Vendono il loro bimbo appena nato per 75 dollari

In fondo l”idea,  davvero alla base primordiale del commercio, è quella dello scambio, del baratto. Peccato che l”oggetto sia un neonato. Succede in Pakistan, nel villaggio di Tando Adam: un neo papà e una neo mamma, poverissimi, al momento delle dimissioni si rendono conto di non avere nemmeno i soldi per pagare il conto dell’ospedale dove la donna ha partorito: 4.500 rupie, circa 75 dollari.  E così che fanno? Cedono all”istante il piccolo a una coppia senza figli, ben felice di accoglierlo.  Nel suo genere è un lieto fine, in un Paese dove  spesso le bambine (che crescendo costano perché accasarle richiede una cospicua dote) vengono abortite e i  neonati, invece che venduti, possono essere semplicemente abbandonati per strada. Con tutto questo, la vicenda è agghiacciante. Racconta la mamma, Hakimzadi Hanif,  difendendo la sua scelta: «Abbiamo già sei figli e altri tre sono morti perchè non potevamo prenderci cura di loro. Almeno questo bambino potrà sopravvivere. Del resto, è nostro figlio e possiamo farne quello che vogliamo».  E’ una storia ordinaria di gente comune, normali abitanti di quel mondo che si trova subito fuori dalla “civiltà”, nelle zone d”ombra che occupano tre quarti del pianeta. Hakimzadi è giovane e analfabeta, il marito è ammalato di tubercolosi e trova impossibile, in quelle condizioni, esercitare il suo mestiere di bracciante. La polizia ha capito, si è accontentata dell’impegno per un’adozione regolare del bambino. 

Fonte: laStampa.it

3 commenti

Kaworu

beh è una buona cosa…

se non altro si sono dimostrati abbastanza responsabili da ammettere di non poter crescere decentemente (anzi, far sopravvivere) un altro figlio.

certo che se la contraccezione fosse un po’ più diffusa, probabilmente non ci si dovrebbe neanche porre il problema…

Lamb of God

E’ triste ammetterlo ma in Ruanda una vita umana vale ben meno di 75 $, la ci sono 6.1 figli per donna e potete immaginarvi quale sia l’aspettativa media di vita e, tanto per cambiare, la CCAR si è opposta ad un DDL del governo ruandese che voleva attuare un piano per il controllo delle nascite.

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