personale: http://www.orarel.it
@ mely
perchè no?
Su cosa si fonda un’etica laica? E’ molto semplice: l’etica laica si fonda sull’amore per il prossimo guidato dalla conoscenza ( Russel). Quando i fondamentalisti di tutte le risme non hanno il coraggio di sostenere le loro tesi religiose perchè sono insostenibili, allora le camuffano da leggi di natura. Nessun chimico o fisico o biologo ha mai trovato traccia di queste presunte leggi ( ad esempio il matrimonio come unione di maschio e femmina oppure lo stesso finalizzato alla procreazione, ecc) . Si tratta come è evidente ad ogni individuo che abbia un minimo di razionalità di leggi e convenzioni sociali che sono storicamente determinate e quindi mutevoli. Naturalmente è fatica sprecata voler far ragionare costoro , ma comunque bisogna insistere.
a massimo: hai fatto un discorso confuso… ma che vuoi dire? Puoi dirlo in poche battute (tipo io/penso/questo). Su una cosa ti rispondo immediatamente: la religione non “l’ha fatta la natura”, è una sovrastruttura inventata dll’uomo. L’uomo è mutevole, incostante, ha idee, opinioni diverse, fa tante cose e fa anche tante buttanate. A noi la innaturale sovrasrtuttura “religione” ci sembra una minchiata. E pure dannosa.
La verità è che noi abbiamo bisogno di un codice morale, così come di uno estetico:ma per mè sono la stessa cosa. Tutto quello che concerne argomenti assiologici non può avere giustificazioni oggettive, nel senso che non esistono criteri oggettivi per giudicare “il bello” o “il cattivo”. E inoltre che cos’è il bello o il male? Non ci sono definizioni rigorose di questi concetti. Il concetto di “positivo” o “negativo” rigurdante giudizi morali o estetici deriva dai concetti di piacere o di dolore (indefinibili anch’esse, è vero, però a mio giudizio accettabili come primitivi, in quanto descrivono semplicemente una sensazione, come ad es. la parola “rosso”). Tuttavia, giustamente a quanto ha detto machetazos, l’uomo è un animale sociale, ( il linguaggio stesso è un fenomeno sociale) e quindi necessitava semplicemente di una regolamentazione dei rapporti tra individui, per questo l’etica è un concetto diverso da quello di “sofferenza” o “piacere”, e da qui si è evoluto un uso sempre più astratto e sempre meno collegato ai concetti orginandi. Per quanto riguarda l’estetica si può notare come essa sia più vicina ai concetti di piacere, perchè noi possiamo appunto godere della lettura di un libro o della vista della Cappella Sistina, perchè appunto non si evoluta da esigenze pratiche, bensì per così dire “artistiche”, legata quindi più alla creatività che ad un mero aspetto pragmatico. Il concetto di peccato rappresenta poi l’apice di distacco dall’assiologia primitiva, l’ha completamente spersonalizzata, l’ha resa astratta, idaele,platonica.
Ed ecco perchè ho grande rispetto del buddhismo, perchè è un ritorno alla persona, all’individuo. Non vuole farci seguire “la strada giusta” propone solamente un metodo:
un metodo non per liberarci dal peccato, ma dalla sofferenza. E solo ciò rende il buddhismo una religione immensamente più grande del cristianesimo.
In fatto di etica i non credenti possono avvere posizioni molto diverse (Stalin e Orwell non la pensavano allo stesso modo, ad esempio…) E sicuramente non tutti concordano con l’idea che l’etica abbia un fondamento naturale. Di questo si è già discusso ad es. in questa ultimissima:
http://www.uaar.it/news/2007/03/15/lettera-di-chiara-lalli/
C’è chi pensa che in materia di etica “naturale” i veri esperti siano gli squali (Hobbes), e tutta la tradizione illuminista e liberale anglosassone da Locke e Hume fino a Popper ritiene che l’etica sia piuttosto un prodotto culturale dell’uomo in quanto animale, oltre che razionale, anche sociale (basata cioè sul consenso/contratto).
Ma chi sicuramente NON può essere considerato un esperto in fatto di etica ne’ naturale ne’ sociale sono i vari Feltri, Belpietro ecc. ecc. che secondo me giustificano tutto sommato le reazioni “emotive” agli articoli dei vari Fogli Giornali e quant’altro. Tutto il tono di quest’articolo è principalmente polemico e il termine “zelanti farisei della laicità atea e anticlericale” non mi sembra si possa intendere come un complimento neanche se volessimo essere “buonisti” tanto per comformarci pienamente agli stereotipi della stampa berlusconiana. Di sentirsi offesi per Feltri e Belpietro mi pare non ne valga proprio la pena…
L’Etica di un Ateo si fonda su di un principio che più umano non potrebbe essere:la SENSIBILITA’!Proprio ciò che ai credenti sembra mancare!Riconoscere negli altri se stessi,o almeno qualcosa di se!
L’Etica di un non credente si fonda semplicemente sulla SENSIBILITA’!Proprio ciò che manca ai credenti!
