Possono delle piccole formiche mettere a dura prova la pazienza proverbiale dei monaci buddisti? A quanto pare sì. Sta accadendo in Malesia dove una colonia appartenente alla specie tetraponera rufonigra sta portando i religiosi del tempio di Hong Hock See, a Penang nel nord del Paese, sull’orlo di una crisi di nervi.
Ogni giorno come un’orda di spietate guerriere, le piccole creature scendono dall’albero, che è al centro del edificio sacro. E nel loro peregrinare mordono qualsiasi cosa che incontrano nel loro cammino. Compresi i monaci e i fedeli in meditazione, provocando nei malcapitati gonfiori che durano per giorni, e spedendone persino qualcuno in ospedale.
La situazione è ormai insostenibile anche perchè con le formiche I buddisti combattono una guerra ad armi impari. Sono infatti svantaggiati dalla regola di assoluta non-violenza che vieta loro di fare del male a qualsiasi essere vivente. L’unico provvedimento che i monaci hanno potuto prendere è stato quello di apporre dei cartelli con la scritta ” Attenti alle formiche”.
Non è la prima volta che il luogo sacro viene scelto come dimora dagli animali. In passato, gli abitanti del tempio si erano dovuti adattare a meditare in presenza di un velenosissimo cobra. Finché un giorno lo hanno catturato e liberato da un’altra parte.
Se con il rettile sono riuscitI a trovare una soluzione, con gli insetti l’impresa sembra molto più ardua. I tentativi di raccoglierle con un aspirapolvere le formiche per poi liberarle nella vicina foresta sono falliti. E così i religiosi impotenti si sono rassegnati a chiedere aiuto a chiunque possa fornire il suo contributo per allontanare i piccoli ma spietati animaletti. Naturalmente senza far loro del male.
Le formiche mettono ko i monaci buddisti
5 commenti
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Se ste formiche killer venissero in italia sarebbero strumentalizzate contro lateismo relativista e nichilista, già lo sento padre amorth: queste formiche stanno minando le basi (letteralmente) del cristianesimo è ovvio che sono espressione del maligno, esorcizziamole fratelli!
🙂
Se un monaco buddhista si ammala di tubercolosi non prende antibiotici perché ucciderebbe tanti esseri viventi (i batteri)?
Ernesto, dai non essere sterile!
Forse per te sarà una cosa “esagerata” ma la loro è sostanzialmente una forma di rispetto per il più debole. E’ molto facile schiacciare una formica. Molto più difficile rispettarla in quanto tale.
Immaginala come una metafora. Le formiche possono essere tutte le persone discriminate perchè diverse.
Chiediti perchè è più facile, o più frequente, trovare un ateo che rispetta gli animali (o anche un ateo vegetariano o vegano!!) piuttosto che un cattolico 😀
Nel mondo occidentale dico 🙂
I buddisti dovrebbero avere la nostra ammirazione. Son gli unici che non rompono le palle al mondo con la loro fede! (Certo è che quando il dalai lama si lamentò dei gay – anche se sempre in modo “rispettoso” – ci rimasi molto male. Ma è un uomo.. e nessuno è perfetto. E’ più facile si modernizzino loro che non a roma.)
quando la natura si ribella!!!
ahhahahaha
un po si formiche anke per ruini no?
Angel,
non mi sembra che sia una cosa (solo) così metaforica, visto l’articolo…
Perché le formiche sì e i batteri no?
Il buddhismo condanna l’omosessualità come quasi tutte le altre religioni. Il Dalai Lama si espresse più o meno in questi termini: “gli altri due buchi non producono vita”, riferendosi all’ano e alla bocca. I buddhisti non hanno quindi la mia ammirazione, per quel che vale.