Voci di protesta contro l’aborto

Ha destato molto scalpore in Italia, la vicenda del piccolo Tommaso […]

L’Ospedale San Camillo di Roma, per evitare episodi come quello del bimbo al Careggi di Firenze, ha annunciato un protocollo che prevede il consenso dei genitori a sospendere la rianimazione in caso di sopravvivenza del feto dopo l’aborto.

Di fronte a questa duplice tragedia, l’Associazione “Scienza & Vita” ha diffuso il 9 marzo una nota dal titolo “L’orrore è servito”, a cui si sono unite, il 13 marzo, anche le Associazioni “Scienza & Vita” di Firenze, Pisa e Livorno, Siena, Arezzo, Lucca, Massa e Pontremoli e Casalguidi (PT).

Nella nota del 9 marzo, l’Associazione ha sottolineato che “la legge 194 che regola la pratica di aborto “chiarisce senza possibilità di equivoco che il medico che esegue l’intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto” e precisa che oggi “la scienza medica ha reso possibile la sopravvivenza del feto a partire dalla ventiduesima settimana”.

La legge 194 all’art. 6 afferma che “L’interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, può essere praticata: a) quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna; b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna”.

Inoltre all’art. 7 si sostiene che: “Quando sussiste la possibilità di vita autonoma del feto, l’interruzione della gravidanza può essere praticata solo nel caso di cui alla lettera a) dell’articolo 6 e il medico che esegue l’intervento deve adottare ogni misura idonea a salvaguardare la vita del feto”.

Per “Scienza & Vita”, il progresso nella scienza medica richiederebbe “una coscienza più allertata sia nella classe medica sia nei futuri genitori”.
A questo proposito, nel comunicato, si riporta il parere di Vincenzo Carpino, Presidente dell’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani (AAROI) secondo cui: “Il principio del consenso informato, in generale, è valido e deve essere assolutamente perseguito”.

Tuttavia, avverte, Carpino “non si deve arrivare all’esagerazione, come sta accadendo all’Ospedale San Camillo di Roma dove, a chi decide di sottoporsi ad un aborto terapeutico tardivo, viene chiesto di firmare un consenso informato per rinunciare alle cure intensive del neonato nel caso il piccolo sopravviva all’interruzione di gravidanza”.

“Il medico ha il dovere di fare tutto il possibile per tenere in vita un neonato così come una persona adulta”, ha poi sottolineato. […]

Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita, in un editoriale che verrà pubblicato sul prossimo numero di “Sìallavita”, ha scritto che Tommaso (nome di fantasia datogli dai giornalisti) “non era un ‘grumo di cellule’, ma un bambino, un figlio, che avrebbe potuto vivere se la gravidanza fosse proseguita ancora un poco, se i medici fossero stati meno frettolosi, se l’inquietudine e l’angoscia della mamma avessero trovato una condivisione capace di un superamento verso la vita”. […]

Il testo integrale dell’articolo è stato pubblicato sul sito Zenit.org

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8 commenti

Nikky

Ma chi caxxo sono questi per dire a tutti cosa devono fare? Loro incitano a non rispettare le leggi dello stato ogni giorno con lobiezione di coscienza ai giudici o ai farmacisti o con lastenzione al dovere/diritto del voto nei referendum, e si permettono pure di dire ai medici cosa devono fare?????
Ma scendete dal piedistallo dove lo stato italiano vi ha messo e non ha nessuna intenzione di farvi scendere.
Ci vorrebbe una rivolta fatta bene per scacciare questi parassiti dal suolo italiano.

Enrico Greco

Ma visto che i preti, almeno così si dice, non dovrebbero avere figli, perchè non si fanno i fatti loro? Ah vero, non tocca loro poi mantenere la prole, ma solo educarla a generare altra prole…

Enrico Greco

Da noi si dice “cu si fà i fatti sò campa cent’anni”, ma la chiesa è l’eccezione, si fa i fatti altrui ed è ancora in piedi da 2000 anni!!!

Liberale Liberista Libertario

“Il medico ha il dovere di fare tutto il possibile per tenere in vita un neonato così come una persona adulta”.

Niente affatto. Il medico deve solo seguire la volonta del paziente. Il punto di vista e illiberale fazioso.
Se ci tengono tanto all’informazione(?) rivolta verso le madri facciano pure i consultori pro-life all’interno di cliniche e ospedali (previsti dalla legge 194) a cui ovviamenti si possono affiancare i consultori pro-choice. Così se una vuole chiedere il parere di questa gente può liberamente andarci, se lo desidera. E ciò non significa, come disse tempo fà D’Alema, avere degli invasati per i corridoi delle strutture sanitarie che lanciano anatemi contro le donne intenzionate a partorire…. solo ampliare la possibilità di scelta da parte delle dirette interessate, se qualcuna vuole ( se e solo se ovviamente) un consulto, si rivolga pure a chi vuole.. i consultori sono retti dal volontariato quindi…. vad infine alle donne, qualunque essa sia.

Claudio De Luca

Ma guardate, come medico (mi occupo anche di diagnostica prenatale ecografica), questa storia dell’interruzione terapeutica di gravidanza é una sorta di “éscamotage” giuridico, grazie al quale molte coppie poco “adulte” evitano una gravidanza indesiderata oltre la 12ma settimana, con la scusa della salute “psichica” della donna.
Mi spiego: c’é gente che rasenta il fervore eugenetico, pretende che il figlio non abbia malformazioni (neppure quelle corregibili chirurgicamente dopo la nascita) e chiede comunque di interrompere anche per una atresia dell’esofago, la cui diagnosi di certezza si pone dopo la nascita ed é perfettamente trattabile.
Poi, c’é gente che effettivamente ha problemi seri, e di questa gente ho pieno rispetto e comprensione.
Ma c’é di tutto in giro …
Dico questo, pur essendo favorevole all’aborto.
Ma la Chiesa perché non si indigna per queste cose e si accanisce sul tema dei “diritti dell’embrione”? Ragazzi, quale embrione … l’ogetto della questione é una morula: 12 cellule!
Ma roba da matti…

Claudio De Luca

e poi, scusate: la pena di morte? vogliamo parlarne? se la Chiesa alzasse la voce così come fa con questa storia risibile dei “diritti” di 12 cellule, per salvare la pelle ad un adulto pienamente cosciente … ma il fatto é che la pena di morte é stata abolita in Vaticano alla fine degli anni ’60, lo sapevate? Anche se, ovviamente, non c’erano più esecuzioni da circa un secolo.

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