Io sarei più contrattualista: stipuliamo implicitamente un contratto fra esseri umani per difenderci reciprocamente, e dunque impegnamoci a non danneggiarci a vicenda; rispettando io stesso per primo le norme di questo contratto, ne incoraggio l’adozione da parte dei miei simili. Inoltre risulta fondamentale la tutela della libertà individuale in un contratto del genere, per cui io rispetto i diritti del mio vicino e lui rispetta i miei (primo fra tutti il diritto a non venire ammazzati). Del resto, non possiamo non provare almeno un certo grado di “simpatia” (in senso letterale, comunione di sentimenti) per esseri simili a noi, in quanto senzienti, e capaci di provare dolore. Ciò ci deve indurre a proteggere gli altri individui da quello che non vorremmo subire noi stessi. (Sì, lo so, è la Regola d’oro del tipo di Nazareth: vedi che usando la ragione anche lui può dire cose giuste? :)) )
Trattenendo a stento i conati di vomito mi accingo a scrivere due noterelle.
E’ arduo commentare gli articoli di questo giornaletto scandalistico, diffamatore e clericale.
Secondo Fasani dio e Natura sarebbero i criteri oggettivi sui quali costruire un’etica?
don Bruno Fasani era spesso ospite nella trasmissione tv estiva condotta da Michele Mirabella, se non erro.
Bruno Fasani potrebbe collaborare con “Verona Infedele” con una rubrica “L’umorista involontario”. 😉
A quanto pare si, però ho come la sensazione che non sarebbe soddisfatto del risultato se il dio in questione, scelto come riferimento per l’etica, si chiamasse Allah…
@Magar:
Hai dato la definizione di stato laico. Il giochetto del contratto però va a farsi friggere non appena uno considera “dannoso” un comportamento di un’altra persona anche se di fatto non lo è, esempio:
1) I musulmani considerano “dannoso” il fatto che le donne ginirno senza burqa o che altre persone non credano in nessun dio
2) B16 considera “dannoso” il fatto che degli omosessuali abbiano dei diritti che vadano oltre il livello di mera “sopportazione” (anzi per lui andrebbero “curati”), e considera “dannoso” il fatto che una donna possa avere dei diritti sul proprio corpo quando è in gravidanza.
Il problema sta tutto nella definizione di “danneggiare” cosa che è strettamente legata a al significato che si da alla parola “tollerare”.
Forse l’argomento più fondato per sostenere che l’etica è cultura e non natura può essere individuato nel fatto che tutta la cultura umana si basa su un elemento che in natura non esiste: il linguaggio. La natura è muta, non parla o, se lo fa, usa il linguaggio della matematica, l’unico con il quale finora siamo riusciti a comunicare con la natura proficuamente. Ma, per il resto, fino a prova del contrario, l’uomo è l’unico in grado di dare voce alla natura. E il linguaggio è “naturale” solo per quanto riguarda il significante, cioè il suono, mentre il significato è artificio, convenzione. Inoltre la natura stessa del linguaggio è contrattuale, in quanto la sua efficacia si basa sul fatto che ci mettiamo d’accordo su quello che vuol dire. Quando non riusciamo a metterci d’accordo, non ci capiamo. Il linguaggio è alla base di tutti i nostri comportamenti di animali sociali. Con il linguaggio e con la manualità l’uomo produce cose che in natura non esistono, ma che non sono meno materiali, come le macchine ad es. L’etica si può spiegare semplicemente come la necessità (e la capacità) di regolare tutte queste attività.
Quando l’etica non è basata sulla Ragione (come l’etica cattolica, appunto) si fanno solo grandissimi danni alla Società.
Quando lego l’articolo di questo giornale, mi sembra rileggere un tipo di articoli che furono scritti su giornali clericali o di destra in Francia prima della storica votazione sulla laicita nel lontano 1905 …!!!
W la libertà di stampa
Caro Fasani,
più che farisei, i laici sono stoici,
incassiamo pure questa
😉
@Damiano
Hai ragione, questi sono grossi “bug” per il contratto sociale che ho in mente, io però parlavo più della prospettiva etica che dovrebbe guidare le azioni individuali dei laici atei-agnostici-razionalisti, i principi generali della nostra “morale laica”, che non della base per una effettiva convivenza tra individui con diverse convinzioni.
È chiaro che per stare tutti assieme nello stesso stato bisogna invece essere più specifici e chiarire, sia a livello di Costituzione che a livello di leggi ordinarie, il confine fra la mia libertà e quella altrui. I principi che devono guidare i legislatori dovrebbero essere quello di neutralità dello Stato in materia religiosa, per tutelare le libertà individuali, e quello di razionalità della legge, per evitare abusi del primo principio. Le idee di Talebani e B16 da te riportate violano ambedue i criteri, perché, razionalmente, in nessuna maniera atei, donne ed omosessuali li danneggiano veramente, e perché il loro unico manifesto desiderio è quindi quello di imporre agli altri le loro convinzioni (pseudo)morali personali.
[…] stati commentati dal sito Uaar (Unione atei agnostici razionalisti) in cui ho appreso la notizia (Uaar Ultimissime). Molti commenti sono veri e propri insulti, ma ce n’è stato uno che esprime un ragionamento […]