Ecco le differenze tra un ateo e un credente

Gentile direttore, le differenze tra un ateo e un credente, oltre al fatto ovviamente di credere o non credere nell’esistenza di Dio, sono un paio e di poca importanza. Il primo, ad esempio, può dire un’innocua bugia e fingere d’essere credente; il secondo non può farlo, senza il rischio di finire all’inferno. Altra differenza: un credente, se pronuncia il termine “ateo” (privo di Dio), riferendosi in genere ai non credenti, sbaglia, giacché secondo Matteo (25, 45 – 46) privi di Dio (della sua grazia) dovrebbero essere gli ingiusti. Il termine, invece, pronunciato da un non credente, non ha senso, giacché non si può essere privi di ciò che non esiste. Per quanto riguarda l’altro mondo, non c’è alcuna differenza. Se esiste l’aldilà, infatti, sia i giusti credenti, sia i giusti non credenti, sempre secondo Matteo, se ne andranno tranquilli in paradiso; mentre gli ingiusti credenti e gli ingiusti non credenti precipiteranno all’inferno. Se l’aldilà non esiste, i giusti e gli ingiusti, credenti o atei che siano, dopo la morte avranno la stessa identica sorte: finiranno nel nulla.

Renato Pierri
Lettera pervenuta a ultimissime@uaar.it

9 commenti

Joséphine

Una bella rilettura del Discorso della Montagna per intero, e non solo delle beatitudini,
il Vaticano la evita come la peste.

zumpappa

Io questo tizio l’ho superato quando ho sostenuto che anche Dio è ateo. Infatti non crede in un essere al di sopra di lui. Cercate di farlo entrare nell’Uaar.

Kaworu

se esistesse, sarebbe un vero piacere 😉

ma visto che non esiste, niente tessera mi sa 😉

davide

ma visto che la Chiesa prende per sè quello che viene detto nel vecchio testamento, cioè che il giusto è timorato di dio, allora ovviamente il tutto viene di conseguenza!!!!!!!

Liberale Liberista Libertario

zumpappa ha ragione…se Dio esiste, allora un solo ateo può avere ragione…

Chi più di Dio è un senza-dio?
Forse una rilettura della Genesi potrebbe portarci ad un singolare paradosso,che creandoci a sua immagine e somiglianza, Egli ci abbia creato senza Dio….

Silvano

C’è una terza differenza.
L’ateo si sforza di rispettare il credente, considerandolo un cittadino avente pari diritti suoi, il credente invece, nonostante vada in giro sbandierando frasi del tipo “ama il prossimo tuo come te stesso, non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te…”, non sa nemmeno rinunciare ai propri privilegi, e non dico per “amare” il prossimo, ma almeno per rispettarlo.

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